I ricordi di zia Miní
24 dicembre 2001 - Ventura de JESÚS www.granma.cu
Matanzas — Conrado Benítez nacque e crebbe sotto lo sguardo vigile di sua zia Miní che mai lo perse di vista; attenta ad ogni suo passo. Si comportava più come una complice che come una zia, confessa qualcuno molto vicino alla famiglia.
Quando, con sorpresa, seppe dell'assassinio di suo nipote, il giorno 5 gennaio 1961, vittima delle bande controrivoluzionarie nelle montagne del Escambray, Herminia Benítez López si aggrappò sconsolata a uno dei forconi della sua umile casa come se avesse perso uno dei suoi due figli. "Quel giorno affrontai il peggior momento della mia vita" ricorda questa donna di statura minuta e che già sorpassa i 76 anni di età.
Conrado stava sotto lo sguardo protettore di minì
Miní vive ancora nella strada di San Francisco, nel quartiere di Pueblo Nuevo nella città di Matanzas, nel medesimo luogo dove nacque Conrado, il maestro volontario che a ragione potrebbe essere definito il primo martire della Campagna di Alfabetizzazione e il cui esempio, successivamente, fu imitato da migliaia e migliaia di giovani di tutto il paese, in un gesto eroico di cultura e straordinaria dimostrazione di ciò che possono fare le masse.
NON
TENEVA L'ETÀ PER MORIRE
Seduta
nella piccola sala della sua casa, con i capelli rac
"Da piccolo era molto tranquillo ed affettuoso, benché non sorridesse molto. Anche in giovane età mostrava interesse per la scuola e mi obbligò a rivolgermi ad una preside, mia amica, perché lo ammettesse in classe anche senza avere l'età richiesta. Così fu come iniziò".
Racconta Miní che una volta conclusa la primaria, proseguì gli studi nella scuola superiore No. 3 e posteriormente si diplomò presso l' Istituto No.1, in l' Avana. La zia non dimentica che da subito Conrado si mostrò interessato ad aiutare la famiglia. "Lui stesso si costruì un cassetta da lustrascarpe e dopo, già alla secondaria, andava di notte con i suoi amici Adolfo y Evelio alla panetteria La Caoba, in Pueblo Nuevo, per cooperare al bilancio famigliare. Non era un bambino che chiedeva, esigente, anzi bisognava obbligarlo a prendere qualche moneta perché andasse al cinema".
Di risorse economiche molto scarse era un ragazzo molto serio e disciplinato. "Rispettava tutti e come a tutti i ragazzi gli piaceva il baseball, il calcio e la pista. Era alto e forte. Ancora ricordo l'allegria sul suo viso quando seppe dell'appello di Fidel ai giovani che stavano disposti ad andare in montagna o in altri luoghi remoti per alfabetizzare. Tornò a casa molto contento."
L'
Epoca in cui lo vidi più felice
Stette tre mesi in Minas de Frío e dopo fu ospitato per vari giorni nell' hotel Habana Libre, come tutti i giovani che rientravano dal duro addestramento in montagna.
Venne a Matanzas in attesa che lo chiamassero. Ma la notizia che sarebbe stato collocato, con i suoi compagni, nel secondo contingente di maestri volontari lo scontentò.
Sostiene Miní che quando Conrado seppe della partenza del primo contingente le disse che andava alla stazione a salutarli.
"Non andare, ti renderà triste" gli spiegai ma lui decise di andare lo stesso e poco dopo tornò correndo, bagnato di sudore, e mi disse che mancava uno dei maestri. "Raccogli quello che puoi perché il treno sta per partire" dopo un pò di tempo mi scrisse una lettera raccontandomi che stava bene ed era contento.
Miní notò che il giovane Conrado non faceva mai riferimento alla complessa situazione che si viveva nella zona centrale del paese, dove operavano le bande controrivoluzionarie, appoggiate, finanziate, rifornite dagli USA. Conrado, sapendo che la zia e suo padre stavano in Santa Clara chiese che andassero a conoscere la sua fidanzata, che viveva in Camajuaní, che era anch'essa maestra volontaria. "Ciò che lui certamente voleva era che suo padre chiedesse, per lui, la mano della fidanzata", confessa la zia. "Il giorno 25 dicembre venne a Matanzas per passare una giornata con la fidanzata e la suocera".
A ripensare Miní ricorda che in quei giorni Conrado era particolarmente felice. Svolgeva il suo ruolo di maestro e ammirava come i contadini lo ringraziavano. "I contadini gli volevano bene. La mattina impartiva lezione ai bambini e la notte agli adulti. Andava con loro a tagliar legna per costruire i banchi per la scuola. Quando tornò a casa in dicembre andò fino alla capitale per comprare dei giocattoli per quei bambini. Fu in quell'epoca che lo vidi più felice che mai".
ASSASSINATO PER IL DELITTO DI INSEGNARE A LEGGERE
Insieme
a un gruppo di maestri volontari, Conrado partì da
"Gli assassini controrivoluzionari lo stavano aspettando", osserva Miní. "Lo insultarono, gli dissero che era solo un negro morto di fame e che la gente che andava ad aiutare non poteva dargli nulla". Egli si mantenne saldo nelle sue convinzioni e terminato di torturarlo lo impiccarono con un filo spinato. Questo fu il racconto di suo padre che lo vide morto. Quando mi portarono fino alla scuola a lui intitolata e vidi il luogo dove questo ragazzo alfabetizzava mi posi le mano tra i capelli.
"Lo assassinarono per il delitto di insegnare a leggere e per impaurire coloro che già erano pronti a seguire il suo esempio nelle brigate di alfabetizzazione. ottennero l'effetto opposto: i maestri si moltiplicarono.Tutti si offersero di prendere il suo posto. Questo ci rincuorò e ancor più sapere che, poco tempo dopo, il paese fu dichiarato libero dall'analfabetismo."
"Vedere quei giovani, quasi bambini, con le loro uniformi, le lanterne e gli altri accessori mi aiutò a sopportare la sua assenza. Sempre lo porto nel mio cuore; non lo dimentico nemmeno per un minuto. La sua morte causò gran commozione ; però non fu vana", confessa la zia che lo amò come una vera madre.
MATANZAS E L'ALFABETIZZAZIONE
Benché
Matanzas non tenesse la situazione più difficile, al
Di certo è che migliaia di giovani soffrivano della carenza di aule e maestri; situazione che era di più totale caos nell'ampia regione di Ciénaga de Zapata e in altre zone rurali della regione. Per questo fu necessario usufruire degli alunni della scuola secondaria e di altri giovani con il livello e la disposizione ad insegnare ai figli dei contadini, di convivere con loro e trasmettere i loro insegnamenti e le loro conoscenze.
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