PANAMA 26 agosto 2004
Gruppi popolari hanno sfilato questo martedì fino alla sede della Presidenza di Panama per rifiutare un possibile indulto della presidentessa Mireya Moscoso a quattro terroristi anti cubani e per appoggiare Cuba nel mezzo della tensione nei rapporti bilaterali, ha informato Notimex.
Decine di militanti di confederazioni sindacali e universitari di sinistra hanno percorso le vie della capitale fino alla Plaza Catedral, contigua al Palazzo Presidenziale di Las Garzas, dove hanno consegnato una lettera indirizzata alla Moscoso perché rifiuti eventuali indulti.
Il dirigente sindacale Gabriel Castillo ha criticato la decisione della Presidentessa di ritirare l’ambasciatore panamense a Cuba, Abraham Barcenas, e di chiedere l’uscita dal paese del rappresentante dell’Avana in questa capitale, Carlos Zamora.
Castillo ha detto ai giornalisti che la decisione della governante rende evidente la sua intenzione di condonare la pena a Luis Posada Carriles, Gaspar Jiménez, Pedro Remón e Guillermo Novo.
Domenica scorsa Cuba ha minacciato di rompere i rapporti con Panama se la Moscoso libererà i quattro terroristi condannati in aprile scorso a pene tra i 7 e gli 8 anni di carcere dopo essere stati dichiarati colpevoli di aver preparato un piano per assassinare Fidel Castro nel 2000.
Alla fine della marcia, le organizzazioni popolari hanno consegnato al vice ministro della Presidenza, Adalberto Pinzón, una lettera indirizzata alla Moscoso da parte dei querelanti nel processo contro gli anti castristi.
L’avvocato Julio Berrios, rappresentante dei sindacalisti nell’udienza, ha spiegato che la lettera raccoglie le motivazioni per rifiutare il possibile indulto della presidentessa agli esiliati cubani.
“Loro sono delinquenti internazionali. Posada Carriles è tanto cattivo quanto (il saudita Osama) Bin Laden o qualsiasi terrorista. Il fatto che sia vecchio e malato non è una buona ragione per perdonarlo”, ha aggiunto il legale.
M. Moscoso ha ribadito martedì che prima delle minacce di Cuba “non avevo pensato” di concedere l’indulto ai quattro anticastristi, ma ha cambiato la sua posizione dopo le proteste dell’Isola "perciò sto valutando di concedere il perdono".
“Dice così perché pensava di farlo già prima delle denunce di
Cuba”, ha risposto il dirigente sindacale.