Messaggio di Oliver Stone a Fidel
Attraverso la nostra Ambasciata in Spagna, siamo venuti a conoscenza lo scorso 24 novembre di una lettera indirizzata al Comandante in Capo Fidel Castro dal famoso regista nordamericano Oliver Stone, datata Londra 26 ottobre, con il seguente testo:
“Caro Fidel:
Sei incredibile. Cadi, ti fratturi il ginocchio e, invece di rilassarti un attimo e lasciare che i medici ti facciano l’anestesia, che è quel che la maggioranza degli uomini normali farebbero, decidi di continuare a lavorare durante l’operazione, anche quando ti stanno anestetizzando.
Se stessi cercando il nonno di Superman per girare un film ti sceglierei.
Ti auguro una rapida guarigione. Mi manchi e spero di vederti presto quando tornerò a Cuba.
Sempre affettuoso,
Oliver Stone”
Auguri di pronta guarigione al Comandante dall’Italia
L’On. Armando Cossutta scrive:
“Caro Fidel (...) voglio esprimerti i migliori auguri di pronta guarigione anche a nome del Comitato Centrale del PCdI.
(...) condanniamo nel modo più netto le vergognose dichiarazioni della signora Loyola de Palacio, indegna di rappresentare l’Europa e priva del minimo livello di educazione (...) nell’augurarti una rapida e felice convalescenza colgo l’occasione per riaffermarti i profondi vincoli di solidarietà con Cuba, il suo governo e il Partito Comunista”.
Con stima e rispetto
Un forte abbraccio
Il presidente del PdCI, On. Armando Cossutta
Fausto Bertinotti ha inviato un messaggio di solidarietà:
“Stimato Comandante,
a mio nome e a nome di tutto il Partito di Rifondazione Comunista ti esprimiamo la nostra solidarietà augurandoti una pronta guarigione, coscienti che il tuo impegno con Cuba e con i popoli del mondo segue e continuerà come sempre.
Un abbraccio fraterno e rivoluzionario
Fausto Bertinotti
Segretario del PRC
Presidente del Partito della Sinistra Europea
“Fidel ha un animo eccellente”ha affermato il Ministro degli Esteri
“Il presidente Fidel Castro ha un animo eccellente, si rimette dall’intervento chirurgico della frattura alla rotula sinistra che ha subito mercoledì 20”, ha affermato il ministro Felipe Pérez Roque.
In brevi dichiarazioni al termine di un incontro con gli studenti dell’Università dell’Avana, il Ministro degli Affari Esteri ha detto di aver visto al leader cubano.
“L’ho visto, ha un animo eccellente”, ha sostenuto Pèrez Roque. Rispondendo a una domanda riferita al rapido recupero del Presidente ha detto: “Sicuro”.
Il presidente Fidel Castro (78 anni) ha subito una caduta che gli ha provocato la frattura alla rotula sinistra e una fessura all’omero del braccio destro alla fine del discorso nella cerimonia di laurea degli Istruttori d’Arte nella città di Santa Clara, davanti al Mausoleo del guerrigliere cubano-argentino Ernesto Che Guevara.
Pèrez Roque ha detto che erano stati ricevuto “molti messaggi non solo ufficiali, di Governo, di autorità politiche, ma anche di associazioni di amicizia, di ONG” facendo voti per il recupero di Fidel.
“Abbiamo i telefoni del Ministero allagati di
telefonate di gente che ci invia messaggi solidali. Molti dalla Spagna, anche
dagli USA includendo la brigata Antonio Maceo di Miami che ha inviato un
messaggio molto affettuoso”, ha commentato. (EFE)
LETTERA DEL COMPAGNO FIDEL AI SUOI COMPATRIOTI
Cari compatrioti:
Ieri 20 ottobre, terminato il mio discorso nell'atto di Santa Chiara, ho subito
una caduta accidentale.
Alcuni agenzie cablografiche ed altri mezzi che trasmettono notizie divulgarono varie versioni sulle cause dell'incidente. Come protagonista e testimone vittima posso spiegarvi con ogni precisione le cause di quanto successo.
Avevo concluso il mio discorso ai laureati come istruttori di arte attorno alle
10 di sera. Vari compagni del Partito e del Governo salirono alla tribuna per
salutarci. Tra essi c'era Elián, come è abituale in determinati atti. Siamo
stati lì vari minuti ed immediatamente dopo siamo scesi per riunirci di nuovo,
per la stessa piccola scala di legno che abbiamo usato per accedere alla
tribuna. Attraversavo velocemente il pavimento di granito colorato, per sedermi
sulla stessa sedia che mi avevano assegnato prima che arrivasse il mio turno
alla tribuna, e camminando sul pavimento di granito, ogni tanto, salutavo gli
entusiasti istruttori e gli oltre 25 mila abitanti della provincia di
Villa Clara, invitati alla cerimonia.
Quando arrivai all'area di cemento, a circa 15 o 20 metri dalla prima fila di
sedie, non ho notato che c'era un marciapiede, relativamente alto, tra il pavimento e
la moltitudine. Il mio piede sinistro pestò il vuoto, per la differenza di
altezza in relazione all'area dove erano situati i partecipanti nelle loro
rispettive sedie. L'impulso e la legge di gravità, scoperta tempo fa da Newton,
fecero sì che ponendo il piede in fallo precipitassi in avanti fino a cadere, in
frazione di secondi, sul pavimento. Per puro istinto, le mie braccia si
affrettarono ad attenuare il colpo; altrimenti, il mio viso e la mia testa
avrebbero sbattuto fortemente contro il pavimento.
Non si può incolpare nessuno. Era assolutamente mia la responsabilità.
L'emozione di quel giorno pieno di creazioni e simbolismi spiega la mia
disattenzione.
Quanto accaduto nei seguenti minuti è risaputo. Il mio maggiore dolore in quell'istante
era l'idea della sofferenza di quella massa di giovani graduati e dei
villaclareñi invitati a tanto bella ed emozionante attività.
Mi muovevo appena. E dopo molti ostacoli, in mezzo a quella costernazione, potei
essere introdotto nella parte posteriore dell'automobile in cui viaggiavo e non
nella jeep che sollecitai. Non ce n'era neppure una. Ci dirigiamo verso la casa
che mi era stato assegnata, per una prima osservazione dei danni causati dalla
caduta; in fin dei conti, era poco quello che si poteva fare lì.
Apparve un'ambulanza, decidiamo di utilizzarla per trasportarmi nella capitale.
Evidentemente, i dolori ed i sintomi indicavano la necessità di analisi profonde
e possibili interventi chirurgici di tipo immediato. Steso su una barella mi
trasportarono in ambulanza verso la capitale.
Non ometto che vicino a vari medici molto competenti e vari compagni, come
Carlitos ed altri, stretti in quell'ambulanza, nonostante alcuni buchi, fu
comodo e gradevole. Alcuni analgesici mi erano stati somministrati, ed in un
certo modo alleviarono il paziente dagli acuti dolori.
Ci mettemmo a lavorare durante il tragitto. Chiamammo il nostro ufficio e
diversi compagni affinché dessero informazioni sulle reazioni internazionali, e
comunicar loro con precisione quanto successo. Si diedero istruzioni, si
mobilitarono mezzi tecnici e personale medico specializzato, per disporre delle
condizioni richieste per le distinte varianti di danni che si consideravano
possibili.
Perfino il Presidente Hugo Chávez chiamò appena ricevuta la notizia. Conversò
con Felipe e chiese di comunicare con me, ciò fu possibile grazie alle
comunicazioni senza fili, e nonostante le difficoltà di questo tipo: sono
difficili e s'interrompono frequentemente per ragioni tecniche.
Potei conversare, nello stesso modo, coi compagni istruttori riuniti in Santa
Chiara. Chiesi loro caldamente che non sospendessero la festa organizzata dopo
l'atto. Utilizzando un cellulare sistemato davanti al microfono dove erano
riuniti, parlai loro direttamente e trasmisi il messaggio.
Usciamo da Santa Clara attorno alle undici della notte. Arriviamo fino al
Palazzo della Rivoluzione. Caricato in barella e a spalla da vari compagni, fui
condotto immediatamente alla piccola installazione ospedaliera, con un minimo di
attrezzature necessarie per rispondere a casi di emergenza. Immediatamente,
esami clinici, radiografie, prove del sangue ed altre analisi. Si diagnosticò
che le complicazioni più importanti stavano nel ginocchio sinistro e nella parte
superiore del braccio destro, dove l'omero presentava una fessura. La rotula era
frammentata in otto pezzi. Io potevo osservare ognuna delle immagini e gli
esami. Di comune accordo, gli specialisti ed il paziente, hanno deciso di procedere
all'immediata operazione al ginocchio, ed immobilizzazione del braccio destro
con una semplice fasciatura.
L'operazione durò tre ore e quindici minuti. Gli ortopedici si dedicarono a
riunire ed ubicare ognuno dei frammenti nei posti che corrispondevano ad ognuno
di essi e, come tessitori, hanno proceduto ad unirli saldamente, cucendoli con fine
filo di acciaio inossidabile gli uni agli altri. Un lavoro di oreficeria.
Il paziente ha sollecitato i medici che non gli venisse somministrato alcun
sedativo, quindi venne applicata un'anestesia per via rachidea. L'anestetico per via
rachidea addormenta totalmente la parte inferiore del corpo e mantiene intatto
il resto dell'organismo. Spiegai loro che, date le circostanze attuali, era
necessario evitare l'anestesia generale per stare in condizioni di rispondere a
numerosi temi importanti. Perciò, durante le ore menzionate in cui durò il
processo operatorio, ho mantenuto il contatto col mio capo di ufficio, anche lui
nelle prossimità della sala operatoria e vestito coi vestiti sterili dei
chirurghi. Così, per tutto il tempo, continuai a ricevere informazioni e diedi
istruzioni sul come comportarsi nella situazione creata dall'imprevisto
incidente.
Terminata la parte chirurgica si è proceduto ad ingessare la gamba sinistra,
insieme, nello stesso momento, si procedeva ad immobilizzare il braccio destro.
Realmente, compatrioti, è stata un'esperienza indimenticabile. Gli specialisti
ed il paziente analizzarono e coordinarono perfettamente ciò che si doveva fare
nelle circostanze concrete che sta vivendo il paese senza perdere un solo
minuto.
Dallo stesso istante della caduta non ho smesso di rispondere ai
compiti più importanti che mi corrispondono, in coordinazione con tutti gli
altri compagni.
Desideravo trasmettervi, nella notte di oggi, queste notizie. La situazione
evolve positivamente e non smetterò di comunicare con voi. Vi esprimo la mia più
profonda gratitudini per le prove di affetto e solidarietà che ho ricevuto da
voi in questi istanti.
Ogni rivoluzionario cubano sa quello che deve fare in ogni istante. Facciamolo!
Vi prego di scusarmi per un così lungo messaggio.
Fidel Castro
21 ottobre 2004
7:35 p.m.
NOTA INFORMATIVA
L'esame medico ha confermato quello che lo stesso Comandante in Capo aveva pronosticato dopo l'accidentale caduta in occasione della cerimonia di ieri: frattura del ginocchio della gamba sinistra e fissura della parte superiore dell'omero del braccio destro, che riceveranno le cure corrispondenti.
Il suo stato di salute generale é buono, ed eccellente il suo stato d'animo.
Per ovvie ragioni verranno diffuse al riguardo le informazioni strettamente indispensabili.
Egli stesso ha dato indicazioni affinché venisse redatta la presente nota. Ha chiesto che venisse espressa a suo nome gratitudine per le innumerevoli manifestazioni di preoccupazione e solidarietà ricevute dalla popolazione. La esorta a mantenere la tranquillità; pensa che si ristabilirà presto, ed ha chiesto sia proceda ad informare che é in condizioni di continuare ad occuparsi delle questioni fondamentali, in stretta cooperazione con la Direzione del Partito e dello Stato.
Pubblicata sul "Granma"
L'Avana, 21 ottobre 2004 ore 15:14
SONO TUTTO INTERO
Ieri, terminato il suo emotivo discorso ai giovani diplomati come Insegnanti d'Arte, pronunciato nella Piazza Ernesto Che Guevara di Santa Clara, il Comandante in Capo Fidel Castro, mentre si dirigeva verso il suo posto salutando la moltitudine presente e non accorgendosi della presenza di uno scalino, cadeva in avanti con le braccia distese proteggendosi istintivamente da quello che avrebbe potuto rappresentare un forte impatto al suolo del viso e del capo. Con l'aiuto di vari compagni tornava a sedersi sulla sua sedia e procedeva a chiedere un microfono per parlare alla popolazione verso la quale si é esprimeva con le seguenti parole:
Cari diplomati,
Cari abitanti di Villa Clara e invitati tutti,
Vi chiedo scusa per essere caduto.
Sicuramente ................. Bene, vi dico, ed affinché nessuno possa da qualche parte speculare, che ho una frattura al ginocchio e forse un'altra al braccio, forse....non é ancora sicuro, comunque sono tutto intero.
Mi dispiace soltanto per il brutto momento, per la possibile sofferenza che vi ho con questo causato.
Sono molto interessato a vedere le fotografie del modo in cui sono caduto, la stampa internazionale ha ripreso la scena e sicuramente domani sarà nella prima pagina dei giornali; ma, credetemi, non sono triste, mi sento molto felice per questa cerimonia e per ciò che abbiamo appena visto, per ciò che ho appena visto, una delle più piacevoli esperienze della mia vita, e di piacevoli ne ho avute molte rispetto alle quali null'altro ha importanza.
Potete essere sicuri che farò tutto il possibile per ristabilirmi il più presto possibile; ma, come potete costatare, posso parlare anche se mi ingesseranno, e posso continuare il mio lavoro. Ora verrà un'automobile, perché non voglio andar via da qui in ambulanza, me ne andrò in una jeep, quella macchina non mi piace. Non c'é la jeep? Va bene non me andrò con la jeep, non mi potete fare contento.
Mi congedo fa voi, e vi prego di non interrompere questa cerimonia culturale, perché gli artisti hanno lavorato molto e, per favore fatemi contento, non voglio facce tristi, voglio allegria e felicità per tutti .
Più tardi, al termine del Galà, il Comandante in Capo si é messo in contatto con gli organizzatori chiedendo le loro impressioni sulla rappresentazione culturale e sulla successiva consegna degli attestati ai diplomati che si sono esibiti nello spettacolo. Nel venire a conoscenza che i giovani diplomati, preoccupati per la sua salute, avevano espresso il desiderio di sospendere l'attività ricreativa finale che era stato organizzata, Fidel ha chiesto che venisse loro trasmesso il seguente messaggio:
"Vi prego caldamente di portare a termine la rappresentazione. Mi sento bene e si stanno adottando le misure adeguate affinché possa recuperare la salute il più rapidamente possibile. Vi auguro la felicità e tutta l'allegria che merita il modo in cui avete assolto al compito".
Nel momento in cui veniva reso noto tale messaggio ai neo-diplomati, ancora riuniti nella Piazza Che Guevara, il Comandante in Capo chiamò per conoscere la risposta dei giovani, ricevendo l'insistente richiesta da parte di tutti gli astanti di apprendere direttamente dalla sua voce notizie sul suo stato di salute. Il Capo della Rivoluzione chiese di avvicinare la cornetta telefonica ad un microfono, e per 15 minuti ha avuto uno scambio con i giovani e dialogato con due dei diplomati con il miglior punteggio del corso. Fidel ha chiesto notizie dettagliate sull'attività ricreativa, di essere mantenuto informato e di filmare lo svolgimento della festa. La reazione é stata di sollievo ed allegria tra i nuovi lavoratori della cultura che dopo quattro anni di duri sforzi hanno ricevuto ieri la giusta ricompensa.