L' FBI HA CONSTATATO LE TORTURE A GUANTANAMO
UN ANNO PRIMA CHE AD ABU GHRAIB
10 dicembre 2004
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Il sito digitale News.com ha reso noto che alcuni agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) hanno testimoniato sugli interrogatori “molto aggressivi” e le torture inflitte ai prigionieri della base di Guantanamo.
Questi maltrattamenti sono avvenuti a volte anche più di un anno prima che venisse reso noto lo scandalo delle foto e dei video di Abu Ghraib, cosa che evidenzia una pratica estesa nello spazio e nel tempo.
Una lettera di un agente del FBI fa capire che il Pentagono ha fatto orecchie da mercante alle segnalazioni del ‘Bureau’ su questi incidenti, fra i quali figura quello di una interrogatrice che stringe i genitali di un detenuto.
In un altro caso, al prigioniero venivano piegati i pollici all’indietro o lo si imbavagliava con il nastro adesivo. E’ stato anche denunciato l’uso di cani per intimidire un detenuto, che è stato poi sottoposto ad isolamento ed ha presentato segni di “trauma psicologico estremo”.
Secondo la lettera, datata 14 luglio, un “marine” ha detto all’osservatore del FBI che alcuni interrogatori hanno ridotto i prigionieri a pregare in posizione fetale a terra ed a piangere dal dolore.
Thomas Harrington, esperto in antiterrorismo del FBI, che comandava un gruppo di investigatori che ha visitato la base USA sul territorio occupato di Guantanamo, ha inviato la missiva al generale Donald Ryder, titolare delle indagini sugli abusi nelle prigioni in Iraq, Afghanistan e Guantanamo.
Harrington, nel gennaio 2003, ha fatto pervenire le sue lamentele sulle tecniche abusive ai procuratori del Dipartimento della Difesa. Tuttavia, almeno apparentemente, non sono state tenute in conto.
I suoi esposti evidenziano che le torture sono state inflitte dai militari statunitensi prima che scoppiasse lo scandalo di Abu Ghraib. Questo conferma che il Pentagono non ha fatto niente dopo aver ricevuto le segnalazioni dell’ufficiale del FBI.
Gli effettivi statunitensi hanno potuto utilizzare queste pratiche disumane a Guantanamo, dove circa 600 prigionieri della guerra in Afghanistan sono stati privati dei loro diritti elementari, tra i quali l’assistenza legale di un avvocato.
Le autorità nordamericane hanno anche impedito l’accesso di funzionari del Comitato Internazionale della Croce Rossa, così come delle autorità consolari dei paesi d’origine dei detenuti.
Gli Stati Uniti hanno rinchiuso nelle gabbie di Guantanamo cittadini di circa quaranta paesi, compresi alcuni di quelli che Washington considera alleati nella sua crociata contro il terrorismo.