Approvata la risoluzione
contro Cuba per un solo voto Il voto del Messico era stato annunciato da un portavoce della Casa Bianca. Il Presidente Bush nonostante la crisi in Iraq si è occupato personalmente di fare pressioni sui governanti latino americani |
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Ginevra – Il voto del Messico nella CDU della ONU a Ginevra è stato decisivo per un discutibile vantaggio di 22 a 21 ottenuto dagli Stati Uniti dopo un disperato corri corri telefonico personale di Bush con i presidenti degli stati latino americani.
Bush non ha lascito che fosse il governo messicano a dare l’annuncio poiché un portavoce della Casa Bianca si è affrettato a far conoscere la decisone e ad annunciarlo da Washington come una decisione congiunta.
Si trattava della risoluzione contro Cuba presentata da Honduras su richiesta degli Stati Uniti per criticare Cuba in materia di diritti umani.
Gli applausi dopo l’intervento del capo della delegazione cubana, Juan Antonio Fernández e la posizione ferma di Cina, India, Russia e della stragrande maggioranza dei paesi africani membri della CDU avevano anticipato la votazione.
Il discusso punto nove dell’agenda della CDU ha fatto sì che per la prima volta in poco più di un mese di sessioni la XVIIª sala del Palais de Nations di Ginevra sia stata praticamente sempre affollata e la questione Cuba ha suscitato una particolare attenzione.
L’Irlanda, a nome della Unione Europea – UE – non ha sorpreso l’auditorio reiterando le sue critiche all’Avana. Molto meno gli Stati Uniti che si sono congratulati con il nuovo pedone, come Cuba ha definito Honduras, che ha presentato il testo.
Cile si è unito al voto e anche questo non ha stupito come e avvenuto con il Guatemala, Messico, Perù, Repubblica Dominicana e Costa Rica nel gruppo dei coristi che hanno seguito il cammino di Washington.
Nel caso del Messico la decisione era stata rivelata ieri da portavoce della Casa Bianca dopo una breve conversazione telefonica tra Fox e Bush, che si era incaricato personalmente di contattare vari presidenti latino americani per fare pressioni ed ottenere l’adesione al progetto contro Cuba. Non tutti hanno acconsentito però alla volontà della Casa Bianca, come Argentina, Brasile, Paraguay che hanno deciso di astenersi.
La Cina ha fatto una solida difesa di Cuba considerando il suo valoroso popolo che in 45 anni di Rivoluzione è riuscito a sviluppare conquiste straordinarie in tutte le specialità nonostante il blocco e le pressioni degli USA.
Il delegato cinese ha rimarcato che era molto triste vedere la CDU manipolata dall’egemonismo che tratta di imporre nel mondo la Casa Bianca e ha condannato l’idea che una piccola Isola possa essere il bersaglio prediletto dei governanti degli Stati Uniti.
Russia, Zimbawe, Togo, Congo e Sudán si sono sommati al criterio di non sostenere un documento di condanna di Cuba facendo uso della parola per segnalare la solidarietà dell’Isola con i popoli del mondo e i suoi successi nell’educazione, salute, cultura e il suo rispetto e sostegno dei diritti umani.
La votazione è stata un riflesso abbastanza preciso della carta geopolitica che predomina nella CDU con gli Stati Uniti, Gran Bretagna, U E accompagnati da Australia e Giappone nel blocco dei ricchi, con i latino americani già menzionati e Corea del Sud, Croazia e Svezia tra gli altri.
Assieme a Cuba nel No! alla risoluzione Bahrein, Burkina Faso, Cina, Congo, Egitto, Etiopia, India, Indonesia, Nigeria, Paquistan, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Sierra Leone, Sudafrica, Sudan, Swazilandia, Togo, Ucraina, Zimbawe e la delegazione cubana.
Il risultato, 22 a favore e 21 contro con 10 astensioni, ha provocato i complimenti per la delegazione dei Caraibi e non commiserazioni, nel mezzo di azioni provocatorie degli inviati di Miami che non hanno mai smesso il loro compito e impegno di cercare l’alterco con i rappresentanti di Cuba.
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