È un comportamento illegale, ma non estraneo:
le nuove
azioni di provocazione d'ingerenza del capo dell'Ufficio d'
Interessi degli
Stati Uniti a l'Avana, James Cason, seguono il tracciato anticubano
di un'amministrazione prepotente, sequestrata nella sua politica verso
Cuba dall’anchilosata mafia di Miami e dai suoi deliranti sogni.
Le grossolane azioni, lontane da ogni comportamento diplomatico, sono
state denunciate ieri alla Tavola Rotonda Informativa.
Convivi e riunioni cospirative durante le quali
sono state fornite per propaganda "sovversiva", radio e altri sostegni materiali
a membri di gruppuscoli controrivoluzionari del paese, costituiscono un’inedita
operazione per un funzionario del suo tipo.
La risposta del Governo di W. Bush sarà, un’altra volta, il
silenzio?
Già lo scorso
6 marzo, il Comandante in Capo Fidel Castro aveva
denunciato il carattere insolente e provocatorio di James Cason, che
ancora prima di arrivare a La Habana "dava il suo avallo" riunendosi
con i leader della impropriamente detta
Fondazione Nazionale
Cubano - Americana.
Durante gli scarsi sei mesi trascorsi a Cuba, non ha fatto altro che
confermare l'annuncio formulato davanti alla mafia, quando senza giri
di parole e senza pudore affermò che qui il suo interesse sarebbe
stato quello di "stimolare" i leader di ciò che loro
definiscono "opposizione interna": traditori che fanno il
gioco degli interessi di una potenza straniera e dei loro incompiuti
desideri per più di 40 anni di distruggere la Rivoluzione.
Dopo la debacle provocata da alcune sue dichiarazioni dopo la sua
nomina a Cuba, ha cercato il recupero con una visita a Miami. Allora
Joe García, uno dei leader della
FNCA, è accorso in suo aiuto e
"ha confermato" che Cason aveva la speranza di portare
avanti programmi di maggiore sviluppo per "l'opposizione" a
Cuba.
Non deve stupire il fatto che il piano annunciato da Cason fosse in
totale consonanza con la politica annunciata in quei giorni da Jorge
Mas Santos - il figlio di Mas Canosa - al quotidiano ‘Herald’.
La Fondazione, disse allora, aveva tre priorità: lavorare con la
"dissidenza interna", rafforzare i suoi collaboratori e
incrementare l'invio a questi di computer, fax e altri utensili per il
loro lavoro sovversivo, ha ricordato Lázaro Barredo.
È quello che ha fatto Cason nei sei mesi trascorsi a Cuba. Cospirare
per sovvertire. Quel viaggio a Miami è stato anche l'opportunità di
"inzupparsi" meglio per questi obiettivi.
Già nel giugno 2002, prima di arrivare a l'Avana, diede segni del
suo interesse nel trafficare. Il turismo è stato uno dei suoi
obiettivi preferiti nei suoi tentativi di screditare il nostro paese.
Come aveva dichiarato allora Cason al quotidiano ‘The Washington Post’, "i militari" cubani sono quelli che maneggiano il
turismo, lo Stato "ruba" ai lavoratori, e nel territorio
nazionale "non ci sono strade". La descrizione è stata
quella di un "vero disastro" che denunciava fin da allora il
suo affanno per denigrare il turismo e gli investimenti a Cuba, ma che
ha messo in luce la sua scarsa visione. Pochi nel mondo possono fare
oggi caso alla sua affermazione che il nostro paese "non è un
posto appropriato per gli investitori".
Un mese dopo era ancora più sfacciato e riconosceva pubblicamente che
qui la sua intenzione era quella di incrementare i piani della
controrivoluzione con la quale – ha detto – veniva preparata
"la transizione".
I precedenti di Cason potrebbero spiegare il suo sfacciato
comportamento: buona parte dei suoi 58 anni di vita li ha dedicati al
lavoro all’estero in America Latina e in Europa. Di questa
esperienza si distingue il suo lavoro in Uruguay durante la dittatura
militare che distrusse questo paese, in quanto Cason faceva parte
delle relazioni "speciali" che – com'è noto – gli
Stati Uniti mantenevano con le dittature in America Latina e alle
quali fornivano sostegno finanziario e politico.
Nel curriculum di Cason è riportato anche il suo lavoro al
Dipartimento di Stato, dove ha curato gli aspetti relativi all'America
Centrale, proprio nei momenti in cui la Casa Bianca dirigeva ed era
protagonista della guerra sporca contro il Nicaragua. Pertanto, Cason
ha esperienza nell’intraprendere campagne di menzogne per screditare
i processi rivoluzionari e conosce i luridi maneggi come quelli messi
in luce dal cosiddetto scandalo ‘Iran - Contras’.
Allo stesso modo ha avuto funzioni come assessore politico degli
Affari Militari del Dipartimento di Stato, ha occupato posti nell’Ufficio
per gli Affari Continentali e nei
Dipartimenti di Agricoltura e del Commercio, tra gli
altri.
Cason, come ha precisato Rogelio Polanco, direttore di Juventud
Rebelde, non è né un estemporaneo né un novizio. E il suo
comportamento contro Cuba non è né casuale né frutto dell'ingenuità:
è premeditato.
Non era, tuttavia, "ben preparato" riguardo alla sua
informazione sul nostro paese. O da tempo è impregnato dalla mania di
mentire.
Durante una conferenza stampa a Washington, il 1° novembre 2001, ha
indicato Cuba come l'unico paese che non si era unito, secondo lui,
all'opinione pubblica della regione, che esprimeva condoglianze per
gli attentati dell’11 settembre: una grossolana menzogna per
manipolare gli stati d’animo sul nostro paese.
Ma questo non è stato il colmo della sfacciataggine e dell'anti -
diplomazia del capo dell'Ufficio di Interessi degli Stati Uniti a
l'Avana.
E’ giunto a Cuba il 10 settembre 2002, ma non si è presentato che
quasi un mese dopo, il 9 ottobre, alle autorità corrispondenti del
Ministero di Relazioni Estere.
Delle sue attività durante queste quattro settimane ha fornito
particolari Manuel Hevia, direttore del
Centro di Ricerche Storiche della Sicurezza dello Stato.
In questo periodo di tempo, James Cason si è dedicato a quello che,
come pare, egli considera la sua missione: conoscere, organizzare e
festeggiare i suoi lavoratori.
Il 16 di questo mese ha offerto il primo cocktail a un gruppo di
traditori. Il 17 li ha ossequiati con un altro e poi ha incominciato a
muoversi per il paese. Con ciò, Cason violava le elementari norme di
qualsiasi nazione e cercava di non considerare il fatto che qui c’è
un Governo legittimo e leggi da rispettare.
Ma, oltretutto, Cason non rispettava leggi internazionali che regolano
la convivenza tra gli Stati. Come ha ricordato Reynaldo Taladrid,
l'articolo 3 della
Convenzione di Vienna stabilisce che le funzioni di
una missione diplomatica consistono nel rappresentare lo Stato che
l'accredita presso la nazione che la riceve, un concetto che,
dall’inizio, Cason ha violato per tutto un mese.
E se non fosse sufficiente, neppure si può dire che stesse
rappresentando gli interessi del popolo nordamericano che oggi, in
maggioranza, si pronuncia per la normalizzazione delle relazioni con
Cuba, per la promozione del commercio e per la libertà che devono
avere tutti gli statunitensi di recarsi nel nostro paese, secondo i
diritti riconosciuti dalla loro Costituzione.
Al contrario, Cason si è dedicato alla promozione dei gruppuscoli
controrivoluzionari all’interno di Cuba, prendendo parte alle loro
attività e ha offerto la sua stessa residenza per questo, cercando
così di nascondere le azioni illegali dietro il paravento
dell'immunità diplomatica, un fatto senza precedenti.
E’ arrivato perfino a dire che le Ambasciate estere a Cuba avrebbero
dovuto appoggiare allo stesso modo i controrivoluzionari... (!)
La
Sezione di Interessi degli Stati Uniti a Cuba, ha precisato Hevia,
è un elemento vitale nello schema della sovversione degli Stati Uniti
contro Cuba, e posto di comando delle azioni sovversive più
grossolane portate avanti da quella nazione contro Cuba.
Hevia ha fornito altri particolari su alcune delle azioni di Cason. Il
16 settembre 2002 vi fu quel primo cocktail al quale parteciparono 17
traditori, durante il quale il funzionario disse che avrebbe lavorato
per instaurare la politica annunciata da Bush. Quelli dei gruppuscoli,
da parte loro, parlarono di quello che più li interessava: la
"necessità" di sostegno con denaro e risorse. Chiesero
radio portatili per ascoltare la stazione radio nemica, la
impropriamente detta
‘Radio Martí’. Cason promise loro assistenza
e annunciò il suo giro per il paese.
Il giorno dopo, un altro cocktail di Cason con altri 18 nuovi
cospiratori. I temi sono stati gli stessi da una parte e dall’altra.
La escalation di provocazioni sarebbe diventata più intensa a partire
da ottobre con viaggi di Cason a Villa Clara nei giorni 3 e 4, dietro
la presunta motivazione di "monitorare" la situazione dei
cubani che avevano tentato di emigrare in modo illegale negli Stati
Uniti e che erano stati rimpatriati a Cuba. Coperto dalla stessa
facciata sarebbe poi andato nelle province orientali.
Un'altra volta, nello stesso mese di settembre, ha usato la sua
residenza per la sovversione con una colazione di lavoro con
traditori, azione che si sarebbe ripetuta tre giorni dopo.
Il 30 ottobre, Cason e sei funzionari dell'Ufficio di Interessi hanno
ricevuto 24 capoccia controrivoluzionari. Il 4 novembre si è recato a
casa di un ex - recluso controrivoluzionario accompagnato da un
funzionario della sua missione. Il 21 novembre 2002, nel pomeriggio,
ha partecipato a un'altra riunione alla quale vennero invitati altri
13 membri dei gruppuscoli controrivoluzionari. Il giorno dopo,
un'altra.
Il 27 novembre sono iniziati i viaggi annunciati nell'oriente del
paese. Da Ciego de Ávila si è spostato verso Las Tunas, Holguín,
Granma, Santiago de Cuba e Guantánamo.
Il suo messaggio a quelli che cercano di consegnare la nazione cubana
agli Stati Uniti è stato quello dell'unità. E’ arrivato, perfino,
a dettare ai suoi salariati di riunirsi attorno a un programma in
dieci punti.
Più recentemente, lo scorso 24 febbraio, in una conferenza stampa in
cui ha convocato corrispondenti esteri alla presenza di altri 34
cospiratori, è giunto al vertice della mancanza di rispetto... Ha
affermato che i cubani "hanno paura". Paura?
La risposta gli è stata data da Fidel il giorno
6 marzo, durante la
costituzione della VI Legislatura dell'Assemblea Nazionale.
Intanto, aumentano le azioni illegali e criminali contro i nostri
compatrioti detenuti negli Stati Uniti nel momento in cui si
attraversa un momento decisivo per il processo e cresce la solidarietà
internazionale con i Cinque. La prepotenza e la frustrazione per non
averci potuto sconfiggere è in tutta l'attuazione
dell'amministrazione Bush verso Cuba.
Altre riunioni illegali di Cason con la controrivoluzione cubana e
dichiarazioni offensive contro il nostro paese sono continuate nei mesi
successivi. La Tavola Rotonda Informativa continuerà a diffondere oggi
la verità.
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