L’Assemblea Nazionale (AN) ha approvato, in prima discussione, il Progetto di Legge su Controllo, Regolarizzazione, Attuazione e Finanziamento delle Organizzazioni Non Governative (ONG) e Affini, il cui scopo è quello di vigilare il funzionamento di questo tipo di entità che operano in Venezuela.
In Perù sono già più di 30 i morti per la repressione della polizia e dell’esercito, dopo il golpe parlamentare che ha destituito e imprigionato il presidente Pedro Castillo (1). Esercito nelle strade, stato di emergenza (2) … Tuttavia, non leggeranno la parola “repressione” in nessuno dei titoli della grande stampa.
Cuba, crisi elettrica o gli effetti di una guerra?
José Manzaneda
La crisi elettrica a Cuba, i blackout, sono notizia internazionale (1). La sua causa è ovvia e oggettiva: la precarietà tecnologica delle centrali elettriche di un Paese senza valuta estera e sotto il blocco USA (2). Ma ciò che leggiamo è che tutto è dovuto al “fallimento del comunismo” (3), ad un presunto “stato fallito” (4). A proposito, anche a Porto Rico, con il servizio elettrico privatizzato, ci sono continui blackout (5). Sarà colpa del comunismo?
Sparatorie negli USA e blocco a Cuba: stessi responsabili?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Finora, in quest’anno, negli USA, si sono prodotte 245 sparatorie di massa (1). Di recente, in una scuola elementare di Uvalde (Texas), sono stati assassinati 19 bimbi/e e 2 insegnanti (2). E in un supermercato di Buffalo (New York), un suprematista ha ucciso 10 neri (3). Vi immaginate come racconterebbe questo la stampa se un solo caso simile avvenisse a Cuba?
Diverse centinaia di persone sono sotto processo a Cuba per gli eventi dell’11 luglio scorso. Che, secondo quanto leggiamo sulla grande stampa, furono proteste “pacifiche” contro le quali, ora, si svolgono processi di “massa” e “sommari” (1). Ed in cui, inoltre, ci sono “bambini prigionieri politici” (2).
Un reportage del quotidiano “El País” sulle “esportazioni spagnole di armi” pone come selezione principale la “vendita di materiale antisommossa a Cuba -leggiamo- prima della repressione delle manifestazioni di luglio” (1).
Questa presunta vendita e “le consegne di munizioni all’Arabia Saudita” sarebbero “le operazioni più controverse”.
Si è detto a lungo che la Colombia è l’Israele dell’America Latina, un’affermazione che è stata fatta da vari analisti e figure politiche, soprattutto quando nell’ultimo decennio si è approfondito il suo ruolo di base statunitense che serve come esperimento e centro di destabilizzazione della regione.
È passato molto tempo da quando la Colombia si è sentita dire che è l’Israele dell’America Latina, questa affermazione fu fatta da diversi analisti e personaggi politici, soprattutto quando nell’ultimo decennio si è approfondito il suo ruolo come base nordamericana, che funge da esperimento e centro per destabilizzare la zona.
Il 6 aprile 1984, un gruppo di uomini travestiti da poliziotti arrivò a casa di Milcíades Contento nella città di Viotá, in Colombia. Contento era un contadino, comunista e membro dell’Unione Patriottica (UP), nuovo partito politico nato nel 1985 durante i negoziati di pace tra il presidente conservatore Belisario Betancur e i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Gli uomini presero Contento, lo legarono e lo portarono via. Il giorno dopo il suo corpo fu ritrovato in un villaggio vicino. L’assassinio di Milcíades Contento segnò l’inizio di una campagna di sterminio che durò due decenni.
Gaza e l’Avana: l’amore per i bombardamenti della “dissidenza” cubana
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
La cosiddetta “dissidenza” cubana non ha dubbi sui suoi paradigmi di democrazia e libertà: sono Israele e Colombia.
I bombardamenti israeliani su Gaza hanno causato, in meno di una settimana, circa 200 morti tra la popolazione palestinese (1). Un quarto erano bambini/e. Hanno distrutto centinaia di case, centri educativi e sanitari. Israele ha persino fatto saltare in aria la sede di diverse agenzie di stampa occidentali (2). Eliécer Ávila, capo del gruppo “dissidente” cubano Somos +, lo giustificava così: “Se il popolo palestinese continua a essere in complicità con coloro che attaccano Israele in modo terroristico e codardo, allora, dopo non mi tirino fuori gente guarda! Hanno ucciso mia zia! Sì, sì, è che tua zia vive nello stesso edificio e salutava gente che girava con un razzo. Possa il razzo arrivare, Allah! Lascia che sparino il razzetto e che il drone veda da dove viene e che Israele risponda, affinché tu veda”(3).
Gli USA finanziano l’esplosione sociale a Cuba e si produce … in Colombia
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
Il governo USA soffoca l’economia cubana per generare un’esplosione sociale (1). Allo stesso tempo, finanzia attivisti e media “dissidenti” affinché convertano il malcontento in mobilitazione sociale. Che, a sua volta, provochi una risposta repressiva da parte dello Stato cubano (2). Ma, che strano, l’esplosione sociale la mobilitazione e la repressione più brutale, non si verificano a Cuba, bensì nei paesi con governi alleati degli USA: Ecuador (3), Haiti (4), Cile (5) ed ora … Colombia .
Dal 28 aprile il popolo colombiano protesta il governo di Ivan Duque, burattino dell’oligarchia e degli Stati Uniti, e socio privilegiato di Israele. Il covid 19 ha drammaticamente evidenziato la crisi sanitaria e quella strutturale del modello capitalista in un paese che ha il 46% di povertà, una disoccupazione del 18 per cento e cifre altissime di lavoro informale.
Dall’America Latina, dai paesi socialisti e progressisti un’ondata di indignazione e condanna contro la violenza dell’occupazione israeliana contro i palestinesi.
Qual è il sistema inefficiente che genera emigrazione?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
A gennaio, una nuova carovana con seimila persone in fuga dalla miseria, condizioni malsane e violenza in Honduras, diretta negli USA, è stata fermata ed attaccata con gas dalla polizia guatemalteca (1). Un paese, questo che -a sua volta- ha il più alto tasso di denutrizione cronica di tutta l’America Latina (2).