BATTAGLIA D' IDEE 22 maggio 2002
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José Martì
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Com’era da
prevedere, il 20 maggio il signor Bush lanciò,da Washington e da Miami,
il suo virulento brulotto contro Cuba . Nella stessa data, la loro
sovversiva emittente televisiva cambiò gli orari abituali di trasmissione
facendoli coincidere con quello delle nostre Tavole Rotonde. Annunciarono
maggiori spese, altre misure e nuova tecnologia per spargere il veleno nel
nostro paese. Giorni prima,
il 6 maggio, avevano ormai lanciato, tramite un Sottosegretario di Stato,
la malvagia calunnia secondo cui Cuba svolgeva un programma di armi
biologiche. Ieri, 21
maggio, a mezzogiorno circa, divulgarono il Rapporto Annuo del
Dipartimento di Stato, in cui, come in tanti altri temi, giudicano e
decidono chi sono coloro che nel mondo patrocinano il terrorismo,
appoggiano il narcotraffico, violano i diritti umani, ecc. Come al
solito, inclusero sportivamente il nostro paese in una lista di paesi che
appoggiano il terrorismo. Tuttavia, non si tratta di un anno e di uno
sport qualunque. Appena alcuni mesi fa, il popolo statunitense fu vittima
di un brutale crimine di questo carattere. Se a ciò si aggiunge la
ripetuta e arbitraria inclusione di Cuba in tale lista per inculcare
timore e antipatia nei cittadini statunitensi nei confronti del nostro
paese, ci si può rendere conto di quanto cinico e irresponsabile può
essere il comportamento della mafia ignorante e sinistra che gode della
maggiore influenza nel circolo intimo del Presidente degli Stati Uniti. Fu
talmente grossolana, falsa e inconsistente la calunnia sulle armi
biologiche, che alcuni importanti funzionari del governo ebbero la
sensatezza di allontanarsi discretamente dalla stupida fallacia. Tutta una
guerra politica lampo, allo stile nazi, sferrata contro Cuba, credendo,
poveri sciocchi, che ci avrebbero sorpreso e sconcertato. Il signor Bush
fu visto negli schermi delle televisioni a Miami: viso collerico, faccia
da "cattivo", strane smorfie. Sembrava una persona con voglia di
uccidere, non sa chi o quanti. Parlava e frenava. Voleva aggiungere e si
fermava. Utilizzava frasi minacciose, forse con la pretesa di infondere
paura in coloro che lui sa bene non tentenneranno mai di fronte a un
grossolano insulto, alla furia rabbiosa e alle armi assassine di un
potente imperatore con il dito al grilletto. Mancava soltanto la schiuma
alle labbra nell’immagine televisiva del signor Bush. Il pubblico
isterico, di traditori senza patria, di mercenari, di malversatori di ieri
e di oggi, soprattutto di terroristi che hanno seminato il lutto e la
morte nel seno del nostro popolo durante oltre 40 anni, che applaudiva in
modo frenetico ogni volta che si pronunciava una frase minacciosa contro
il nostro paese e la promessa di essere duri nei confronti di Cuba, di
mantenere e inasprire il blocco economico, provocò ripugnanza e schifo
nel nostro eroico popolo, più unito e disposto che mai a lottare. Gli argomenti,
inganni, trucchi, demagogia, menzogne e calunnie del signor Bush saranno
demolite ad una ad una. Non importa
quanti giorni si prolungherà questo duro combattimento della nostra lunga
lotta. Siamo coinvolti nel fragore di una grande battaglia di idee, in una
lotta senza precedenti tra la verità e la menzogna, l’ignoranza e le
conoscenze politiche e storiche, tra la cultura e la barbarie, l’etica e
l’assoluta assenza di principi e di valori morali, l’onestà e il
cinismo; tra l’oppressione e la libertà, la giustizia e
l’ingiustizia, l’uguaglianza e la disuguaglianza, tra i brutti sogni
del passato e i sogni dell’avvenire, tra la distruzione e la
preservazione della natura, tra lo sterminio e la sopravvivenza della
nostra specie. Il 19 maggio,
giorno della sua morte in combattimento, si fece la guardia permanente di
fronte alla tomba di Martí. E per tutti i tempi. Non esiste né
esisterà forza al mondo che ci faccia desistere, abbandonare o tradire le
nostre nobili idee! E senza che niente ci allontani dal cammino, continueremo ad essere fermi amici e alleati del popolo degli Stati Uniti e di qualunque altro popolo del mondo nella lotta contro il terrorismo.
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