Cuba ha denunciato gli USA perché non seguono le indicazioni in materia di marche |
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Ginevra 20 dicembre '04
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Prensa Latina ha reso noto che Cuba ha denunciato gli Stati Uniti presso l’Organismo per la Soluzione delle Cause della Organizzazione Mondiale del Commercio - OMC - perché gli USA non hanno rispettato le raccomandazioni di questa istanza in materia di marche.
Il reclamo, che riguarda la deroga della Sezione 211 della Legge di Assegnamento del 1998, che contravviene alla pratica internazionale in materia di marche e alla stessa legge sulle marche degli, USA è stato presentato dalla rappresentante di Cuba presso questa istanza.
Un mese dopo l’altro, ha detto la delegata Olga Fernández, siamo stati testimoni delle costanti violazioni da parte degli USA delle raccomandazioni di questo organismo.
Queste violazioni attentano la credibilità e l’efficacia del meccanismo di soluzione delle cause e della stessa istituzione. La delegata cubana ha ricordato che il meccanismo è stato concepito, tra i vari propositi, per dare una pronta e soddisfacente soluzione a situazioni nelle quali un membro vede annullati o danneggiati i propri interessi.
In questo contesto la delegata di Cuba ha denunciato la mancanza di volontà politica del governo degli Stati Uniti per derogare la Sezione 211, “Perchè la non eliminazione di questa aberrazione giuridica si può considerare come una condotta di provocazione e prepotenza che danneggia le regole internazionali che si dovrebbero reciprocamente e scrupolosamente rispettare!”
La Sezione 211 implica un trattamento discriminatorio nel caso della marca del rum cubano Havana Club, falsamente fondato nelle nazionalizzazioni da parte del governo cubano al principio della Rivoluzione.
La marca in questione era stata registrata negli Stati Uniti da un’impresa cubana sin dal 1974 in conformità con le leggi del paese e non era mai stata oggetto di processi di opposizione o annullamento del proprietario originale.
Questa situazione è cambiata quando dei soci commerciali stranieri - Pernod e Ricard - si sono interessati al commercio con alcune entità dell’Isola grazie alla fama del rum cubano con questa marca.
La delegata di Cuba ha ricordato che così è sorto l’interesse per il nome originale e che la Compagnia Bacardí ha preteso di usufruire di un diritto al quale aveva rinunciato per prima.
Olga Fernández ha ricordato anche che per ottenere la registrazione di una marca abbandonata dal suo padrone originale non si deve domandare il suo consenso e per questo Cuba insiste sulla necessità di far compiere agli Stati Uniti le raccomandazioni della OMC e di far sì che venga annullata questa legge di blocco.
G. Molina 13 aprile 2004
Il denaro della scorretta impresa Bacardí sta perdendo il suo potere perché ha abusato troppo contro la terra che l’aveva vista nascere.
Le più importanti comunità imprenditoriali nordamericane e cubane sono state ansiosamente ad aspettare la sentenza - vinta - di quest’anno a proposito della proprietà delle marche registrate nei due paesi, disattesa in particolare dalla ditta trans-nazionale fabbricante di liquori Bacardí.
Il 29 marzo la sentenza di Robert Sweet, giudice federale del distretto di Manhattan, negli USA, ha stabilito che General Sigars di New York appartiene alla impresa Cubatabaco.
La sentenza ha il precedente del 29 gennaio di quest’anno, del Consiglio di Appello dell’Ufficio dei Brevetti e le Marche degli Stati Uniti, TTAB, che aveva deliberato a favore della marca Havana Club International, impresa mista formata dalla cubana Havana Rum e la francese Pernod e Ricard, che vende questo famoso rum in più di 80 paesi.
La decisone impedisce alla Bacardí - Martini di vendere la propria versione non cubana di Havana Club negli USA.
Lo stesso 29 marzo, in modo paradossale, venne resa nota la sentenza che ha riconosciuto il diritto di Cubatabaco a un indennizzo per la sua marca Cohiba.
Eduardo Sardina, presidente e direttore esecutivo della Bacardí, ha dichiarato a Miami di aver presentato un appello per questa sentenza del TTAB presso la corte di un distretto di Washington.
La causa sulla marca Cohiba era cominciata nel 1997, quando la ditta cubana aveva presentato una denuncia contro la General Cigars che stava vendendo sigari fatti con tabacco della Rep. Dominicana da 20 anni, negli USA, usando la marca Cohiba. Cohiba è attualmente il più pregiato sigaro Habano.
La Bacardí aveva pagato alla famiglia Arechabala 1,5 milioni di dollari per i diritti della marca Havana Club, anche se la proprietà non era più di questa famiglia che non ne aveva rinnovato la proprietà, quando questo rum, il vero cubano, in Italia ha superato le vendite della Bacardí ed è divenuto una minaccia nel mercato internazionale. Alla metà degli ’90, Bacardí aveva cominciato a vendere un rum chiamato Havana Club, prodotto nelle Bahamas dalla affiliata Galleon S.A.
La bilancia della giustizia, vulnerata nel 1999 da un tribunale di New York, si è ripresa quest’anno ed è giunto il tempo per il Congresso a Washington di analizzare un progetto sulla protezione delle marche negli Stati Uniti.
Il progetto auspicato da un comitato formato da congressisti dei due partiti, democratico e repubblicano, ha visto duplicare l’approvazione da quando è stato presentato la scorsa estate. Il nordamericano Consiglio Nazionale per il commercio estero, NFTC in inglese, ha espresso in un comunicato che sia la Comunità delle Imprese che il Congresso sono d’accordo nell’approvazione del progetto.
Il NFTC è un’importante organizzazione di affari che vuole un sistema di commercio mondiale aperto e basato su regolamenti. Fondata nel 1914 da un numeroso gruppo di compagnie degli USA serve dai suoi uffici siti a Washington e a New York circa 350 imprese.
Bill Renshi, presidente del NFTC, ha dichiarato in gennaio che si stanno trasgredendo gli impegni con Cuba, perché attualmente ci sono almeno 300 marche nordamericane registrate a Cuba, tra le quali la Coca Cola, United Airlines, Mc Donald’s, Gllette ect., vulnerabili e con possibilità di trasgressione grazie a questa legge d'interesse particolare conosciuta come Sezione 211, approvata cinque anni fa, che trasgredisce gli impegni accordati con Cuba.
Egli ha detto che quelle marche registrate in Nord America e il riconoscimento globale sono estremamente importanti per l’economia degli Stati Uniti, poiché la Sezione 211 offre al governo cubano l’opzione di non rispettare a sua volta i trattati internazionali che proteggono le marche registrate dagli USA a Cuba. L’iniziativa aiuterà le compagnie nordamericane a proteggerle.
Il progetto legge del Congresso vuole invalidare la Sezione 211 o Legge Bacardí. I portavoce degli affari nordamericani hanno indicato che la sezione 211 é un aperto invito per far sì che Cuba o altri paesi ignorino le marche commerciali degli Stati Uniti brevettate all’estero. Il Presidente Fidel Castro aveva annunciato che Cuba poteva vendere la Coca Cola o il rum della Bacardí e altre marche...
Il progetto legge dei due partiti è appoggiato da 670 imprese organizzate nella coalizione USA Engage.
Il quotidiano The Washington Post ha pubblicato il 18 ottobre del 2002 che il governatore Jeb Bush aveva cercato di interferire a favore della Bacardí nelle disposizioni dell’amministrazione federale, anche se i regolamenti dell’ufficio dei brevetti proibisce azioni dei partiti che forzino le decisioni a favore di una parte della disputa.
Non era un problema ideologico: la Bacardí ha donato enormi somme di denaro al Partito Repubblicano!
Quando la causa era aperta Jorge Rodríguez Márquez, presidente della Bacardí aveva scritto al governatore Buh:“Qualcuno dovrebbe dire all’ufficio brevetti che dovrebbe smettere di interferire!” Allora il governatore aveva scritto al direttore dell’ufficio dei brevetti, James Rogan: “ Le scrivo a favore dell’impresa Bacardí – Martini della Florida, USA, Inc., per chiedere all’ufficio dei brevetti e delle marche che intraprenda un’azione decisiva e rapida nella richiesta pendente. La registrazione già scaduta di Cubaexport deve essere immediatamente cancellata!”
Rogan, designato del presidente George W. Bush, si incontrava segretamente con persone dell’ufficio del governatore. Lo stesso Rodrígeuz Márquez ha riconosciuto di aver incontrato le autorità del Dipartimento di stato ed elementi della vice presidenza di Dick Cheney, oltre al consigliere politico della Casa Bianca, Karl Rove, per discutere proprio questo problema.
Il Post aveva informato a sua volta il 4 dicembre che Rodríguez Márquez aveva presentato tardi la relazione federale richiesta, mostrando che aveva speso 500 milioni facendo lobby dal 1998. Inoltre la Bacardí aveva speso altri 2,2 milioni per contrattare lobbysti.
Gli avvocati della Bacardí ottennero nel 1999 che il tribunale del distretto sud di New York respingesse i reclami della Havana Club International - HCI - e i che diritti della marca Cubaexport fossero annullati. La disposizione più tardi venne mantenuta dal tribunale di appello.
La giudice Shira Schenindlin di Havana Club Holding S.A. contro Galleon S.A. S. D N. Y. 1999 si è basata sulla decisione con una legge conosciuta come Sezione 211, una clausola inserita da Connie Mack, senatore della Florida strettamente legato alla Fondazione cubano americana creata dal presidente Reagan e approvata senza dibattito.
Imprese e politici denunciarono dal 1998 che la Sezione 211 era stata fatta solo per beneficiare la Bacardí.
HCI sosteneva che la marca Havana Club non era stata confiscata, ma che la famiglia Arechabala semplicemente aveva tralasciato il rinnovo della proprietà della marca e aveva lasciato perdere l’affare nel 1955, quando ebbe gravi problemi finanziari. Il governo aveva preso il controllo della compagnia in bancarotta. HCI sostiene che anche se fosse stata confiscata questo non avrebbe avuto effetto negli Stati Uniti dove la famiglia Arechabala avrebbe potuto rinnovare la marca pagando solamente 20 dollari.
La decisone del TTAB in gennaio ha sostenuto che il tentativo della Bacardí di invalidare la registrazione della HCI, della marca, non aveva un sostegno legale perché la compagnia cubana Cubaexport l’aveva registrata in forma legale a Cuba e aveva trasferito la registrazione negli Stati Uniti nel 1976, tre anni dopo che la famiglia Arechabala ne aveva permesso la caducità. Nel 1993 Cubaexport e Pernod - Ricard hanno formato HCI ed hanno rinnovato la marca nel 1996.
Il progetto dei due partiti sulle marche è stato presentato nel Congresso dai rappresentanti Charles B. Rangel ( D-NY) e Jeff Flale (R – AZ). Altri che lo auspicano sono John Comyers (D- MA), Amo Houghton jr. (R-NY),William Delahunt (D-MA) Nancy Johnson (R-CT), Robert Matsui (D –Ca), George Nethercutt (R- WA) Sander Levin (D- MI), Judy Bigger (R –IL), Rep. Earl Pomeroy (D – ND), Jim Ramstad (R – MN), William Jefferson (D – LA), Butch Otter (D– ND), Gregory Meeks (D- NY) e James Clyburn (D –SC).
Cuba e gli Stati Uniti hanno rispettato le marche commerciali per 75 anni nei due sensi e sarebbe vergognoso pensare che il Congresso delgi USA possa liquidare quest’area di cooperazione beneficiando interessi personali a spese di migliaia di nordamericani che sono proprietari di marche commerciali.
“La nostra legislazione ha guadagnato appoggio rapidamente perché garantisce che rispettando le marche commerciali cubane Cuba rispetterà le nostre” ha dichiarato il congressista democratico Charlie Rangel, citato da Newswire di Washington.
Il congressista repubblicano Jeff Flake ha parlato del progetto in questione, il HR 2494, dicendo che poiché la Sezione 211 sta semplicemente ponendo in pericolo le marche nordamericane, il Congresso ha la responsabilità di creare una politica che protegga le marche del Nord America e non una che le pregiudica.
Recentemente l’organizzazione del Commercio internazionale, OMC, ha considerato che la Sezione 211 è discriminatoria contro le compagnie che non sono nordamericane. Reinsh ha detto che l’accordo della OMC è una soluzione favorevole per gli Stati Uniti che rafforza le credenziali commerciali rimovendo la Sezione 211, che è un ostacolo per l’agenda nordamericana del libero commercio.
L’iniziativa legale istruisce l’amministrazione per far iniziare consultazioni con il governo di Cuba, per ottenere la sicurezza che verranno sempre rispettati gli obblighi di protezione e rispetto delle marche commerciali e dei nomi commerciali degli USA a Cuba, in accordo con la convenzione di Parigi inter - americana del 1933 e il Trattato di Protocollo di Madrid e istruisce l’amministrazione a compiere gli accordi come si applicano a Cuba. |
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