Julio César Urien è un ex ufficiale di spicco della Marina argentina. Noto per aver guidato la rivolta alla Escuela de Mecánica de la Armada (ESMA) il 17 novembre 1972, a sostegno del ritorno del generale Juan D. Perón dopo 18 anni di proscrizione e per essersi rifiutato di reprimere il popolo, fu detenuto fino al 25 maggio 1973, quando venne rilasciato con la legge di amnistia del presidente Héctor J. Cámpora. Nel 1975 fu nuovamente arrestato per i suoi legami con il Gruppo Montoneros e infine rilasciato sotto il governo democratico di Raúl Ricardo Alfonsín nell’ottobre 1983.
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Milei marxista
Ci sono molte ragioni per le quali il presidente argentino entrerà nella storia dalla porta di servizio, se avrà fortuna. Contrariamente ai suoi deliri di grandezza, alla sua autoproclamata missione di essere il “redentore” di un Occidente conquistato dall’idra dalle sette teste del collettivismo, Javier Milei sarà invece ricordato come il governante la cui gestione ha fornito una nuova, più decisa e definitiva conferma della veridicità contenuta nella teoria di Karl Marx sull’economia capitalista. Come marxista “provato e dichiarato” non posso fare a meno di ringraziarlo, perché combatterò la battaglia delle idee meglio equipaggiato di prima.
Argentina in crisi
povertà al 52,9% e licenziamenti di massa con il governo Milei
L’Argentina rappresenta oggi uno dei casi più emblematici del fallimento delle politiche neoliberiste nel mondo. Il recente aumento della povertà al 52,9% della popolazione, secondo i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica e Censimenti (Indec), è solo l’ultimo segnale di un sistema che ha devastato l’economia e la società del paese. Il presidente Javier Milei, grande sostenitore di un approccio economico basato su tagli drastici alla spesa pubblica e privatizzazioni massicce (leggi neoliberismo selvaggio), ha portato avanti una serie di riforme che, lungi dal risanare la nazione, hanno affondato ulteriormente milioni di argentini nella miseria.
Neofascismi nella regione latinoamericana
il territorio virtuale come ambito di costruzione del potere
Paula Giménez e Matías Caciabue*
Negli ultimi anni, siamo stati testimoni di una preoccupante alleanza tra progetti politici autoritari e ciò che possiamo definire una nuova aristocrazia finanziaria e tecnologica. Questa collaborazione si inquadra in una ridefinizione delle dinamiche del potere mondiale, che approfondisce una logica di violenza simbolica e cognitiva, minacciando persino la sovranità delle nostre democrazie.
Argentina: l’egolatria di un ‘pazzo che non sa’
Il delirante messianismo del presidente e le sue dolorose conseguenze per la vita delle maggioranze popolari del paese mettono in luce la sua essenza classista e antinazionale. Raramente ciò che è antagonistico e irrazionale in termini ideologici e in senso sociale e culturale viene rivelato così chiaramente. Il governo libertario rappresenta tutto l’opposto dell’idea di un tessuto sociale solidale e del popolo stesso come collettivo nazionale, con una storia e una cultura che lo sostiene e gli dà significato.
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L’Argentina di Milei sprofonda nella povertà
e nell’inflazione che ha raggiunto il 236,7% annuo
Michele Blanco lantidiplomatico.it
L’idolo dei liberisti, dei governi statunitensi e dell’ultradestra il Presidente dell’Argentina Javier Milei, grazie alle sue assurde e inumani politiche, di tagli alle spese sociali, sta conducendo il popolo argentino in un baratro profondissimo. In Argentina oggi una persona su due è poverissima, infatti con la presidenza Milei in pochissimo tempo è passata dal già alto tasso del 41,7% di povertà all’incredibile 52% di cittadini argentini in situazione di povertà.
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È la classe, stupido!
In Argentina, “la casta” è diventata la chiave interpretativa a cui ricorrono sia i politici che i commentatori per spiegare la turbolenta congiuntura che sta attraversando la vita nazionale. La vittoria elettorale di una coalizione neofascista, presieduta da un prodotto da laboratorio fabbricato per captare il malessere sociale dominante, ha installato “la casta” come la sintesi di tutti i mali che affliggevano il paese.
Argentina: la brutale repressione di Milei contro i pensionati e il silenzio dei media
In Argentina, negli ultimi giorni si sono verificati episodi di violenza che hanno scosso il paese. Le forze di sicurezza federali hanno duramente represso le manifestazioni pacifiche dei pensionati che protestavano contro il veto del presidente Javier Milei a un aumento delle pensioni. La scena si è ripetuta in diverse occasioni, con manifestanti anziani che venivano maltrattati, colpiti con manganelli e gasati dalle forze dell’ordine. Le immagini di anziani a terra, colpiti e incapaci di respirare per i gas lacrimogeni, sono diventate simbolo di una tensione crescente nelle strade di Buenos Aires.
CIA: Il nostro uomo a Caracas
La chiamata, eufemisticamente, opposizione in Venezuela, che in realtà è una controrivoluzione, secondo le parole di Karl Marx, inerente a ogni rivoluzione, è logorata dopo tanti anni di tentativi di ribaltare l’opera dei patrioti venezuelani; hanno provato quasi di tutto, compreso l’assassinio politico, e ora l’assassinio del Presidente acquista più forza, quando ancora una volta non sono riusciti a vincere alle urne e inventano ogni tipo di sotterfugio come appellarsi alla tanto decantato “frode elettorale”, tipico in tutte le elezioni svoltesi e da convocare.
Giustizia ingiusta e libera economia
In articoli successivi ho sostenuto che in America Latina i neoliberisti, i libertari anarco-capitalisti, gli imprenditori che la pensano come loro e i governi imprenditoriali che li rappresentano, non solo mobilitano l’ideologia perversa della “libertà economica” ma hanno anche come “nemici” le tasse, i diritti del lavoro, lo Stato (https://t.ly/LbewH) e, per finire, persino l’idea stessa di giustizia sociale. Il punto di partenza è Friedrich von Hayek (1899-1992), il padre del neoliberismo, che nel suo saggio “L’atavismo della giustizia sociale” (https://t.ly/3eDRd), parla di un’idea “impossibile” e di un concetto che deve essere “eliminato” in economia.
La CIA ha torturato i cubani in Argentina
Il Venezuela non è solo
Il presidente del Consiglio Nazionale Elettorale venezuelano ha confermato, questo venerdì, la vittoria di Nicolás Maduro nelle elezioni del 28 luglio scorso, mentre il Tribunale Supremo di Giustizia indaga su quanto accaduto, su richiesta del presidente eletto, e ha citato i nove candidati che hanno partecipato alle elezioni, tutti presenti tranne Edmundo González.
Argentina e le milizie digitali di Milei
Uno. Ho iniziato questi appunti in Messico (qui), e li riprendo a Buenos Aires, dove le reti antisociali (X –precedentemente Twitter–, YouTube, TikTok, Facebook, Instagram, Reddit, Snapchat, WhatsApp) assicurano che i cambi per cui hanno votato milioni di argentini si stanno realizzando e il paese sta prendendo la direzione che hanno scelto con il loro voto.
L’involuzione democratica
Il governo di Javier Milei sta facendo scivolare l’Argentina verso una crisi di proporzioni inedite. Una crisi integrale, multidimensionale, poliedrica. L’inverosimile aspirante al premio Nobel per l’Economia sta affondando i principali indici economici a livelli senza precedenti. Gli indicatori di attività sono in calo, le fabbriche funzionano a metà regime, i commercianti vedono crollare le vendite, l’inflazione è lontana dall’essere sconfitta, il dollaro schizza alle stelle, la disoccupazione cresce inarrestabile e le retribuzioni dei lavoratori, registrati o precari, così come gli importi delle pensioni e delle indennità, crollano mese dopo mese. Tutto questo è celebrato come un successo dagli esotici seguaci della setta anarco-capitalista e dai loro beneficiari senza scrupoli.
Il prescelto dal Comando Sud
L’Argentina si mobilita contro il negazionismo di Milei, mentre i tagli finanziari del suo governo minacciano i cosiddetti siti della memoria, dove c’erano campi di concentramento, gli archivi storici e le politiche riparatorie