06/12/2004

 


NOTIZIE DA CUBA LA TV EDUCATIVA

(Marzio Castagnedi 6 dic.2004 - www.radiocittaperta.it)

 

Uno degli articoli di disinformazione contro Cuba apparsi sulla stampa italiana da conservare gelosamente, e' quello pubblicato su "Repubblica" il 5 maggio 2003 a firma di Omero Ciai, esperto di America latina e visitatore occasionale di qualche giorno all'Avana per il primo maggio di quell'anno.

Il nucleo del critico articolo del prode Omero Ciai era (vedi titolo "La tessera a punti che compra il consenso ") quello secondo il quale il governo cubano paga all'circa tra i 2 e i 3 dollari a testa ogni partecipante che scende in piazza per qualsiasi manifestazione. La risibilità della tesi é gia stata dimostrata dal fatto che essendo scesi in piazza in tutta Cuba per quel Primo maggio circa  7 milioni di manifestanti, e calcolando in molte decine di milioni le persone che manifestano e sfilano a Cuba in tutto l'anno, per pagarle, come sostiene l'articolo, non basterebbe l'incasso in valuta estera pregiata della stagione turistica!

Ogni altro commento e' superfluo.

 

Ma non e' questo il punto del famoso articolo di cui qui voglio occuparmi. E' una frase di Ciai sulla televisione cubana che scelgo oggi. Laddove il valoroso inviato dice che a Cuba non esiste una televisione se non unicamente quella dove Fidel Castro può imperversare a suo piacimento. Anche questa é davvero una bella sparata grossa dell'articolo. Infatti un ignaro lettore italiano di "Repubblica" potrebbe effettivamente prendere per buona tale affermazione e pensare a un piccolo e povero paese senza di fatto tv alcuna se non un misero e striminzito schermino che in pratica mostra quasi solamente le arringhe del "lider maximo". Questa disinformazione non corrisponde alla verità dei fatti e alla realtà delle cose, bisogna dirlo con energia. A Cuba esistono 4 canali televisivi statali (3 quando passò fugacemente l'inviato di "Repubblica") che trasmettono "solo" 18 ore al giorno, poiché fanno una pausa a dimensione umana a notte alta, e non contengono nemmeno un secondo di pubblicità (Dio, che orrore, qui non ci sono le sfilze di spot!). Le reti tv cubane si chiamano:

 

1) Cubavision ( rete ammiraglia, diremmo in Italia).

 

2) Telerebelde (piu popolare, con molta musica e sport).

 

3) Canale Educativo Uno.

 

4) Canale Educativo Due.

 

I canali educativi (Dio, che altro orrore! Chiamare "educativa" una televisione ), sono stati realizzati a Cuba negli ultimi tre anni. Il primo c'era gia ai tempi della visita corsara del prode Ciai, ma forse lui nel suo hotel a 5 stelle vedeva "Rai International" per non perdersi magari gli straordinari numeri di "Porta a porta". Il secondo canale educativo detta tv cubana e' entrato in funzione quest'anno 2004.  Ma vediamo cosa trasmettono dalle otto del mattino a mezzanotte queste due stranissime (per l'Italia ) reti tv. Trasmettono esclusivamente, ripeto "esclusivamente", cultura, arte, scienza, corsi scolastici,e universitari, approfondimenti informativi per tutto il giorno, tutti i giorni e per tutto l'anno. Come? Semplice. Mandando in onda programmi, documentari, film, interviste, reportage cubani e esteri di esclusivo carattere artistico, culturale ed educativo. Un esempio concreto lo traggo a caso dal tabellino del 2 dicembre scorso. Vediamo cosa dice la programmazione. Dunque, ci sono tre corsi di matematica, due di biologia, due di educazione musicale, un'altro di didattica infantile, poi ancora programmi di geografia universale, di tecnica agricola e sulla coltivazione degli agrumi, e una lezione di lingua inglese. In serata a integrazione di un programma sulla cultura Flamenca viene proiettato il film spagnolo "Carmen", diretto dal regista Carlos Saura e interpretato dal grande ballerino e coreografo di Flamenco Antonio Gades scomparso pochi mesi fa. Così ogni giorno e per tutto l'anno, i due canali educativi della tv cubana propongono corsi di lingua spagnola, portoghese, inglese, francese, tedesca, italiana inseriti nel vasto contenitore che si chiama "Univesidad para todos". Molti i documentari d'arte oggi (il palazzo di Versailles,l'architettura barocca, gli scultori caribegni), vari gli approfondimenti su eventi ed episodi della storia mondiale, come il programma  sulle guerre e le occupazioni giapponesi, francesi e statunitensi in Vietnam.

Così ogni giorno, una valanga di informazioni, corsi, filmati, documentari da tutto il mondo su ogni settore dello scibile umano con un solo e unico obiettivo: divulgare e diffondere conoscenze e culture.

Ecco, due reti televisive così con una tale quantità e qualità di materiale culturale e informativo non esistono in nessun altro paese al mondo. Certo, nessuno e' obbligato a seguire per ore i corsi di professori universitari, ricercatori scientifici o personalità dell'arte o della scienza internazionale. Si sceglie quello che interessa, quello che si sta studiando, ovviamente.

 

Poi, al di fuori dei due Canali educativi, ci sono Cubavision e Telerebelde che propongono anche i loro programmi di intrattenimento, rubriche giornalistiche e musicali di vario genere, i film quasi sempre programmati non alla rinfusa ma in cicli organici, i concerti di canzoni e musica leggera, classica e jazz, i programmi umoristici , le telenovelas, gli spazi informativi storici e contemporanei,i telegiornali ( 3 al giorno),le tavole rotonde informative ( quotidiana, dalle 18,30 alle 20) sulla attualità politica e sociale nazionale e mondiale. E, perché no gli spazi dedicati agli sport e in particolare al campionato nazionale di base-ball , la "pelota", disciplina nella quale Cuba vince regolarmente i tre quarti dei titoli mondiali e olimpici.

 

Altro che  "A Cuba non esiste una televisione se non quella...", come scriveva il buon Omero Ciai. La televisione cubana esiste e come, e' completa ed estesa, possiede caratteristiche di servizio ma anche ampi spazi spettacolari e di intrattenimento e sempre ha in generale e nello specifico una autentica e incontrovertibile  "vocazione culturale e umanistica", cosa che, forse, si può intuire dai programmi citati. Inoltre la qualità professionale e la preparazione dei giornalisti cubani, uomini e donne, giovani e anziani, e' sicuramente ottima, può competere con ogni media mondiale e qualsiasi attenta analisi lo può confermare.

 

Quanto alla presenza in video di Fidel Castro essa e' molto meno invadente delle presenze di certi "lider minimi"  che ogni santissimo giorno moltiplicati per 20 canali e per 100 TG infliggono le loro sguaiate polemiche, liti di cortile, insulti incrociati nelle ben note italiche televisioni "superiori e ipersviluppate".

 

Torna dunque, infine, l'eterno problema della dis-informazione che si fa in Italia su Cuba. La stragrande quantità di notizie che si danno su Cuba in Italia sono prefabbricate dall'esterno e nella stragrande maggioranza dei casi prevenute in negativo per evidenti motivazioni e interessi politici e ideologici. Parlano di cose cubane persone che vivono a migliaia di chilometri di distanza dall'isola dei Caraibi, giornalisti e opinionisti che a Cuba non hanno messo piede mai nemmeno un minuto, gente che fa il mestiere solo e sempre dalla propria scrivania esclusivamente con internet, agenzie e spesso con proverbi rimasticati e ritornelli strumentali. Nessun giornale italiano o televisione è in grado di approfondire alcunché su Cuba perché nessun giornale o tv italiana hanno  corrispondenti in Cuba.

 

A quanto pare sembra che nessuno in Italia non dia nemmeno un'occhiata alla  tv o ai  giornali spagnoli che invece i corrispondenti fissi a Cuba li hanno e che qualcosa di più veritiero e aderente alla realtà comunicano, al di la dei pregiudizi politici di prammatica.

 

I rarissimi e molto risparmiosi inviati della stampa italiana  ( una volta ogni qualche anno, pochissimi giorni quasi solo nella capitale), si aggregano a un coro giornalistico che da decenni recita a soggetto unico consunti slogan anticubani. Gli USA, l'Europa, l'Occidente hanno lanciato contro Cuba non solo il blocco economico, diplomatico e culturale.

 

 

Anche l'informazione e' sotto embargo.

 

 

Infatti, scriveva il 5 maggio 2003 il prode Omero Ciai sul moderno e progressista giornale La Repubblica che "a Cuba non c'e' una televisione...!". E invece no. A Cuba c'e', esiste una Signora Televisione, ampia e differenziata nei programmi, una tv colta, seria, responsabile che reca il marchio : "no trash tv", niente spazzatura televisiva. Provare e vedere per verificare. E mantenere qualche riserva su racconti e frasi di viaggiatori affannati e prevenuti di poche ore e di pochi giorni, una volta ogni tanto.