I video confermano i brutali maltrattamenti ai prigionieri

 

Alcuni britannici hanno rivelato di essere stati rinchiusi nella base navale di Guantánamo

 

LONDRA.- Lesistenza di decine di video che documentano i brutali maltrattamenti inflitti a prigionieri nel campo di concentramento che controlla il Pentagono nella base navale di Guantánamo, è stata rivelata questa domenica dalla stampa britannica.

 

Il materiale filmico è stato catalogato e archiviato in quella prigione dove gli USA mantengono più di 600 detenuti, la maggior parte da oltre  due anni, dopo l’invasione in Afghanistan.

 

The Observer, un quotidiano che circola nella capitale, ha fatto la rivelazione nell’intervista a Tarek Dergoul uno dei 5 britannici liberati nel marzo scorso dal carcere della base navale di Guantánamo e rimpatriato in Gran Bretagna.

 

Dergoul ha rotto il silenzio provocato dal trauma vissuto durante il suo incarceramento. Le sue rivelazioni hanno provocato numerose domande sia a Londra che a Washington, affinché i video vengano immediatamente pubblicati.

 

I querelanti, includendo importanti politici, affermano che se il contenuto di quei materiali fa tanta impressione come ha rivelato Dergoul,  sarebbe provato che la brutalità contro i prigionieri  è una politica istituzionale della detta crociata contro il terrorismo del Governo di George W. Bush.

 

I video sarebbero sommati alle fotografie scattate nella prigione di Abu Ghraib coinvolgendo direttamente il segretario della Difesa Donald Rumsfeld, accusato dalla stampa statunitense di aver approvato personalmente l’uso di tali metodi contro i prigionieri.

 

Tarek Dergoul, londinese di 26 anni, è stato 22 mesi nella prigione di Guantánamo e ha raccontato a The Observer i reiterati assalti nel cosiddetto Campo Delta di un gruppo di punizione carceraria, noto come la Forza di Reazione Estrema (ERF, in inglese).

 

“Tali aggressioni venivano provocate dai militari nordamericani che “spruzzavano spry pepe sul mio viso. Io cominciavo a vomitare. Loro mi immobilizzavano al suolo e mi legavano introducevano le dita nei mie occhi e per forza mi mettevano la testa nel water”, ha sostenuto il britannico stando al quotidiano.

 

“Mi legavano come una bestia, poi si inginocchiavano su di me e mi picchiavano con le mani e con i piedi. Alla fine mi trascinavano incatenato in una cella e mi radevano la barba, i capelli e  le sopracciglia”, ha detto Degoul.

 

Altri britannici rimpatriati a marzo hanno raccontato aggressioni simili da parte degli effettivi nordamericani, includendo minacce di morte.

 

L’esistenza dei video è stata confermata dal colonnello Leon Sumpter, portavoce  della Forza Congiunta di Compito a Guantánamo. Sumpter si è  rifiutato di commentare quante volte il gruppo dell’ERF è stato utilizzato contro i prigionieri.

 

Il senatore Patrick Leahy, il democrata con maggiore rango nel Comitato Giudiziale del Senato, ha criticato i soprusi commessi ad Abu Ghraib e ha chiesto a Rumsfeld la pubblicazione dei video girati a Guatánamo.

 

Menzies Campbell, secondo leader del partito Liberale Democratico britannico, ha chiamato il governo del primo ministro Anthony Blair ad esigere agli USA la consegna di quelle prove.

 

 

 

 

I PRIGIONIERI DI BUSH

 

Un sinistro “magazzino”per umani

 

Nicanor León Cotayo

 

Uno dei più noti giudici inglesi, Johan Steyn, si è unito a coloro che hanno denunciato il governo degli Stati Uniti per il trattamento brutale usato con più di 600 prigionieri richiusi nella base di Guantanamo a Cuba. Si tratta degli uomini arrestati in Afganistan, concentrati nella base navale imposta da Washington all’Isola.

 

Durante un’intervista TV a Londra, il giudice ha definito “un mostruoso affronto alla giustizia” quello che sta facendo il governo degli Stati Uniti.

 

Anche il Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, Jack Straw, si è unito a questo concerto nel mezzo di una crescente protesta per la scarsa difesa ufficiale data ai prigionieri britannici.

 

Il Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Jacob Kallenberger, ha dichiarato che Washington in questa prigione sta violando da anni le disposizioni della Convenzione di Ginevra.

 

In un’intervista al quotidiano di Ginevra “Le Temps”  egli ha sottolineato le importanti differenze che esistono rispetto a quanto richiesto dalla Croce Rossa, perchè  l’amministrazione Bush ha apportato cambi significativi nel trattamento riservato ai detenuti.

 

“Ci sono anche ragazzi prigionieri”, ha dichiarato in Danimarca il direttore generale del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Angelo Gaedinger “e anche bambini di 12 anni di età.”

 

I processi che si preparano per alcuni, stando ad Amnesty Internacional dell’Australia, “usano la giustizia  come un gioco di poker” .

 

Le commissioni militari incaricate di questi processi sono strumenti del governo degli USA e agli accusati è stato negato persino il diritto di un avvocato difensore con la possibilità di appellarsi a un tribunale.

 

Dopo che il noto giudice britannico si è unito al numeroso gruppo che nel mondo è scandalizzato per quello che succede a questi prigionieri di Bush, i fattori sono più che mai brutali e chiari.

 

Dal settembre del 2001 Washington ha proclamato che avrebbe attuato a suo modo nel pianeta, ma la realtà sta dimostrando che questa arroganza si sta rivoltando come un boomerang e che molti colpi ritornano a chi li lancia dando forti mal di testa.

 

Questa è una parte del saldo per l’esecuzione di  una politica  che è estremamente reazionaria, forzatamente dogmatica e applicata senza maschere,  con l’obiettivo di impadronirsi della terra con la forza e la brutalità.

 

 


 

Prigionieri  a  Guantanamo

 

Pubblicata da “El nuevo Diario” Managua – Nicaragua, 25/06/2003

 

Chi può negare che a Cuba c’è un gran numero di prigionieri che soffrono le condizioni carcerarie più rigorose che esistono oggi nel mondo?

 

Per essi non c’è giorno ne’ notte perché tengono gli occhi bendati in completa tenebra. Hanno anche tappati gli orecchi e rimangono in perpetuo silenzio. Sono privati di tutte le sensazioni tattili perché tengono le mani foderate da una specie di guanti, sono centinaia di prigionieri dei quali i loro nomi non è dato conoscere e non si sa di cosa li si accusa. Non sono giudicati e neppure condannati. Non hanno difensori e stanno scontando una sentenza infinita perché non hanno un termine.

 

Questi sono prigionieri a Cuba, non sono però prigionieri di Fidel Castro, sono prigionieri di Bush a Guantanamo. Stanno individualmente in gabbie e vestiti con tute arancio che tutti abbiamo visto, però di essi non sappiamo nulla.

 

Siccome sono prigionieri di Bush e non di Fidel la stampa USA e non europea non dice niente di essi.

 

E io domando se la UE ha protestato per costoro. Se ha chiesto esigendo perentoriamente dagli Stati Uniti che vengano posti in libertà come si esige  da Cuba la liberazione  immediata  dei 75 così detti dissidenti.

 

Altra domanda che faccio, è se a Cuba si protegge il terrorismo da parte del presidente Bush; grazie ad una legge chiamata “Ley de adjuste cubano” una legge che non è cubana, bensì nordamericana, ed è applicata solamente per Cuba ed a nessun altro paese al mondo. Grazie a questa legge chiunque arrivi negli USA sequestrando un aereo o un’imbarcazione a Cuba, gli si concede subito, diritto di residenza, soldi e un lavoro immediato. Invece alla maggioranza dei cubani che chiedono il visto per entrare legalmente negli Stati Uniti questo non gli viene concesso o con difficoltà. Non è questo un modo di promuovere il terrorismo in Cuba?

 

Dunque chi lo promuove non è Fidel, bensì Bush.

 

Chi arriva da qualsiasi altra parte del mondo per vivere negli Usa  si chiama immigrante però colui che arriva da Cuba si chiama esiliato.

Non esistono immigrati cubani negli Stati Uniti.

 

 

Una pratica molto comune del potere nordamericano è falsare il linguaggio. Falsificare le parole cambiando un nome per un altro. Di fatto questo è mentire spudoratamente. Così per esempio invece della parola conquistare usano la parola liberare.

 

Ora si conia una parola nuova per applicarla a Cuba: è quella di “dissidente”. Proprio il significato della parola dissentire è non essere d’accordo, pensare in altro modo. Però questa parola la applicano coloro che cospirano, promuovono la sovversione e agiscono per la caduta dello stato cubano.

 

Io domando: quando qualcuno protesta in qualche altro paese (che non sia Cuba) si incarcerano coloro che vogliono abbattere lo stato?

 

Lessi recentemente una critica che si faceva a Cuba perché due senatori cileni volevano venire in visita ufficiale per riunirsi con “dissidenti” e venne detto loro che potevano venire come turisti per questo proposito, però non in visita ufficiale.

 

E io domando negli USA concedono il visto  a qualcuno per sollecitare a riunirsi con i sovversivi? E un’altra mia domanda è la seguente : se qualcuno (sia lo stesso intellettuale onesto che l’UE) protesta  perché sono state giustiziate 3 persone a Cuba che hanno attuato un sequestro perché non si protesta in modo così veemente (come quando si tratta di Cuba) per i 165 giustiziati in Texas mentre Bush era governatore di questo stato? E’ etico questo? Con l’aggravante per gli Usa che i giustiziati lì sono in grande maggioranza negri e in molti casi anche minori di età e infermi mentali.

 

Pochi giorni fa lessi la notizia della condanna a morte di 6 persone in Guatemala, fu una notizia minuscola di 5 righe in un riquadro; ma dopo la pubblicazione di questa notizia non ho visto nessuna protesta in questo periodico, né in nessun altro.

 

La mia domanda è la seguente: fino a che punto è certo che si è contro la pena di morte quando avvengono 6 fucilazioni in Guatemala e non si dice niente, mentre quando avviene a Cuba lo scandalo è mondiale e di incredibili proporzioni? Non sarà che non è contro la pena morte che si muove la stampa internazionale, bensì contro Cuba e Fidel Castro? E gli intellettuali che come intellettuali dovrebbero essere almeno un poco intelligenti non se ne rendono conto?

 

Secondo le informazioni di Amnesty International i condannati a morte nel 2002 furono 1560. Nessuna di queste esecuzioni avvenne  a Cuba. E quanti protestarono per queste 1560 esecuzioni? Gli intellettuali che si sono prestati per la campagna anticubana non se ne rendono conto? Le 3 esecuzioni a Cuba e l’arresto di 75 persone sono avvenute in circostanze molto speciali e coloro che si ritengono onesti non lo possono ignorare. Si tratta di un paese che sta sul piede di guerra col pericolo quotidiano di essere invaso. Il governo Bush nel momento che ha condotto a fine la guerra con l’Iraq ha dichiarato che Cuba sta nella lista degli obbiettivi militari suscettibili di invasione e distruzione di massa.

 

E i cubani anticastristi negli Stati Uniti hanno lanciato la parola d’ordine di guerra : Iraq oggi, Cuba domani.

 

Fidel in un discorso spiegò ampiamente al popolo cubano e al mondo la situazione di pericolo per quello che stava attraversando Cuba e quali sono state le ragioni per le quali si sono visti obbligati a prendere una misura tanto drastica come l’incarcerazione dei 75 cospiratori al soldo della rappresentanza Usa all’Avana  e giustiziato i 3 sequestratori che sono stati incoraggiati dalla legge di accoglienza degli Usa. Io volevo ascoltare questo  discorso a Managua, perché nessuno conosceva le ragioni del perché Cuba era ricorsa a misure talmente drastiche. Non ho potuto ascoltarlo, perché il discorso trasmesso via satellite da l’Avana fu interferito. Posso avere il dubbio di quale governo interferì nella trasmissione via satellite? In questo ho visto una violazione al diritto di informazione di cui hanno diritto tutti i popoli della terra . Questo solo dovrebbe  bastare per coloro che onestamente si pronunciarono contro Cuba, si rendano conto che l’opinione pubblica viene manipolata per le stesse ragioni  che la hanno manipolata e distorta contro la guerra e contro la stessa Cuba in questi decenni. Questo è solo un inganno in più. Fidel Castro nel suo discorso internazionalmente censurato spiega che esso non è un sostenitore dell’applicazione della pena capitale.

 

A Cuba da tempo non la si applicava e questa volta l’applicarono per minacce di guerra contro lo stato cubano. Gli stessi che condannano Cuba per la mancanza di libertà di espressione  sono gli stessi che impediscono la diffusione via satellite di un discorso di un capo di stato.

 

Gli stessi che accusano Cuba di violazione dei diritti umani, sono coloro che stanno commettendo in Iraq la violazione di questi diritti più grande che si sia mai visto nel mondo dai tempi di Hitler.

 

Coloro che condannano Cuba per i 3 giustiziati, stanno realizzando a Baghdad una distruzione tale che non avvenne in questa città dal  XIII sec.

 

Inoltre dichiarano che sono disposti a fare lo stesso con altri paesi e popoli; inclusa Cuba.