«Oggi un’altra esplosione di trasformatori nella diga tedesca German Dam, nello stato di Bolívar, ha provocato la perdita del servizio elettrico a grande misura. Il risultato? Sono morti pazienti gravemente malati, la metropolitana di Caracas resta fuori servizio e pochi o nessuno dei voli sono partiti o arrivati da 20 ore a Caracas», ha dichiarato il 10 marzo il senatore Marco Rubio nel suo account di Twitter.
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Juan Guaidó: da autoproclamato presidente…
ad agnello che l’impero potrebbe sacrificare
L’ “autoproclamato” presidente del Venezuela, Juan Gerardo Antonio Guaidó Márquez, sa che la condizione di deputato non gli concede l’impunità, solo l’immunità
Raúl Antonio Capote www.granma.cu
Venezuela: 7 note sul blackout
Mision Verdad, http://aurorasito.altervista.org
Tra il pomeriggio dell’8 marzo e il primo mattino del 10, il Venezuela fu vittima di un nuovo sabotaggio, il più grande nella storia repubblicana del Paese, alla centrale idroelettrica di Guri, che lasciò senza luce almeno l’80% della popolazione, con l’obiettivo di minare qualsiasi tentativo del governo venezuelano di raggiungere la stabilizzazione dell’economia e di fermare la situazione insurrezionale che Stati Uniti e i suoi agenti, come Juan Guaidò cercano di adempire nel Paese.
Blackout in Venezuela
Gli USA hanno mezzi, motivi ed antecedenti per essere colpevoli
Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
Il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha denunciato che gli USA sono dietro il cyber-attacco che ha lasciato la maggior parte del territorio venezuelano senza elettricità per più di due giorni. A parte l’esultanza del senatore Marco Rubio anticipata sul suo account Twitter, prima che qualcuno li menzionasse, l’entusiasmo criminale del Segretario di Stato Mike Pompeo, al riguardo, rivelerebbe che il governo USA possiede il motivo.
Juan Guaidò, petardo bagnato
Bruno Sgarzini Mision Verdad – http://aurorasito.altervista.org
Una cronaca pubblicata da Orlando Avendaño nel reazionario PanamPost afferma che la figura della “presidenza ad interim” di Juan Guaidó è sorta in una riunione presso la sede dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA). Secondo Avendaño, in quell’incontro del 14 dicembre, il segretario generale Luis Almagro insieme a Julio Borges, Leopoldo Lopez, Maria Corina Machado e Antonio Ledezma, definiva l’ultima grande mossa dell’opposizione promuovendo un “governo di transizione”.
L’origine (NARCO) di Marco Rubio: breve dossier
Questo senatore repubblicano ha scritto le sue memorie in un libro che ha battezzato con il nome ‘An American Son’, pubblicato nel 2012. Nel libro accenna appena superficialmente che suo cognato era un noto signore del narcotraffico e tutta la famiglia (di origine cubana e residente a Miami) lo sapeva.
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Marco Rubio, Donald Trump e un’antica maledizione
Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
Gli account su Twitter possono essere rivelatori. Se uno psichiatra analizzasse l’account Twitter del senatore Marco Rubio, o quello del presidente Donald Trump, nei giorni scorsi, troverebbe materiale interessante. Un professionista competente, naturalmente, non come quelli che motivati dallo stesso senatore cubano-americano sono stati ridicolizzati dall’attribuire i danni alla salute dei diplomatici a L’Avana a sofisticate armi russe che poi, il mondo intero, ha saputo essere grilli caraibici.
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Due grandi vittorie nostroamericane
Angel Guerra Cabrera www.cubadebate.cu
Schiacciante la sconfitta inflitta, il 23 febbraio, dal chavismo al governo neofascista USA ed ai suoi lacchè del Gruppo di Lima. La montatura mediatica di quello che avrebbe dovuto essere il passaggio del presunto aiuto umanitario è stata una vera imboscata che, i nemici del popolo venezuelano, hanno considerato, prematuramente, sarebbe stata letale. Maduro non avrebbe potuto passare “il grande giorno” invocato, alla vigilia, dall’ineffabile Pompeo.
L’arte della guerra: come fabbricare il nemico
Lo zio Sam è il vero lupo di questa storia, benché, come il ladro del popolare proverbio, affinché non lo scoprano, grida al ladro, al ladro ed indica un altro
Raúl Antonio Capote www.granma.cu
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Come si fabbrica un crimine internazionale
come pretesto di guerra
Con l’ingresso degli “aiuti umanitari” come sfondo, il 23 febbraio si è inaugurato un altro falso positivo al confine tra Venezuela e Colombia per incitare un intervento militare USA.
La frontiera venezuelana nei suoi tre sbocchi (Colombia, Brasile ed il Mar dei Caraibi) è stato il centro dell’operazione che supponeva la consacrazione di Juan Guaidó come “presidente ad interim” e l’installazione del para stato edificato dal vicepresidente USA Mike Pence.
Note sull’infoguerra contro il Venezuela
R. Miriam Elizalde, Mision Verdad – http://aurorasito.altervista.org
Il 23F fornisce la prima grande prova che la sinistra nel continente impara a difendersi e affrontare la guerra di nuova generazione. C’è ancora troppa nebbia nelle reti ed è forse presto per fare una valutazione ragionata dei recenti eventi in Venezuela dal punto di vista delle azioni offensive nelle reti, ma è possibile intravedere alcuni assi di una battaglia per la disputa dal significato che, a mio parere, le forze progressiste hanno vinto con ampio margine.
Inganno interventista sul ponte Colombia-Venezuela
Max Blumenthal, Gray Zone – http://aurorasito.altervista.org
Il senatore Marco Rubio e i capi golpisti sostengono che la Guardia Nazionale Venezuelana bruciava camion degli aiuti USA sul ponte dalla Colombia. Ma tutto prova il contrario.
Il colpo di Stato dell’amministrazione Trump contro il Venezuela è culminato il 23 febbraio coll’opposizione sostenuta dagli Stati Uniti che tentava di portare diversi camion carichi di scatole di “aiuti umanitari” dell’USAID sul già inutilizzato ponte Francisco de Paula Santander che collega Colombia e Venezuela.
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Venezuela: segnata un’altra vittoria strategica questo 23F
Carlos Aznarez www.telesurtv.net
E’ giunto quello che molti definivano come il “D-Day” e altri si leccavano i baffi là a Cúcuta o a Miami, pensando che era arrivato il “gran momento” in cui sarebbe entrato l’ “aiuto umanitario” ed il “dittatore” e la sua Rivoluzione bolivariana sarebbe crollato come un castello di carte.
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Fallito golpe del 23F, resta viva opzione aggressione militare
Ieri, 23 febbraio, una giornata contrassegnata da falsi positivi al confine, come l’incendio di camion con “aiuti umanitari”, doveva essere, probabilmente, l’incidente che avrebbe una scusa per attuare un intervento militare contro il Venezuela.
Fallito questo tentativo, non è affatto scampato il pericolo, domani l”autoproclamato” Guaido’ vedrà il vice presidente USA, Pence.
Paesaggio politico venezuelano del 23 Febbraio
Mision Verdad – http://aurorasito.altervista.org
Saldo negativo
Quasi un mese dopo l’auto-proclamazione di Juan Guaidó come “presidente in carica”, il bilancio degli obiettivi iniziali nei fronti istituzionali e militari è negativo.
Senza i generali delle FANB che accompagnano il tentativo di Washington di abbattere Maduro, e con uno “Statuto della Transizione” rilasciato dall’Assemblea Nazionale con pochi effetti pratici sulla realtà politica del Paese, la sua figura si logora tra inviti alla ribellione militare e dare per scontato l’ingresso di “aiuti umanitari” per il 23 febbraio.
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