di Geraldina Colotti
Lo spettro del nazifascismo aleggia sul Brasile e ha le sembianze di Jair Bolsonaro, candidato per il PSL alle elezioni di domenica 7 ottobre. L’ex capitano dell’esercito a cui non dispiace essere paragonato a Hitler, mentre considera un insulto sanguinoso essere chiamato gay, è favorito nei sondaggi: ha tratto profitto anche dalle pugnalate ricevute l’8 settembre, durante un incontro di campagna elettorale. Ha soprattutto tratto vantaggio dalla messa fuori gioco di Lula, arrestato ad aprile e poi definitivamente inabilitato alla competizione elettorale. Al suo posto, il Partito dei Lavoratori (PT) ha candidato Fernando Haddad, subentrato troppo tardi per far fruttare al meglio il suo “pacchetto” di voti.
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