L’Unione Europea non deve essere
complice degli USA contro Cuba
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Alla Presidenza dell’Unione Europea
Alla Presidenza della Commissione Europea
Bruxelles
Nel 2003, l’Unione
Europea, mostrandosi intransigente contro Cuba, ha adottato sanzioni contro un
paese già sottoposto da decenni ad un durissimo ed illegale blocco da parte
degli Stati Uniti.
Riteniamo che questa decisione sia una forma di capitolazione e complicità con
la politica aggressiva degli Stati Uniti contro la sovranità e la dignità
nazionale di Cuba e dell’America Latina nel suo complesso.
L’Unione Europea non può adottare una doppia morale nelle sue relazioni
internazionali. Non ha adottato sanzioni contro altri paesi che applicano
sistematicamente – e non eccezionalmente – la pena capitale. Si mostra
intransigente contro piccoli Stati come Cuba o Zimbawe ma si mostra indulgente
verso altri stati come Colombia o Israele dove avvengono violazioni dei diritti
umani enormemente più gravi. I tre quarti del mondo ritengono ormai
inaccettabile la logica dei due pesi e delle due misure.
Chiediamo per questo che l’Unione Europea revochi rapidamente le sanzioni contro
Cuba, si adoperi per ostacolare l’internazionalizzazione del blocco contro Cuba
da parte dell’amministrazione degli Stati Uniti, inserisca nella sua agenda
politica la democratizzazione delle relazioni internazionali.
PRIMI FIRMATARI: Remì Herrera (Università di Parigi);
Paolo Nacatani (Università S.Espiritu, Brasile); Luciano Vasapollo (università
di Roma “La Sapienza”); Samir Amin (Presidente Forum Mondiale delle
alternative); Gorge Labica (Presidente Centro Democratico Internazionale);
Isabel Monal (Istituto Nazionale di Filosofia di Cuba); Al Campbell (Università
dell’Utah, Stati Uniti); Elena Alvarez (Istituto Nazionale per l’Economia,
Cuba); Gentil Corazza (Università federale di Porto Alegre, Brasile); Victor
Rios Vidal (Fondazione di ricerca marxista, Barcellona, Spagna); Armando
Fernandez (Università Complutense, Madrid); Alesando Valle (Università di Città
del Messico);
Francosi Houtard (Centro Tricontinentale, Belgio); Regula Eburmkind (università dell’Utah, Stati Uniti); Isabel Einard Amin (Forum del Terzo Mondo, Senegal) ed altre trenta intellettuali, studiosi e ricercatori riuniti al Convegno internazionale marxista di Parigi