“America aglii americani” è la frase con cui Pedro Castillo ha chiuso il suo discorso al Vertice delle Americhe di Los Angeles, nell’aprile 2022, al quale ha partecipato senza il suo tradizionale sombrero da insegnante rurale. Nel bel mezzo dello scisma causato dall’esclusione fatta dagli USA, nell’appello per quell’evento, di Cuba, Venezuela e Nicaragua, Castillo è stato uno di quelli che ha scelto di partecipare e non menzionare quel tema che si è convertito nel centro dello stesso.
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Perù: da Allende a Béjar
Milcíades Ruiz, Bolivar Infos, 19 agosto 2021
“Il più pericoloso nel nuovo governo era Hector Béjar, per la sua onestà, capacità e autorità”, secondo l’analista Milciades Ruiz, analizzando le circostanze che l’hanno costretto a dimettersi. Ciò che spaventa l’intelligence degli Stati Uniti (CIA) e l’opposizione “era l’importanza di Béjar sulla geopolitica del continente”. Da ministro delle relazioni estere “immaginavano che avrebbe riattivato l’integrazione regionale che tanto gli era costata disattivarla” e organizzarono una famigerata campagna per rovesciarlo. “La verità è che Hector Béjar si oppone al terrorismo da qualunque parte provenga”, spiega Don Milciades, che dice ciò che molti non osano dire: “non esiste al mondo un apparato terroristico peggiore della CIA”.
La nuova politica estera del Perù di Castillo
Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
La vittoria – imprevista – del maestro rurale Pedro Castillo nella contesa elettorale in Perù porterà il paese a un’inevitabile svolta. In questi anni il paese, dopo l’occasione mancata di cambiamento con la presidenza di Hollanta Humala, è stato preda di una forte instabilità politica ma è costantemente rimasto ancorato alle politiche antibolivariane ispirate (leggi imposte) da Washington. Tanto che proprio a Lima nel 2017 sotto la presidenza del neoliberista Pedro Pablo Kuczynski fu creato il cosiddetto Gruppo di Lima con l’intento di unire tutte le nazioni del continente americano fedeli agli Stati Uniti che non avevano riconosciuto legittime le elezioni presidenziali in Venezuela e quindi riconosciuto come presidente il fantoccio golpista Juan Guaidò. A quanto pare Lima sarà anche la tomba di questo progetto filoimperialista volto alla distruzione del Venezuela e dei progetti bolivariani per la regione.
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