Mentre tutti i riflettori erano puntati sui disordini organizzati a Brasilia dai militanti brasiliani di estrema destra fedeli dell’ex presidente Bolsonaro (disordini comunque finiti nel nulla e nel ridicolo per non essere riusciti a coinvolgere né le forze armate né la popolazione), i nostri media hanno invece quasi taciuto, o dato solo poche notizie false e fuorvianti su un “golpe” di fatto avvenuto in Perù all’inizio di dicembre ai danni del presidente di sinistra Castillo con il suo sanguinoso strascico di proteste e repressione che dura tuttora.
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Jair Bolsonaro e il remake del colpo fallito
Opera dell’azzardo, la miglior scelta e la costruzione ben pianificata dell’oligarchia e dei servizi speciali statunitensi, Jair Bolsonaro, il «Messia» dei ricchi e dei potenti, servitore senza condizioni degli interessi yankee, non poteva somigliare di più al ex mandatario statunitense Donald Trump.
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Perù. Impazza la repressione: 17 morti a Puno
In Perù infuria la repressione più brutale delle proteste scatenate dalla destituzione e il successivo arresto del presidente Pedro Castillo. Il sud del paese è in rivolta. La repressione governativa ha causato 17 morti e 30 feriti.
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Venezuela su golpe in Brasile
Cuba sul golpe in Brasile
Condenamos enérgicamente los actos violentos y antidemocráticos que ocurren en #Brasil, con el objetivo de generar caos e irrespetar la voluntad popular expresada con la elección del presidente Lula.
Expresamos todo nuestro respaldo y solidaridad a @LulaOficial y su gobierno.
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) January 8, 2023
#Cuba rechaza enérgicamente los alarmantes sucesos y actos violentos en #Brasil, y expresa su solidaridad al gobierno democráticamente electo de esa hermana nación, liderado por @LulaOficial. Hacemos un llamado a que se respete la voluntad del pueblo brasileño.
— Bruno Rodríguez P (@BrunoRguezP) January 8, 2023
Cuba condanna energicamente i fatti allarmanti e le azioni violente in Brasile, ha pubblicato nel suo account di Twitter il membro del Burò Politico del Partito e ministro delle Relazioni Estere dell’Isola, Bruno Rodríguez Parrilla, dopo che manifestati radicali simpatizzanti dello sconfitto mandatario Jair Bolsonaro, hanno invaso, oggi domenica 8 gennaio, a Brasilia, le sedi del Congresso Nazionale e del Supremo Tribunale Federale del Brasile, ha informato Prensa Latina.
Perù. Chi è José Williams, leader del congresso che ha rovesciato Pedro Castillo
Joaquín Pérez / Resumen Latinoamericano
José Williams Zapata, generale in pensione e parlamentare di un partito di estrema destra, indicato come uno dei principali istigatori per la destituzione di Petro Castillo, ora figura per succedere a Dina Boluarte alla presidenza del Perù. È accusato di violazione dei diritti umani, arricchimento illecito, legami con il narcotraffico secondo la stessa DEA statunitense.
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Riflessione, allerta e speranza
Perù, un banco di prova per i colpi di Stato
Mai i colpi di Stato in America Latina hanno avuto obiettivi puramente locali. Né i dittatori del XX secolo, formatisi alla Scuola delle Americhe presso la base USA a Panama, né i golpe ibridi del XXI secolo, in cui si combinano azioni altamente complesse del potere legislativo e/o giudiziario; i media; settori economici in grado di colpire il mercato e le tradizionali forze di polizia o militari. Da Pinochet e Videla sino alle destituzioni di Dilma Roussef, Fernando Lugo, Manuel Zelaya o Evo Morales, tutti hanno l’impronta inconfondibile degli interessi geopolitici e geoeconomici di Washington. Pedro Castillo non fa eccezione.
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Il cinema dei (per) i colonizzati?
Il golpe di destra contro Pedro Castillo
Coloro che si dicono soddisfatti della presunta costituzionalità della brutale destituzione del presidente Pedro Castillo da parte della dittatura parlamentare peruviana, rendono un cattivo servizio al movimento democratico e progressista, consapevolmente o inconsapevolmente.
Perù: Pedro Castillo pubblica lettera in cui accusa Dina Boluarte
Querido pueblo peruano, grandioso y paciente: pic.twitter.com/4IbZbhnM5D
— Pedro Castillo Terrones (@PedroCastilloTe) December 12, 2022
Torna a far sentire la sua voce Pedro Castillo, il presidente del Perù destituito con un golpe parlamentare. L’ex presidente ha pubblicato una lettera al popolo peruviano in cui descrive l’attuale presidente e sua sostituta in quanto vicepresidente in carica, Dina Boluarte, come un “usurpatore”.
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Come comprendere la caduta di Pedro Castillo in Perù
Nel giro di poche ore, il destino istituzionale del Perù è tornato a torcersi. Certamente, nel caso della nazione andina, è già consuetudine che i presidenti, nel mezzo di una crisi politica e istituzionale che si aggrava nel tempo, abbiano una data di scadenza di breve durata.
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Pedro Castillo, l’harakiri e il golpe preannunciato
Bárbara Ester – Zoom Traduzione de l’AntiDiplomatico)
L’inizio della crisi politica peruviana risale al 2016, da quando si sono succeduti sei presidenti e tre parlamenti. La crisi politica aveva diversi aspetti: istituzionali, sociali e poi di governo. La giudiziarizzazione della politica ha raggiunto livelli elevati quando tutti i presidenti eletti dal ritorno alla democrazia (Alejandro Toledo, Alan García, Ollanta Humala, Pedro Kuczynski e Martín Vizcarra) sono finiti sotto processo in tempi record.
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Golpe delle oligarchie in Perù
Geraldina Colotti
Cronaca di un lawfare annunciato. Si potrebbe intitolare così quanto accaduto in Perù con la destituzione e l’arresto del presidente Pedro Castillo. L’ultimo capitolo di uno schema già visto, ma riattivato e riadattato con successo in vari scenari latinoamericani: l’uso del diritto a fini di persecuzione politica. Possiamo ricondurre lo schema a due modelli con altrettante varianti, applicati a presidenti scomodi, recalcitranti ai voleri di Washington: il golpe parlamentare, costruito dall’interno stesso della coalizione governativa, fino alla spallata finale, in cui il perseguito finisce per apparire l’artefice del suo proprio male. Il golpe istituzionale, scatenato a seguito di denuncia di frode elettorale, che porta all’autoproclamazione di un presidente fantoccio, all’arresto o alla fuga di quello legittimo.
Denunciati i piani di colpo di stato in Bolivia
Lo spettro di un colpo di Stato è tornato oggi alla ribalta in Bolivia dopo la denuncia in televisione di Pedro Damián Dorado, vicepresidente dell’Associazione dei Comuni di Santa Cruz (Amdecruz).
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