Tag Archives: Javier Milei

Argentina, la notte oscura

Fabrizio Casari

Il voto in Argentina sconcerta e preoccupa. Non tanto e non solo per il destino che attende il paese gaucho finito nelle mani di un personaggio che non passerebbe nessuna selezione improntata sul Q.I., quanto per la capacità di attrazione delle sue follie su un Paese che, benché preso nella rete del peronismo agonizzante, seppur orfano della memoria dei suoi anni peggiori, quelli vissuti col terrore nelle vene ed il sangue nelle strade, è dotato di sufficiente cultura e storia politica da saper distinguere un originale da un pazzo, un social-confuso da un fascista, per giunta immerso in un delirio mistico che in Europa sarebbe affrontato con un TSO.

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Brutti tempi per tutti i popoli: un messaggio dalla Casa delle Americhe

Manuel Santos Iñurrieta, Diego Maroevic

Nelle sue “Note sull’America” (Casa de las Américas, gennaio-marzo 2019) Roberto Fernández Retamar prevede che “arriveranno brutti tempi per tutti i popoli, non solo per alcuni”. E aggiunge: “Che sorte aspettarsi, per un mondo sempre più immerso nella barbarie, da coloro che, pur considerando inferiori le etnie che non sono le loro e trattandole come tali (così avevano agito i nazisti), negano cose tanto ovvie e pericolose per tutti, compresi ovviamente per gli USA, come il riscaldamento globale?”

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Il massimale politico di Milei

Alfredo Serrano Mancilla – Pagina|12 

Mio padre mi ripeteva sempre lo stesso detto: “Il bicchiere può essere visto come mezzo pieno e mezzo vuoto”. E poi chiariva: “Ti ho detto, mezzo pieno e mezzo vuoto, sono entrambe le cose allo stesso tempo”.

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L’estrema destra: il caso latino americano

Il futuro sembra incerto. Ancora una volta il vecchio rifiuta di sparire e le sue alternative predominanti, a quanto pare, sono superate

Francisco Delgado Rodríguez

L’inaspettata vittoria elettorale di Javier Milei alle elezioni interne in Argentina, esponente dell’estrema destra locale, ha messo in allarme l’universo progressista.

Ciò che accadrà in questo paese fratello merita una riflessione a parte, ma questi risultati costituiscono un chiaro messaggio che ci obbliga a comprendere questa ascesa di un conservatorismo sovraccarico e ultra-neoliberale, che ricicla il volto della destra, in questo caso con un non dissimulato tratto fascista.

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Javier Milei: il Trump della Pampa?

di Paolo Arigotti

Il malcontento del popolo argentino verso la situazione del paese e l’attuale governo, rappresentato dal tandem Alberto Fernández e Cristina Fernández de Kirchner, rispettivamente presidente e vicepresidente in carica da circa quattro anni, è emerso in occasione del voto di agosto per le primarie delle presidenziali, previste per il prossimo mese di ottobre[1]. Fernández non ha preso parte alla competizione, avendo annunziato già lo scorso anno l’intenzione di non concorrere per un nuovo mandato.

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Milei, il futuro dell’Argentina nei Brics è a rischio?

Fabrizio Verde

In seguito al suo exploit alle elezioni primarie (PASO) in Argentina, il fenomeno Javier Milei ha attirato molta attenzione anche al di fuori dell’Argentina.

A far rumore sono soprattutto le sue proposte sul fronte caldo dell’economia argentina. Milei, un economista ultraliberista, si propone all’elettorato come un “anarco-capitalista” formato sui principi della cosiddetta ‘Scuola Austriaca’ che promette di porre fine alla “casta politica”, di ridurre lo Stato al minimo, di affidare l’amministrazione dell’istruzione e della sanità al capitale privato e, soprattutto, di risolvere l’inflazione cronica attraverso la dollarizzazione dell’economia e l’eliminazione della Banca Centrale.

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Il vecchio che avanza: Javier Milei e la dollarizzazione dell’Argentina

l’AntiDiplomatico

Javier Milei, economista di 52 anni, è stato la grande sorpresa delle elezioni interne argentine, conquistando il primo posto con il 30% dei voti e affermandosi così, a tempo di record, come uno dei più importanti leader politici del Paese sudamericano ed emblema dell’estrema destra mondiale.

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