Se qualcuno aveva dei dubbi su chi c’è dietro il gruppo controrivoluzionario di San Isidro, e quegli “avvocati” che sono andati il 27 novembre ad appoggiarli davanti al Ministero della Cultura, ora hanno la risposta di chi è il vero padre di quella creatura, gli Stati Uniti, che sotto le vesti dell’arte, intendono formare un gruppo contro la Rivoluzione, come hanno fatto nei decenni precedenti.
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Dal sonico al cinico: l’infamia naufraga di nuovo
Un documento recentemente declassificato permetterà conoscere fino a che punto Trump, Pompeo e Marco Rubio si siano spinti per giustificare, artificialmente, una retrocessione nelle relazioni bilaterali tra USA e Cuba.
Francisco Arias Fernandez www.granma.cu
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USA: Biden, Blinken e l’interventismo liberale
Geraldina Colotti
“America is back, diplomacy is back”, ha detto il presidente statunitense Joe Biden rivolto al dipartimento di Stato. Che tipo di diplomazia? A grandi linee la stessa tracciata nel documento The Elements of the China Challenge dall’amministrazione precedente, nel quale si stabiliva la necessità degli Stati Uniti di rivalutare il proprio sistema di alleanze, chiedendo ad “amici e soci” una maggior condivisione, per “affrontare specifiche minacce”, e si auspicava la formazione di variegati “gruppi e coalizioni”.
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I senatori della mafia anti-cubana riaffermano il loro sostegno ai mercenari
Un rapporto pubblicato dal sito web controrivoluzionario Diario de Cuba riferisce di una risoluzione bipartisan presentata questo martedì al Senato USA dai legislatori Bob Menendez, Marco Rubio, Richard Durbin e Ben Cardin, che esprime solidarietà con i membri del cosiddetto Movimento di San Isidro e chiede alle autorità cubane di avviare un processo di dialogo con gli artisti indipendenti.
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Qual è lo scopo della provocazione davanti al MINCULT?
Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com
Non è necessario essere molto esperti in politica per rendersi conto che l’unico scopo dietro la 2a provocazione di fronte al MINCULT, il 27 gennaio 2021, è avviare un movimento controrivoluzionario come quello prodotto dagli USA in Ucraina, Bielorussia, Russia o Hong Kong, qualcosa che le agenzie di intelligence yankee sanno fare bene, ma si sbagliano perché Cuba è diversa da quelle nazioni.
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La lobby anti-cubana negli USA si riorganizza e riprende il suo accanimento
Nonostante l’affermazione fatta da vari specialisti su un possibile cambio nella politica della nuova amministrazione democratica nei confronti di Cuba, il governo di Joe Biden dovrà affrontare una lobby anti-cubana “cresciuta” dal sostegno del presidente uscente, Donald Trump
Raúl Antonio Capote www.granma.cu
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Il ritorno di Cuba nella lista degli sponsor del terrorismo
quali sono le opzioni di Biden?
Rafael González Mora https://progresosemanal.us
L’ingiusta ed arbitraria reincorporazione di Cuba nella lista degli stati patrocinatori del terrorismo costituisce una decisione politica che è essenziale analizzare partendo da tre domande fondamentali: quali scopi persegue? Quali sono le sue implicazioni per la politica verso Cuba del prossimo governo USA? Quali opzioni avrebbe l’amministrazione Biden per gestire questa situazione?
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Cuba e gli spasimi dell’amministrazione Trump
Se si tiene conto delle ultime misure adottate dal governo USA contro Cuba, si potrebbe pensare che la piccola isola caraibica abbia un ruolo prioritario nella politica estera dell’amministrazione USA, che sta per finire.
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Antichavisti in ‘esilio’ inefficacia, terrorismo, corruzione e lussi
La fuga di Leopoldo López dà luogo ad analizzare il ruolo degli “esiliati” nel processo politico venezuelano recente. La dirigenza che, a suo tempo, ha guidato il settore dell’opposizione ha deciso di passare alla sovversione, a partire dal 2013, dopo la morte del presidente rieletto Hugo Chávez.
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L’odio e l’impotenza yankee
Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com
Da quando il governo USA non è stato in grado di impedire il trionfo della Rivoluzione cubana il 1 gennaio 1959, come aveva dichiarato il presidente Eisenhower ed il direttore della CIA Allen Dulles, nel dicembre 1958, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, l’odio si è impadronito di loro e hanno iniziato la loro guerra economica per cercare di rovesciare Fidel Castro, e tornare a regnare a Cuba, come avevano fatto dal 1898.
Trump e la brigata mercenaria 2506: La storia non raccontata
Rafael González Morales www.cubadebate.cu
Lo scorso mercoledì, il presidente USA, Donald Trump, accompagnato da diversi mercenari della brigata 2506 ha annunciato nuove misure contro Cuba dalla Casa Bianca. Queste dichiarazioni hanno un marcato proposito elettorale e sono dirette, particolarmente, agli elettori cubano-americani che difendono posizioni anti-cubane. Trump ed i suoi consiglieri ritengono che lo scontro e l’ostilità verso l’isola gli garantiranno la maggioranza dei voti di quegli elettori.
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Venezuela: aggressione in ottobre?
Angel Guerra Cabrera www.jornada.com.mx
Un’aggressione militare contro il Venezuela, sponsorizzata dagli USA, potrebbe essere condotta prima delle elezioni del 3 novembre in quel paese.
Il 22 agosto, l’ammiraglio Remigio Ceballos, capo del comando operativo strategico della Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB), ha dichiarato che le agenzie internazionali di intelligence alleate con il Venezuela ci informano che la Colombia prepara un’aggressione e la FANB risponderà con forza e determinazione a qualsiasi aggressione contro la sovranità e l’indipendenza del Venezuela, sotto il comando del nostro comandante in capo Nicolás Maduro Moros. Siamo in presenza del governo colombiano che più ha aggredito il Venezuela in tutta la nostra storia, ha aggiunto. Ceballos ha anche scritto su Twitter: Durante l’anno 2000, è stato installato il Plan Colombia con sette basi militari USA in quel paese per preparare la sua aggressione contro la nostra nazione ed all’intera regione.
Rubio vuole invadere il Venezuela
Secondo una nota pubblicata martedì sul portale messicano “LaPoliticaOnline” il senatore repubblicano Marco Rubio ha insistito col presidente Trump per inserire in agenda un intervento militare in Venezuela per assicurarsi i voti dello stato della Florida.
Il media ha sottolineato che alcuni membri della republican War Room (la sala della guerra repubblicana), chiamati a operare sul voto latino, hanno recentemente commentato che, in almeno due riunioni, Rubio si è espresso a favore di una azione militare contro il paese sudamericano per garantire così i 29 voti del Collegio Elettorale della Florida a novembre.
America Latina, una partita che ci riguarda
di Geraldina Colotti
Per cogliere la portata della posta in gioco nel continente latinoamericano, oggi, è sufficiente scorrere le pagine che il libro di John Bolton dedica al Venezuela bolivariano. L’ex consigliere per la sicurezza USA, un vecchio falco della politica, licenziato 9 mesi fa da Donald Trump, ha infatti deciso di far volare gli stracci, mettendo in piazza alcune delle magagne dell’amministrazione nordamericana.
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Trump, annunci e voltafaccia nel farwest nordamericano
di Geraldina Colotti*
Sì, no, forse. Giammai. Sui dietrofront di Donald Trump circa la possibilità di un incontro con il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, si stanno esercitando i media di mezzo mondo. La notizia è rimbalzata dopo le dichiarazioni rilasciati da Trump al giornale digitale Axios.
“Maduro vorrebbe incontrarmi, e io non sono mai stato contrario agli incontri, forse ci penserei”, ha detto il tycoon ammettendo anche di non “riporre completa fiducia” nell’autoproclamato Juan Guaidó, presunto presidente a interim di un circo virtuale messo in piedi dallo stesso Trump.
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