La disperazione di Antony Blinken, Segretario di Stato del governo USA, ha raggiunto il suo culmine. Il motivo è che non è riuscito nel suo obiettivo di destituire con la forza il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, con la complicità dell’estrema destra venezuelana guidata da María Corina Machado, proconsole di quel governo in Venezuela.
La prima congiura del Governo USA contro la Rivoluzione Cubana.
Il 26 marzo 1959, nel Consiglio di Sicurezza Nazionale USA, il presidente USA, Dwight D. Eisenhower, approvò la prima operazione diplomatico-sovversiva contro la Rivoluzione Cubana.
Tra il 2018 e il 2020, María Corina Machado ha promosso una insolita campagna affinché in Venezuela si insediassero truppe straniere e facessero un colpo di Stato contro il presidente Nicolás Maduro; giornate che una parte dell’opposizione preferisce dimenticare per convenienza politica.
Il latitante ed ex sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, ha rilasciato dichiarazioni al programma Factores de Poder, della giornalista Patricia Poleo, che rafforzano la posizione delle autorità elettorali venezuelane di inabilitare politicamente María Corina Machado. Quest’ultima ha cambiato strategia politica ed è passata dall’insurrezione e le vie antipolitiche alla partecipazione alle primarie della Piattaforma Unitaria Democratica (PUD) per definire un unico candidato che si presenti alle prossime elezioni presidenziali.
Le recenti dichiarazioni di Freddy Superlano, candidato del partito Voluntad Popular (VP), al giornalista Luis Olavarriaeta sono un ritratto della sua carriera politica durante gli ultimi anni. Quando gli è stato chiesto se, nel corso del 2019, si fosse dedicato a una politica interventista contro il Venezuela, ha risposto che non se lo ricorda e che il suo partito è sempre stato molto “elettorale”.
#COMUNICADO El Gobierno de la República Bolivariana de Venezuela rechaza acto de injerencismo de la Unión Europea, el día de hoy, en asuntos que son de exclusiva competencia de los Poderes Públicos venezolanos. pic.twitter.com/H050rUrdmu
L’Unione Europea ancora una volta – ove mai ve ne fosse bisogno – ha deciso di mostrare il suo vero volto imperialista e neocolonialista con inaccettabili dichiarazioni sulla vita democratica interna di uno Stato sovrano come il Venezuela. Ingerenze che Caracas ha prontamente rispedito al mittente.
L’intervento militare in Venezuela è stato un tema ricorrente negli ultimi anni e sono molti i dirigenti politici dell’opposizione che hanno apertamente promosso questa opzione.
Si sono sforzati di applicare il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR) e il ricorso alla “dottrina” della Responsabilità di Proteggere (R2P), con l’obiettivo di ottenere il sostegno internazionale per l’intervento straniero nel Paese, nel secondo caso con coperture “umanitarie” e “preventiva”.
Sono stati centinaia gli appelli al dialogo con settori dell’opposizione da parte del presidente Nicolás Maduro. Tendere la mano e cercare comprensione è stata anche una costante durante la presidenza di Hugo Chávez. Tuttavia, bisogna capire che gli USA sono intervenuti nei diversi processi di questa indole nei momenti più importanti. Di seguito è riportato un resoconto.
I sogni di coloro che lottarono per l’indipendenza politica in America Latina, all’inizio del XIX secolo, cercavano non solo di porre fine al dominio dell’impero spagnolo, erano allo stesso tempo portatori di una proposta di integrazione regionale. Tuttavia, le loro speranze si scontrarono con una realtà: la nascita dell’imperialismo. Si trattava di una forma di controllo molto più sofisticata, articolata sotto il processo di internazionalizzazione della produzione, dei mercati e del lavoro. Il suo scopo, la sottomissione delle giovani nazioni, creando Stati fantoccio; governi sepoy (qualunque militare indigeno dell’India sotto il governo britannico ndt), con plutocrazie lontane da una proposta nazional-popolare.
La Dottrina Monroe è uno dei molti mezzi con cui gli USA hanno ampliato il loro desiderio egemonico sulla regione latinoamericana e caraibica sin dalle prime fasi della loro esistenza come nazione
Le armi fumavano ancora nell’Europa distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale; l’Armata Rossa sovietica stava appena iniziando il suo ritorno in patria, dopo aver affrontato, inseguito e schiacciato le truppe hitleriane sino nella stessa Berlino; e un altro terribile pericolo per l’umanità stava già iniziando ad arrivare da Washington. Il suo esercito era entrato in guerra solo quando iniziò a sventolare la bandiera rossa con la falce e il martello, nei campi di concentramento liberati.
Gaza e l’Avana: l’amore per i bombardamenti della “dissidenza” cubana
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
La cosiddetta “dissidenza” cubana non ha dubbi sui suoi paradigmi di democrazia e libertà: sono Israele e Colombia.
I bombardamenti israeliani su Gaza hanno causato, in meno di una settimana, circa 200 morti tra la popolazione palestinese (1). Un quarto erano bambini/e. Hanno distrutto centinaia di case, centri educativi e sanitari. Israele ha persino fatto saltare in aria la sede di diverse agenzie di stampa occidentali (2). Eliécer Ávila, capo del gruppo “dissidente” cubano Somos +, lo giustificava così: “Se il popolo palestinese continua a essere in complicità con coloro che attaccano Israele in modo terroristico e codardo, allora, dopo non mi tirino fuori gente guarda! Hanno ucciso mia zia! Sì, sì, è che tua zia vive nello stesso edificio e salutava gente che girava con un razzo. Possa il razzo arrivare, Allah! Lascia che sparino il razzetto e che il drone veda da dove viene e che Israele risponda, affinché tu veda”(3).
Peggio che dimenticare la storia è distorcerla per alimentare il risentimento. Lo dice lo storico britannico Peter Brown e dall’altro lato dell’Atlantico, all’hotel Biltmore di Miami, chiedono di considerare l’invasione di Cuba.
José Steinsleger ha già parlato del contesto in cui è stata avanzata tale richiesta, nell’edizione di ieri de La Jornada, al riportare del pandemonio congrega di destra organizzata Institute for Democracy (IID), della Florida. Tuttavia, voglio soffermarmi sulle parole dell’oratore che Pepe descrive in modo insuperabile come “leggendario ruffiano cubano della CIA e terrorista a tutto tondo”, perché la frase che ha pronunciato è un gioiello del risentimento in un ambiente in cui Carlos Alberto Montaner è qualsiasi cosa ma non un caso raro.
Premio Sacharov chiede l’invasione di Cuba: cosa dice il Parlamento Europeo?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Il Premio Sacharov che -secondo il Parlamento Europeo- si riconosce a coloro che “hanno dedicato le proprie vite (…) alla difesa dei diritti umani e delle libertà” (1), è stato assegnato in due occasioni alla cosiddetta “dissidenza” cubana: alle Dame in Bianco ed a Guillermo Fariñas (2).
In un intervento parallelo ed informale via web accompagnato da alcune delegazioni nell’ambito della 75a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il deputato venezuelano uscente Juan Guaidó ha tenuto un discorso in presunta rappresentanza della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
L’intervento non è stato inserito nel panel istituzionale e si è prodotto pochi minuti dopo l’intervento ufficiale del presidente Nicolás Maduro davanti a questa Assemblea. Guaidó, ancora una volta, ha rilasciato dichiarazioni serie e preoccupanti che sono poi state rafforzate sulle sue reti sociali.