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Download File: http://www.cubainformazione.it/wp-content/uploads/2020/06/nunca-mas.mp4?_=1Abel Prieto www.granma.cu
www.pressenza.com Rossella Franconi – Angelo Baracca
Il futuro della nostra patria deve necessariamente essere un futuro di uomini di scienza” [Fidel Castro, 1960]
Nelle ultime settimane la piccola Cuba ha inviato in Italia ben due brigate mediche per supportarci concretamente nella lotta contro questa pandemia 1 : e proprio in due regioni di stretta osservanza leghista, che forse non per caso sono state le più colpite d’Italia dalla pandemia. Sebbene su queste due missioni mediche, dopo i battimani all’arrivo e un certo scalpore iniziale, sia calato un silenzio tombale, è sperabile che molte persone si siano interrogate: “Perché proprio Cuba ci aiuta?”. Noi che seguiamo da anni i grandi progressi di Cuba nel campo medico e scientifico non ci siamo affatto meravigliati, malgrado sappiamo bene che Cuba versa in grandi difficoltà perché sempre più strangolata dal bloqueo, il blocco economico più lungo della storia.
Cuba è stato l’unico paese ad aver organizzato un programma sanitario, completo e di massa, per bimbe/i danneggiati dall’incidente di Chernobyl.
Ha assistito 26000 minori: più che il resto dei paesi del mondo messi insieme.
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Fu a metà degli anni ’80 del secolo scorso, quando Fidel iniziò a parlare, mentre a Cuba si moltiplicavano le facoltà di Medicina e cresceva il numero di studenti in specialità legate alla salute, tra i dubbi di non pochi scettici e le burla dei suoi nemici, che il paese sarebbe stato una potenza medica mondiale
Iroel Sánchez www.granma.cu
Leggiamo ogni tipo di interpretazione di qualcosa che, per la mente neoliberale, è inspiegabile: la cooperazione internazionale cubana.
Non è altro che una strategia di “soft power”, ci dicono: una “diplomazia medica” per ottenere, ad esempio, voti favorevoli all’ONU.
Il diritto alla salute pubblica è sacro nella Costituzione cubana. Mai un affare.
Ma il discorso della Casa Bianca, ripetuto da un coro mediatico, è che L’Avana “lucra” con i servizi medici che offre ad altri paesi.
In un articolo -che leggeremo solo sui media alternativi- il medico argentino Alberto Cerda ha affrontato l’enorme campagna organizzata nel suo paese contro l’arrivo della cooperazione sanitaria da Cuba.
Nel suo testo, si chiedeva: “per quanto tempo noi medici d’ Argentina lavoriamo nei quartieri marginali o baraccopoli delle nostre città? Questa è la grande differenza tra noi ed i colleghi cubani”.
Continue reading Cubainformacion: medicina a Cuba ed Argentina
Nello sconcerto dei primi giorni di quarantena, un messaggio è giunto al mio cellulare. Erano incoraggiamenti provenienti da Cuba che, amorevolmente, mi ricordano che sono la mia famiglia. Quel giorno ero andato al supermercato e mi sono ricordato delle mie avventure sull’isola dove il tempo sembra infinito e fare la fila è sport nazionale. Ironie del destino, due anni dopo stavo facendo la fila ed alcuni scaffali iniziavano a mostrare segni di penuria. La realtà aveva appena mostrato la fragilità delle fondamenta dell’Occidente e dal paese che tanto era stato diffamato provenivano esempi, almeno, da considerare.
Johana Tablada www.cubadebate.cu
* A proposito del documento diffuso dal Dipartimento di Stato USA per fare pressione sui paesi con brigate mediche di Cuba o accordi di collaborazione.
Il sistema sanitario cubano è uno dei migliori al mondo, ha risultati migliori di tante “potenze”, per esempio tasso di mortalità infantile inferiore a quello statunitense, aspettativa di vita più alta di tutta l’America Latina. Si basa su un principio, stabilito dalla riforma del 1959, di servizio sanitario nazionale gratuito con una fortissima medicina territoriale e una molteplicità di campagne di prevenzione. L’università è gratuita e aperta a giovani da tutto il mondo. Cuba ha 30 mila medici in sessantasette Paesi. Oggi di più visto che ci soccorrono in Europa.
Continue reading Susanna Camusso: «Grazie Cuba, basta embargo»
Walkiria Juanes Sánchez www.granma.cu
di Marinella Correggia – il Manifesto
All’inizio della primavera silenziosa 2020 una missione medica di Cuba è volata per la prima volta in un paese occidentale, membro ben armato della Nato e indifeso davanti a un virus. E’ solo l’ultimo atto di un internazionalismo sanitario esercitato da sessant’anni giusti in America Latina, Africa e Asia e che conta attualmente oltre 30mila operatori (medici, infermieri, tecnici) in 67 paesi. Le ultime missioni – non solo in Italia – partecipano alla campagna mondiale contro la pandemia del Covid-19. Perché «la patria è l’intera umanità».