Silvio Rodríguez https://nostramerica.wordpress.com
Caro Eusebio, la prima volta che ci siamo incrociati non ero stato in grado di indovinare la tua vera dimensione. Non so se ti ricordi. eravamo nell’ufficio che Aida Santamaría aveva in via San Ignacio e Empedrado. Quella mattina sei entrato un momento, le hai sussurrato qualcosa e poi hai proseguito con il tuo passo silenzioso e la tua camicia come quella di tutti i cubani. Erano state così tenui la tua entrata e la tua uscita che potevo anche essermele sognate. Ma quella donna indimenticabile mi aveva subito raccontato che eri stato oggetto “delle crudeli realtà delle nostre vite”. Tu non l’hai mai saputo, ma da quell’istante sono stato dalla tua parte.