5/3/04 J.G. Allard - Granma Internazionale
del terrorismo
Venerdì 10 ottobre del 2003, quando il Capo della Casa Bianca, accompagnato dal suo segretario di Stato, Colin Powell, abbracció calorosamente il terrorista Luis Zúñiga Rey nel Giardino della Rosa (il Rose Garden) della Casa Bianca, Mel Martínez non riuscì a trattenere un lungo sorriso.
Zúñiga è fondatore del CLC, insieme ad altri 24 ex direttori della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA), espulsi nell’estate del 2001 durante un sospetto scontro con Jorge “El Niño” Mas Santos, qualche giorno prima dell’11 settembre. Tutti questi “dissidenti” della FNCA hanno in comune la caratteristica di identificarsi con la “ala dura” della mafia di Miami che sostiene il terrorismo.
Il 10 ottobre del 2001, Zúñiga aveva reclutato Martínez per partecipare come “invitato speciale” alla Conferenza Stampa per annunciare pubblicamente la fondazione del CLC, nell’Hotel Biltmore del Coral Gables.
Dopo questa attività pubblica, il gruppo dei fondatori salirono al nono piano dell’immobile, scortati dagli agenti del Servizio Segreto degli Stati Uniti, per “pranzare e mafiare” tranquilli.
Tra i capi del CLC riuniti con l’allora Segretario Federale degli Alloggi e dello Sviluppo Urbano si trovavano:
Alberto Hernández (successore di Jorge Mas Canosa nella FNCA), i cui vincoli con due dei terroristi internazionali detenuti a Panama, Luis Posada Carriles e Gaspar Jiménez Escobedo, sono ben conosciuti a Miami, che fece parte del gruppo paramilitare di questa organizzazione insieme a Feliciano Foyo;
Ninoska Lucrezia Pérez Castellón, moglie del terrorista Roberto Martín Pérez, che nel suo programma della radio mafiosa di Miami appoggia apertamente i terroristi detenuti a Panama;
Feliciano M. Foyo, ex tesoriere della FNCA, che finanziò Luis Posada Carriles ai tempi degli attentati terroristici contro le strutture turistiche cubane nel 1997 che provocarono la morte di un giovane turista italiano Fabio di Celmo. Fu anche implicato nel fallito attentato contro il presidente cubano nell’isola Margherita durante il VII Summit ispano-americano che terminò con l’arresto in Porto Rico di vari individui vincolati alla FNCA;
Horacio García Sr., collegato con l’apparato paramilitare della FNCA; mantiene strette relazioni anche con Roberto Martín Pérez ed Alberto Hernández, che furono direttivi della FNCA vincolati alla linea paramilitare dell’organizzazione;
Elpidio Nuñez, vincolato alle reti dei terroristi internazionali Posada Carriles e Orlando Bosch;
José Antonio Llamas, figura pubblicamente vincolata al FBI e alle azioni terroristiche;
L’Avvocato Ignacio Sánchez, consulente dei “servizi speciali” della Bacardi.
In quanto a Luis Manuel de la Caridad Zúñiga Rey, che si abbreviò il nome in Luis Zúñiga, Mel Martínez deve sapere che questo uomo di fiducia della CIA ha giocato un ruolo attivo nella FNCA e negli anni novanta fu Capo delle Attività sovversive.
In varie opportunità contattò, reclutò e rifornì cubani che viaggiavano negli Stati Uniti per l’esecuzione di azioni terroristiche contro obiettivi economici nell’Isola. Successivamente occupò per alcuni anni un seggio nella delegazione del Nicaragua davanti alla Commissione dei Diritti Umani di Ginevra a nome della FNCA oltre a dirigere le attività dell’organizzazione estremista di Miami.
Il 10 ottobre del 2002, quando il CLC decise di celebrare il suo primo anno di esistenza con un banchetto nell’Hotel Renaissance di Biscayne Bay, Zúñiga e Pérez-Castellón invitarono il loro socio Mel Martínez come oratore ed invitato d’onore.
Vittima dell’operazione Peter Pan
Martínez, di 57 anni, nacque a Sagua La Grande, Cuba, e fu portato negli Stati Uniti nel 1962 durante la tristemente famosa “Operazione Peter Pan”, cinicamente provocata dagli Stati Uniti che forzò l’esilio di più di 14 000 bambini come operazione coperta per rovesciare la Rivoluzione.
A 16 anni (in quel momento), Martínez che non parlava l’inglese dovette vivere in condizioni precarie nei due campi profughi diretti dalle organizzazioni religiose, uno dei quali in New Jersey dove si ritrovò, secondo quanto racconta, in mezzo ad un gruppo di bambini, e soffrendo di disturbi psicologici.
Secondo la dottoressa Lourdes Rodríguez, psicologa della Simmons College, a Boston, l’Operazione Peter Pan “non fu altro che una massiccia forma di abuso di bambini perpetrata dal Governo degli Stati Uniti”. Lì patirono tra le altre cose, una cattiva alimentazione, l’esistenza di bande nei centri di ricezione e negli accampamenti, punizioni corporee e costrizioni nello svolgimento di compiti umilianti.
La maggioranza delle vittime di questa crudele e disumana operazione anti - cubana non si è mai più potuta riprendere da quegli anni traumatizzanti. Solo alcuni riuscirono ad adattarsi al loro nuovo ambiente.
Costretti ad assimilarsi e ad abbandonare gran parte della loro identità, i bambini Peter Pan ritornarono “più americanizzati di tutti i cubani”, ha confessato Martínez in un reincontro a cui accettarono di partecipare solo 2 000 dei 14 000 bambini.
Successivamente Martínez esercitò diritto nella zona centrale della Florida prima di farsi nominare Capo dell’organismo responsabile degli Alloggi in Orlando, un incarico che lo portò alla direzione della contea di Orange.
La sua nomina come Segretario del Dipartimento degli Alloggi, un’istituzione federale molto spesso accusata di lassismo di fronte alla corruzione degli immobili, non sorprese nessuno nella Florida mafiosa.
Dietro le quinte, Armando Codina
L’aspirazione di Martínez al Senato ha provocato discrepanze tra i sostenitori repubblicani della Florida, i congressisti Lincoln e Mario Díaz - Balart, essendosi impegnati ad appoggiare il Rappresentante Bill McCollum.
Ma oltre ai terroristi ed ai fascisti, Martínez aveva, naturalmente tra le sue amicizie alcuni viziosi dell’alta finanza e della speculazione immobiliare come l’oggi multimilionario Armando Codina, che fu anche “niño Peter Pan” tra quelli che si salvarono.
Nel 1985, Codina, quest’altra “gloria” della Miami finanziaria incoraggiò il suo fraterno amico Jeb Bush, allora senza nessun grande talento se non la protezione di suo padre, ad ottenere un prestito di 4,56 milioni di dollari dalla Broward Federal Saving & Loan Association, di Sunrise, in Florida, per l’acquisto di un edificio a Miami.
Alcuni mesi più tardi, dopo essersi resi conto che l’affare era disastroso, Bush e Codina ottennero la riduzione del prestito a 505 000 dollari con un attivo ma occulto intervento dell’organismo federale responsabile che ridusse improvvisamente il valore dell’immobile acquistato. Un’operazione perfetta.
Grazie a Codina ed alla cricca cubana e di Miami, Jeb successivamente conobbe altri affaristi della stessa risma con cui condivise avventure e disavventure, tra cui Leonel Martínez, che oltre ad essere uno speculatore ha anche la particolarità di essere un conosciuto narcotrafficante; Mario Castejón, che sognava di approfittare della guerra fatta esplodere illegalmente dalla CIA e le sue truppe “contras” nemiche del Nicaragua per fornire “servizi medici”, oggi ricercato dal FBI, e Camilo Padreda, ex ufficiale dei servizi di controspionaggio del dittatore cubano Fulgencio Batista.
Speculatore corrotto, Codina investe sia nel settore immobiliare che nella politica.
Fu direttore della FNCA fino al 1992 dove seppe appoggiare il nucleo più estremista.
Oggi è così vicino a quelli di Bush che in un recente viaggio del socio spagnolo José María Aznar, è stato incaricato di pronunciare gli elogi dell’illustre neo - falangista. Senza ridere, Codina è riuscito a paragonare il baffuto spagnolo a Winston Churchill.
Codina oggi è un grande elettore della Florida e insieme a lui, Mel Martínez contribuì ad “eleggere” George W. Bush alla presidenza – con l’interruzione del computo dei voti e l’irritazione delle orde fasciste di “Vigilia Mambisa.”
Oggi Martínez può contare su Codina e su molti altri cospiratori per arrivare al Senato e difendere lì gli interessi della mafia terrorista di Miami e del più sporco degli establishment della penisola della Florida, burlandosi della silenziosa maggioranza del popolo nordamericano.
Mentre questo socio dei capi terroristi di Miami si prepara ad entrare nel Senato della nazione, cinque patrioti cubani incarcerati in questo paese su esplicita decisione della Casa Bianca, sono ricattati dal FBI con misure punitive nelle loro distinte carceri e con crudeli restrizioni sulle visite dei loro familiari.
Oltre all’infame silenzio di una stampa che pretende essere libera e che si sottomette ai diktats di una mafia che conta di collaborare attivamente nel novembre del 2004 alle elezioni e alla rielezione dei suoi illustri servitori.
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