Percy Francisco Alvarado Godoy, scrittore guatemalteco

ed ex-agente Fraile della sicurezza dello stato di Cuba.


Riflessioni di un antiterrorista

 

 

19 luglio 2005 - tratto dal sito: www.edizioni-achab.it

 

 

Sebbene l'11 marzo 1999 denunciai la Fondazione Nazionale Cubana Americana (FNCA) come ideatrice e mandante degli attentati terroristici portati a termine contro le strutture turistiche di Cuba, durante la realizzazione del processo a vari centroamericani coinvolti in queste azioni, molta gente apparse sorpresa delle mie accuse.


La stampa internazionale ha dato immediatamente un’inusuale copertura al fatto che il Governo cubano “bruciasse” uno dei suoi agenti più anziani in questo processo. I giornali della Florida, tra loro il Miami Herald ed il Sun Sentinel, trasmisero varie informazioni dall’Avana. Queste informazioni collocarono i dirigenti del FNCA in una difficile situazione. Alla Fondazione naturalmente non restò altra via che negare queste accuse. La portavoce di questa organizzazione, Ninoska Pérez Castellón, andò incontro all’assedio dei giornalisti proclamando a viva voce che tutto ciò fu una manovra di Castro e che Percy Alvarado mai fui vincolato alla fondazione. Altri membri direttivi la imitarono usando simili argomenti.


Per alcuni lettori, meno sagaci e spesso disinformati, tutto questo passò per una falsa accusa contro “l’umanitaria” FNCA. Tuttavia, nessuno dei direttamente implicati ha smentito. Solo Pepe Hernández, il presidente, ha osato allungare il rosario delle bugie proclamando nervosamente che non mi conosce. Restò dimostrata, senza dubbio alcuno, la validità delle accuse per la maggiore parte dell’opinione pubblica internazionale, che vede la FNCA come realmente è: un gruppuscolo di terroristi e criminali.
 

Curiosa è anche l’esclusiva opportunità ottenuta per il New York Times di pubblicare un’ampia gamma di documenti e contundenti elementi accusatori contro la mafia cubana di Miami, in particolare contro la FNCA, offerta da Cuba a Timothy Golden, uno dei suoi più esperti giornalisti. In questa occasione, nel settembre del 1998, questo giornalista ricevette da parte cubana un ampio dossier, incluso registrazioni di video, di audio, informazioni su 64 terroristi, così come altri importanti documenti declassificati. Inoltre s'incontrò con Fidel Castro, Ricardo Alarcón, con vari degli arrestati e con me. Il fatto di svelarmi a questo giornalista come agente della sicurezza cubana, sebbene ancora ero infiltrato dentro la FNCA e in mezzo ai controrivoluzionari della Florida, significò un atto di seria disponibilità per parte del governo dell’isola per denunciare il terrorismo contro Cuba e di offrire a questo importante giornale nordamericano una favorevole posizione nella sua disputa con il FNCA. Fu un passo importante a favore della verità.


È noto che il New York Times, nonostante tutto, non pubblicò mai un pezzo, tradendo la mia fiducia e quella di tutti i suoi lettori.


In varie occasioni mi sono domandato quale sarebbe stata la reazione mondiale per i processi ai terroristi centroamericani, se il New York Times avrebbe pubblicato le informazioni offerte da Cuba. Sarebbe stata uguale la percezione del pubblico nordamericano davanti ai terroristi della mafia cubana-americana radicata in Florida? Sarebbe stato facile ingannare, allora, i nordamericani in relazione alle false accuse ordite contro i cinque eroi catturati in Miami? Ovviamente, tante bugie avrebbero smascherato la manovra infame e la falsità.


Tuttavia, questa non fu l’unica occasione in cui la stampa nordamericana mise un coperchio alla vera informazione. In varie circostanze sono stato intervistato da giornalisti statunitensi e mai si è pubblicato un pezzo. In questo modo, ogni giorno di più mi convinco che realmente negli USA non esiste libertà di stampa e solo si pubblica quello che non riguarda gli interessi dei potenti che dopo, lo si creda o no, si proclamano capifila per la libertà di espressione.


È per ciò che con questo articolo voglio offrire alcune delle riflessioni che ho realizzato su questo fatti di cronaca; dare un contributo favorevole alla verità che, in fin dei conti, resta la più offesa.

 


Un po’ di verità sulla Fondazione (FNCA)

 


Sebbene questa tenebrosa organizzazione fu creata per il decreto presidenziale 501-C3, niente meno che per decisione di Ronald Reagan, fu apparentemente concepita come un’entità umanitaria ed educativa. Nel suo seno si svilupparono i settori più ricalcitranti della controrivoluzione cubana ed i più poderosi dal punto di vista economico. Per dirigerla bastava, allora, contare su tre requisiti fondamentali:


- Avere un’ampia gamma di servizi nella lotta de contro la rivoluzione cubana, che significa dire: una vasta esperienza come terrorista ed un odio acerrimo contro Fidel ed il processo trasformatore che ha luogo nell’isola,


- contare su sufficiente denaro per comprarsi l’incarico di direttore nello stessa,


- e, infine, godere della fiducia del governo nordamericano.


Cosi come segnalo nel mio libro “Cuba: Confessioni dell’agente Fraile”:alla fondazione il triste merito di avere organizzato al suo interno milionari cubani-americani, avere pattuito con terroristi ed apportato al partito repubblicano un’ampia base di appoggio e finanziamenti nell’importante stato della Florida. Per tutto ciò si è arrogata una falsa rappresentatività ed esegue un permanente lavoro di proselitismo tra la comunità cubana negli Stati Uniti ed altri paesi.


Dal momento stesso della sua creazione, la FNCA si dedicò ad un chiaro programma avviato per immischiarsi nella politica interna dei governi nordamericani e condizionarla in aperto confronto contro Cuba. In seguito ciò fu chiaramente dimostrato dagli ingenti sforzi dei suoi direttori per ottenere l’isolamento dell’isola.


La rivista nordamericana The New Republic pubblicò nel 1994 un articolo che dimostra come vari congressisti ricevettero diversi fondi del FNCA affinché intensificassero le leggi contro e a danno di Cuba. I più agguerriti sono Ileana Ross Lethinen, Lincoln Díaz Balart, Robert Torricelli, Richard Helms ed altri, che ricevono doni e regalie da parte della sinistra organizzazione anticastrista.


Sono stati, certamente, anni di violenta attività contro Cuba. Molti dei dirigenti e personaggi del FNCA hanno visitato decine di paesi in Europa e America Latina e si incontrarono con governanti e rappresentanti di diversi partiti politici con l’aperto proposito di isolare il governo cubano. Usando pressioni e altre tecniche di ricatto, ottennero appoggio ed implicazione per la sua politica isolazionista. Basta segnalare, ad esempio, le pressioni che usarono nel 1994 affinché la Colombia non vendesse petrolio a Cuba. In questo caso fu proprio Ileana Ross che fece pressione al diplomatico colombiano in Washington per raggiungere il suo obiettivo.


Gli sforzi disperati del FNCA ebbero i suoi frutti più eloquenti nell’adozione delle leggi Torricelli (1992 ) e Helms Burton (1996) per parte del congresso statunitense. Queste legislazioni dal carattere anticubano mostrano la capacità raggiunta del nuovo “Frankestein” di influire sui suoi propri creatori.


Qualsiasi persona può pensare che la FNCA si sia limitata, in questi anni, solamente a muoversi dentro le complesse relazioni della politica interna ed esterna degli Stati Uniti. Tuttavia, la realtà è ben diversa.


Dietro la faccia pubblica assunta dalla FNCA, un gruppo dei suoi dirigenti si è mosso nell’ombra, ricorrendo alle più violente pratiche criminali per sovvertire la rivoluzione cubana. Le ragioni sono molto diverse, ma in ogni caso tutte sfociano in un odio patologico verso Cuba e Fidel Castro, nella convinzione che l’attività controrivoluzionaria sia un prosperoso affare per arricchirsi, contornata da un’ansia smisurata di protagonismo.


Questa faccia occulta, terrorista e violenta, è smascherata dalla sicurezza cubana a partire dal lavoro realizzato da un gruppo di collaboratori dei servizi segreti e anch’io mi ritrovai tra quelli che hanno ottenuto buoni esiti. Già molto prima, tra gli anni ‘80 e ‘90, i terroristi partecipavano a varie azioni violente contro Cuba e contro i suoi simpatizzanti. Un esempio di ciò sono le seguenti azioni di taglio terrorista, promosse direttamente da loro o da loro finanziate:


a) Collocazione di diecine di bombe in agenzie che inviarono pacchi a Cuba tra 1980 e 1990, senza che la polizia di Miami ed il FBI facesse un solo rapporto.


b) Collocazione di bombe contro il consolato cubano in Messico (1981), ufficio di Iberia Airlines (1983), museo cubano di arte e cultura (1988 e 1990), così come in altri istituzioni della comunità cubana. Tutte queste azioni e molte altre che includono assassini, sparatorie e minacce, hanno come protagonisti vari personaggi della FNCA e di altri organizzazioni.


c) Azioni terroriste contro obiettivi nell’isola, che raggiungono la loro massima espressione negli anni ‘90.


L’ala terrorista della fondazione si fa chiamare Fronte Nazionale Cubano o Commissione Militare ed è stata integrata da un gruppo scelto di terroristi. Tra gli altri risultano: Alberto Hernández, Pepe Hernández, Roberto Martín Pérez, Horacio García e
Luis Zúñiga Rey. Parteciparono inoltre i già defunti Jorge Mas Canosa e Arnaldo Monzón Plasencia.


È certo che la FNCA si sciolse nell’anno 2000 come risultato di contraddizioni interne ed un gruppo dei suoi dirigenti formò il Consiglio per la libertà di Cuba, ma esistono forti indizi che negano che si siano svincolati. Attualmente, i membri del gruppo di terroristi mantengono i loro vincoli e si integrano per pianificare, organizzare e finanziare azioni terroristiche contro Cuba. Cosa c’è in comune tra tutti loro?


1.- Sono figli di connotati “batistiani”, in alcuni casi giustiziati a Cuba. Per esempio, Roberto Martín Pérez, Ninoska Pérez Castellón e Francisco Pepe Hernández.


2.- Hanno ricevuto addestramento da parte della CIA come nei casi di Mas Canosa, Francisco José Hernández Calvo, Alfredo Domingo Otero, Gaspar Jiménez Escobedo e molti altri.


3.- Sono compromessi in tutti i piani di assassinio progettati in quasi tutti i Convegni Ibero-americani.


4.- Mantengono ancora vincoli con differenti agenzie ufficiali degli Stati Uniti.


A questo gruppo paramilitare segreto spetta, senza dubbio, la paternità degli attentati terroristi contro le strutture turistiche cubane nel decennio del ‘90. Io stesso fui mandato da loro per realizzarli e orientare, attraverso delle rivendicazioni, l’opinione che fossero frutto di un mal contento popolare o di una parte dell’esercito. Tutto ciò è dimostrato nel processo contro i terroristi mercenari centroamericani.


Pur conoscendo a fondo gli avvenimenti, restai comunque sorpreso nel leggere il messaggio della giunta direttiva della Fondazione, diretto all’opinione pubblica e redatto in Miami, Florida il 11 di agosto di 1997.


Questo documento disse testuale: …Quelli che si sono domandati chi possono essere gli autori materiali dei recenti incidenti non devono far altro che analizzare le caratteristiche degli eventi per concludere che ci sono elementi altamente organizzati dentro del paese, chissà dentro la forza armata, uomini e donne che come il resto della popolazione soffrono i crimini del castrismo…


Sebbene lessi più di una volta questo testo non potei cessare di esprimere disprezzo verso i firmatari dello stesso, molti dei quali, come Pepe Hernández, Arnaldo Monzón e Horacio García, mi avevano preparato durante tutto l’anno 1994 per portare a termine queste azioni terroriste.


Ma il mio stupore aumentò quando lessi l’altro paragrafo del testo: …La fondazione nazionale cubana americana, cosciente della sua responsabilità verso il popolo cubano, appoggia senza ambiguità né ripensamenti quanto denuncia, scontri e atti di ribellione interna sono l’avvio alla cacciata di Fidel e Raúl Castro dal potere e, quindi, al conseguimento della pace ed il benessere del nostro popolo.


Non c’è dubbio, mi dissi, che questi signori fracassarono il “bugiardometro” più sofisticato. Gli stessi mandanti si sprecano in applausi ai supposti attentatori cubani, sebbene loro stessi contrattarono con i terroristi forestieri. La sfacciataggine e la bugia risiedono ancora alla FNCA. SI ricordarono di me quando elaborarono e firmarono questo documento? Non sanno che esistono testimoni della loro infamia?



Alcune riflessioni finali

 


Molte domande mi sono posto durante questi ultimi anni concludendo il mio lavoro come collaboratore della sicurezza cubana. Forse il più significativo è: perché le agenzie ufficiali nordamericane come la FBI e la CIA, che contavano su informatori dentro queste organizzazioni, non fecero mai nulla per frustrare le azioni dei terroristi contro Cuba? Non si preoccupavano che questi piani, inclusi i diversi tentativi di uccidere Fidel, la collocazione di bombe in luoghi pubblici come alberghi e cabaret, l’imminente pericolo per cubani e stranieri, causarono centinaia di vittime innocenti?


La risposta è stata facile da trovare sebbene il mio cuore non può capirne l’enorme complessità: per gli Stati Uniti questi terroristi sono lottatori per la libertà. Così semplice. Non c’è altra spiegazione.


Cosa sarebbe successo se tutti questi piani fossero stati gestiti da Cuba per attentare contro dirigenti nordamericani o per sabotare alberghi in New York o Washington? Suppongo che Lei, amico lettore, avrà la risposta a questa domanda.