Culto dell’odio nel giornalismo ultranazionalista spagnolo: impunità e doppio standard
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Pochi giorni fa, la giustizia tedesca poneva in libertà l’ex presidente, in esilio, della Catalogna, Carles Puigdemont (1). Immediatamente si scatenavano le reazioni ultranazionaliste, come quella del locutore spagnolo Federico Jimenez Losantos: “l’unica cosa che è compresa nella politica estera di fronte ad un atto di forza contro la legge, è un altro atto di forza”, diceva nel suo programma radio (2). “Se non c’è certezza del diritto per gli spagnoli in Europa, non ci può essere per i tedeschi in Spagna”. E chiedeva “un’azione, naturalmente (…) nelle Baleari ci sono 200000 tedeschi in ostaggio. In Baviera possono iniziare a saltare in aria birrerie “(3). Mentre tweeter e musicisti -di sinistra naturalmente- sono stati condannati al carcere da tribunali spagnoli a causa del presunto “contenuto violento” dei loro testi, l’incitamento all’odio dell’utradestra Jimenez Losantos è rimasto assolutamente impunito (4).
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