Ci sono molte ragioni per le quali il presidente argentino entrerà nella storia dalla porta di servizio, se avrà fortuna. Contrariamente ai suoi deliri di grandezza, alla sua autoproclamata missione di essere il “redentore” di un Occidente conquistato dall’idra dalle sette teste del collettivismo, Javier Milei sarà invece ricordato come il governante la cui gestione ha fornito una nuova, più decisa e definitiva conferma della veridicità contenuta nella teoria di Karl Marx sull’economia capitalista. Come marxista “provato e dichiarato” non posso fare a meno di ringraziarlo, perché combatterò la battaglia delle idee meglio equipaggiato di prima.
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Argentina in crisi
povertà al 52,9% e licenziamenti di massa con il governo Milei
L’Argentina rappresenta oggi uno dei casi più emblematici del fallimento delle politiche neoliberiste nel mondo. Il recente aumento della povertà al 52,9% della popolazione, secondo i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica e Censimenti (Indec), è solo l’ultimo segnale di un sistema che ha devastato l’economia e la società del paese. Il presidente Javier Milei, grande sostenitore di un approccio economico basato su tagli drastici alla spesa pubblica e privatizzazioni massicce (leggi neoliberismo selvaggio), ha portato avanti una serie di riforme che, lungi dal risanare la nazione, hanno affondato ulteriormente milioni di argentini nella miseria.
Neofascismi nella regione latinoamericana
il territorio virtuale come ambito di costruzione del potere
Paula Giménez e Matías Caciabue*
Negli ultimi anni, siamo stati testimoni di una preoccupante alleanza tra progetti politici autoritari e ciò che possiamo definire una nuova aristocrazia finanziaria e tecnologica. Questa collaborazione si inquadra in una ridefinizione delle dinamiche del potere mondiale, che approfondisce una logica di violenza simbolica e cognitiva, minacciando persino la sovranità delle nostre democrazie.
Argentina: l’egolatria di un ‘pazzo che non sa’
Il delirante messianismo del presidente e le sue dolorose conseguenze per la vita delle maggioranze popolari del paese mettono in luce la sua essenza classista e antinazionale. Raramente ciò che è antagonistico e irrazionale in termini ideologici e in senso sociale e culturale viene rivelato così chiaramente. Il governo libertario rappresenta tutto l’opposto dell’idea di un tessuto sociale solidale e del popolo stesso come collettivo nazionale, con una storia e una cultura che lo sostiene e gli dà significato.
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L’Argentina di Milei sprofonda nella povertà
e nell’inflazione che ha raggiunto il 236,7% annuo
Michele Blanco lantidiplomatico.it
L’idolo dei liberisti, dei governi statunitensi e dell’ultradestra il Presidente dell’Argentina Javier Milei, grazie alle sue assurde e inumani politiche, di tagli alle spese sociali, sta conducendo il popolo argentino in un baratro profondissimo. In Argentina oggi una persona su due è poverissima, infatti con la presidenza Milei in pochissimo tempo è passata dal già alto tasso del 41,7% di povertà all’incredibile 52% di cittadini argentini in situazione di povertà.
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È la classe, stupido!
In Argentina, “la casta” è diventata la chiave interpretativa a cui ricorrono sia i politici che i commentatori per spiegare la turbolenta congiuntura che sta attraversando la vita nazionale. La vittoria elettorale di una coalizione neofascista, presieduta da un prodotto da laboratorio fabbricato per captare il malessere sociale dominante, ha installato “la casta” come la sintesi di tutti i mali che affliggevano il paese.
Ideologia, potere e turbocapitalismo
Coordinate per comprendere il fascismo in Venezuela
Parlare di fascismo, nel nostro paese e dal governo del Comandante Chávez, si riferisce a tratti discorsivi e comportamentali che storicamente sono stati legati alle strategie di golpe e alle tattiche di scontro utilizzate, dal 2002, dai fattori permanenti del cambio di regime.
Giustizia ingiusta e libera economia
In articoli successivi ho sostenuto che in America Latina i neoliberisti, i libertari anarco-capitalisti, gli imprenditori che la pensano come loro e i governi imprenditoriali che li rappresentano, non solo mobilitano l’ideologia perversa della “libertà economica” ma hanno anche come “nemici” le tasse, i diritti del lavoro, lo Stato (https://t.ly/LbewH) e, per finire, persino l’idea stessa di giustizia sociale. Il punto di partenza è Friedrich von Hayek (1899-1992), il padre del neoliberismo, che nel suo saggio “L’atavismo della giustizia sociale” (https://t.ly/3eDRd), parla di un’idea “impossibile” e di un concetto che deve essere “eliminato” in economia.
Argentina e le milizie digitali di Milei
Uno. Ho iniziato questi appunti in Messico (qui), e li riprendo a Buenos Aires, dove le reti antisociali (X –precedentemente Twitter–, YouTube, TikTok, Facebook, Instagram, Reddit, Snapchat, WhatsApp) assicurano che i cambi per cui hanno votato milioni di argentini si stanno realizzando e il paese sta prendendo la direzione che hanno scelto con il loro voto.
Cosa significa il Venezuela per Elon Musk?
Con l’ascesa, negli ultimi anni, di Elon Musk nella classifica delle persone più ricche del mondo, sono aumentati gli sforzi del miliardario di origine sudafricana per influenzare in modo decisivo lo spettro politico USA.
I suoi interessi privati si combinano con la corrente della destra libertaria e di altre fazioni nello stesso spettro, lì dove anche Donald Trump è un importante riferimento ideologico.
L’involuzione democratica
Il governo di Javier Milei sta facendo scivolare l’Argentina verso una crisi di proporzioni inedite. Una crisi integrale, multidimensionale, poliedrica. L’inverosimile aspirante al premio Nobel per l’Economia sta affondando i principali indici economici a livelli senza precedenti. Gli indicatori di attività sono in calo, le fabbriche funzionano a metà regime, i commercianti vedono crollare le vendite, l’inflazione è lontana dall’essere sconfitta, il dollaro schizza alle stelle, la disoccupazione cresce inarrestabile e le retribuzioni dei lavoratori, registrati o precari, così come gli importi delle pensioni e delle indennità, crollano mese dopo mese. Tutto questo è celebrato come un successo dagli esotici seguaci della setta anarco-capitalista e dai loro beneficiari senza scrupoli.
Il prescelto dal Comando Sud
L’Argentina si mobilita contro il negazionismo di Milei, mentre i tagli finanziari del suo governo minacciano i cosiddetti siti della memoria, dove c’erano campi di concentramento, gli archivi storici e le politiche riparatorie
Il piano di Machado-Gonzalez replica quello di Milei
“Tierra de Gracia” porterebbe il Venezuela nello stesso abisso dell’Argentina
Sono passati sei mesi da quando Javier Milei, con la sua retorica libertaria e promesse di libertà economica, si è insediato alla Casa Rosada. Tuttavia, la realtà è che la sua “liberazione” si è tradotta in un brutale aggiustamento neoliberale che ha lasciato l’Argentina in una situazione di precarietà sociale senza precedenti.
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Sei mesi di agonia
In Argentina non ci troviamo di fronte alla tradizionale destra neoliberale che ha sempre parlato di ridurre il più possibile lo Stato, bensì di fronte a un vero anarcocapitalista che vuole distruggerlo.
Perché la NATO tenta di attrarre l’America Latina nella propria orbita?
Sotto il governo di Javier Milei, l’Argentina si è avvicinata completamente agli USA. Dall’inizio dell’anno, Buenos Aires ha visto una costante visita di alti funzionari USA, come il segretario di Stato Antony Blinken, il direttore della CIA William Burns e la capo del Comando Sud degli USA, Laura Richardson, insieme a numerosi funzionari di grado inferiore. Allo stesso modo, membri del governo argentino hanno effettuato visite regolari a Washington.
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