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Cubainformacion: frode mediatica

Venezuela: la frode dei media golpisti

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

Quanto accaduto nelle elezioni presidenziali in Venezuela è la cronaca di un nuovo colpo di Stato mediatico annunciato (1). Come quello del 2002 (2).

Il chavismo spiegava, da settimane, con precisione matematica, cosa sarebbe accaduto (3) (4): uno, la diffusione nei grandi media di sondaggi commissionati che davano la vittoria all’opposizione, ignorando quelli di segno contrario; due, il bombardamento trionfalista nelle reti sociali di queste proiezioni, per fanatizzare le proprie basi; tre, la diffusione, durante la domenica elettorale, di sondaggi all’uscita dei seggi, anch’essi commissionati dall’opposizione, ma presentati nei media come “indipendenti e autonomi”; quattro, dopo i risultati, la narrazione della frode; cinque, atti di violenza nelle strade (5), la guerra implacabile di false notizie nelle reti sociali (6) (7) e la pressione di alcuni governi e forze internazionali (8) (9).

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Una legge unica e prioritaria per rendere trasparente l’informazione pubblica

La norma stabilisce un equilibrio tra informazioni trasparenti o accessibili e informazioni protette

Il testo afferma che tutti hanno il diritto di accedere e consultare le informazioni pubbliche, quando non sono trasparenti, il che include il diritto di riceverle e divulgarle, a condizione che non siano incluse tra le eccezioni stabilite.

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Un nuovo Moncada partendo dal precetto di Marti

I giovani nelle reti sociali: uno scenario di guerra attuale

“Il primo dovere di un uomo di questi tempi è essere un uomo del suo tempo”, diceva il nostro amato José Martí. Cuba oggi subisce attacchi incessanti da parte del governo USA attraverso le piattaforme digitali.  Ci sono assedi costanti e campagne diffamatorie contro il nostro governo cubano, al punto da riuscire a distorcere ogni tipo di notizia o evento che si verifica nel nostro Paese, con un unico scopo: cercare di denigrare il nostro governo e i nostri principali dirigenti.

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Il potere dei media contro il valore dell’autocoscienza umana

Oggi si scrive molto sull’azione sfrenata dei media, sulla loro portata – la copertura delle notizie – sul livello di tecnologia che impiegano, nonché sul sostegno finanziario e politico che hanno. A quali media mi riferisco? Mi riferisco ai media che il sistema imperialista globale ha al suo servizio a livello mondiale.

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Una campagna di fake news su Cuba cerca di “riscaldare” l’estate

Raúl Antonio Capote∗ / Collaborazione per Resumen Latinoamericano

Nell’ambito delle azioni volte a ottenere un’esplosione sociale sull’isola ribelle quest’estate, il governo USA e i suoi accoliti nella regione stanno sviluppando un’importante campagna di manipolazione e fake news nell’ecosistema digitale.

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Unire, amare, vivere nella passione della verità

Abel Prieto Jiménez

1- La crisi etica

Viviamo tempi oscuri. Fiorisce l’irrazionalismo. Crescono i gruppi di odio, il razzismo, la xenofobia, la misoginia, l’omofobia e il rifiuto dell'”altro”. Si articolano movimenti di estrema destra in Europa, negli USA, persino nella Nostra America. Davanti agli occhi del mondo si commettono gravissimi crimini di lesa umanità e i responsabili rimangono protetti da un manto di impunità.

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Un tempo per pensare, un tempo per dire

Il giornalismo contribuisce ad approfondire la realtà nelle sue sfumature, al di là della rapidità

Quando il reporter è arrivato, la notizia era già lì …nelle reti.

La sincronia tra l’accaduto e la diffusione è uno degli effetti più sfidanti dello scenario della comunicazione, emerso dopo le moltiplicazioni dei telefoni cellulari, le connessioni internet e le piattaforme di socializzazione conosciute come reti sociali digitali.

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Influencer prepagati o manipolatori della realtà?

Essere un creatore digitale in questi giorni di social network, trending topic e monetizzazione, più che una moda, per alcuni diventa uno stile di vita.

Per alcuni creatori, aggiornare i propri follower sulla loro vita quotidiana, costruire o idealizzare la loro esistenza, controllare le loro abitudini e offrire loro consigli sulle dinamiche di tutti i giorni è il loro sostentamento, mentre per altri l’obiettivo è mediare opinioni negative e decostruire una realtà attaccando la cognizione di chi li prende come punto di riferimento.

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Julian Assange: esempio di tortura sistemica

Marcos Roitman Rosenmann

La libertà non è una concessione. È il risultato di molteplici lotte sociali che hanno segnato l’evoluzione dei diritti umani in tutte le loro dimensioni. Non parliamo della libertà neoliberale di scegliere: bere vino o prendere una bibita, a cui si aggrappano i libertari per sospendere la prima condizione dell’essere umano, la sua dignità. Negare i diritti umani come parte di un ordine democratico significa contraddire il valore della giustizia come espressione di una legge uguale per tutti. Se ci limitiamo al caso di Julian Assange, privandolo della sua dignità, si manifestano gli argomenti per la sua detenzione: presentare la libertà di stampa e informazione sotto il dilemma utilitarista di proteggere un bene maggiore. Accusato di violare segreti di Stato, mettere in discussione la sicurezza nazionale e compromettere la vita di persone statunitensi, è iniziata la sua persecuzione.

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A proposito della visita dei mezzi navali russi a Cuba. Verità e deliri

José Ramón Cabañas Rodríguez

Direttore del Centro di Investigazioni di Politica Internazionale (L’Avana)

Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una richiesta dal quotidiano spagnolo El Periódico, per rispondere a domande relative alla presenza a Cuba di mezzi navali russi.

Di seguito, copiamo l’indirizzo digitale in cui appare il testo preparato a partire dalle nostre risposte, che si mescolano con giudizi ottenuti da altre fonti:

https://www.elperiodico.com/es/internacional/20240613/flota-militar-rusa-llega-cuba-103677600

Tenendo conto che la giornalista è stata costretta a fare un esercizio di sintesi e che i suoi editori devono aver tagliato ulteriormente, copiamo di seguito le nostre risposte originali, in modo che il lettore possa vedere le idee nel contesto e trarre le proprie conclusioni.

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La guerra che ci fanno dal mediatico

Granma – Órgano oficial del PCC

A partire dalla straordinaria espansione dell’universo digitale, propriamente detto, l’aggressione mediatica ha acquisito dimensioni inaspettate

Francisco Delgado Rodríguez

La storia della guerra mediatica contro il processo rivoluzionario cubano ha praticamente inizio con la nascita della guerriglia guidata dal Comandante in Capo Fidel Castro Ruz. La menzogna è, quindi, alla radice stessa dell’opposizione alla Rivoluzione e rimane, ad oggi, una pratica quotidiana.

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Manipolazione informativa: il caso Haiti

Un’emittente che si definisce correttamente “un media digitale in lingua spagnola finanziato dal governo statunitense e diretto a Cuba” ha pubblicato il 18 aprile un articolo firmato da Mario Pentón.

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Cubainformacion: gestire la protesta

Gestire la protesta: lezioni da Cuba per il mondo?

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

A marzo, un migrante marocchino è morto a Madrid durante uno sciopero della fame, protestando contro la paralisi nel sistema spagnolo di asilo e rifugio (1).

Ma su media come Telemadrid, lo “sciopero della fame” è scomparso dai titoli: “Muore un immigrato ospitato in un ostello di San Fernando de Henares per un infarto”, leggevamo (2). Ora immaginate che succeda a Cuba dove qualcuno che reclami qualcosa alle sue autorità metta in atto uno sciopero della fame e muoia. Conosciamo benissimo l’informazione che ne scaturirebbe (3) (4).

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Cubainformacion: Cuba – Ecuador

Cuba ed Ecuador: patetiche menzogne sugli assalti alle ambasciate

 José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

“Perché l’assalto di Fidel Castro all’Ambasciata dell’Ecuador a Cuba (nel 1981) non fu condannato?” (1). È uno dei titoli dei giornali che, in questi giorni, cercano di giustificare il recente assalto della polizia dell’Ecuador all’Ambasciata del Messico, per catturare l’ex vicepresidente Jorge Glas (2).

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La battaglia per Cuba, in chiave di comunicazione

Il Presidente Díaz-Canel ha esortato a chiudere il passo alla sciatteria, alla banalità e alla volgarità nei media e a difendere la cubanità delle nostre produzioni senza negare, per questo, l’universale.

«Facciamo la comunicazione necessaria a questi tempi, è stato detto nelle parole finali dell’intervento sulla relazione del bilancio dell’Istituto d’Informazione e Comunicazione Sociale, realizzato nel Palazzo della Rivoluzione, con la presenza di Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, dei membri del Burò Politico Manuel Marrero Cruz, primo ministro, e di Roberto Morales Ojeda, segretario dell’ Organizzazione del Comitato Centrale e di altri dirigenti.

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