di Geraldina Colotti
In tempo di crisi, quando ci sarebbe bisogno di serrare le fila contro le difficoltà e il nemico, i tradimenti risultano ancora più odiosi. Quasi per mitigarne il peso, si discute allora su quali fossero, se c’erano, i segnali che potevano far prevedere il tradimento e perché non siano stati avvertiti in tempo. Un esercizio che, certo, si può fare, tanto più se a tradire è la persona situata al vertice di un progetto collettivo. Più proficuo è, però, analizzare il contesto, i pregressi, le scelte, le linee politiche che hanno fatto apparire più adatta quella persona a occupare quel posto, quell’incarico, e a scivolare poi – lentamente o d’un colpo – dall’altra parte della barricata.
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