Riafferma Bush posizione anticubana anche dopo la visita di Carter 

Washington, 20 maggio (PL)

Soltanto a meno di 3 giorni dalla conclusione del viaggio dell'ex presidente James Carter a Cuba, il presidente George W. Bush pensa di visitare oggi Miami, dove si prevede annuncerà un rafforzamento del blocco contro l'Avana.

I presunti obiettivi di Bush con questa posizione anticubana, secondo  quanto  assicura la catena televisiva CNN, sono: aiutare suo fratello Jeb nel mantenere il governo dello stato della Florida nelle elezioni del novembre prossimo e per le elezioni legislative, dello stesso mese, assicurare ai repubblicani i voti di una parte della comunità cubana di Miami.

La città del sudest della Florida accoglierà, durante alcune ore, il presidente nel mezzo di un intenso programma di festeggiamenti organizzati nella metropoli per celebrare il centenario della fondazione della Repubblica di Cuba.

Secondo quanto ricordano gli storici l'indipendenza cubana dalla Spagna fu sabotata nel 1989 dall'intervento militare statunitense quando la cosiddetta "contienda", vinta dai cubani era sul punto di concludersi.

Secondo gli annunci effettuati in questi giorni dal segretario di Stampa della Casa Bianca, Ari Fleischer, Bush analizzerà, con i cubani di Miami,  le principali misure del suo governo contro l'Isola.

Il rafforzamento del blocco economico, maggiori restrizioni sui i viaggi dei nordamericani verso la nazione antillana e più aiuti agli oppositori interni, così come per le trasmissioni dall'emittente radio sovversive, sono alcuni degli aspetti, che secondo analisti e mezzi stampa, sarà oggetto del loro incontro.

Alcuni leader moderati della comunità cubana residente in questo paese valutano di prima mano come "erroneo e poco etico che per scopi elettorali il Presidente punti ad incrementare le tensioni con l'Isola".

Nel suo recente viaggio all'Avana, l'ex presidente Carter(1977-1981) ha condannato il blocco economico che da 43 anni Washington ha imposto alla maggiore isola caraibica; di contro ha elogiato il sistema di educazione e salute e ha smentito le accuse delle autorità statunitensi  sulla presunta produzione di arme biologiche.

Per alcuni analisti il principale risultato ottenuto dal viaggio dell'ex politico, al di là della promessa di lavorare in favore di un miglioramento delle relazioni tra il suo paese e l'Avana,  risiede nel fatto che lui stesso ha messo sul tavolo di negoziazione, tanto nel Campidoglio come nella Casa Bianca, la discussione sul tema delle relazioni tra Cuba e gli Usa.

Per alcuni osservatori, alla vigilia degli obiettivi elettorali che gli interessano, "Bush ora e' disposto a passare sopra a tutti gli sforzi in favore di un miglioramento nel rapporto con Cuba".

Alarcon:"Bush sfida il popolo nordamericano" 

 

L'Avana, 21 maggio (PL)

Con la permanenza del blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba il presidente George W. Bush sfida il popolo nordamericano ha affermato il presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcon.

"Bush ha sfidato il popolo nordamericano, poiché i sondaggi dicono che la maggioranza (delle persone) in questo paese chiede l'eliminazione del blocco", ha detto Alarcon in riferimento all'annuncio del presidente statunitense, questo lunedì, di rafforzare la politica anticubana del suo governo.

Alarcon ha commentato che Bush e' stato molto coraggioso a visitare Miami e ad incontrare i terroristi rappresentanti di gruppi radicati nella Florida alle cui istanze risponde la politica nordamericana.

"Deve avere molta audacia per fare questo in modo pubblico" ha detto alludendo all'incontro tra il presidente con i membri dei gruppuscoli che, secondo il governo cubano, appoggiano, finanziano ed eseguono, partendo dagli Usa, azioni terroristiche contro l'isola.

Assertore di una politica inconcludente e obsoleta - è stato valutato dai giornalisti nella tavola rotonda trasmessa dalla radio e dalla televisione locale - l'annuncio del presidente nordamericano di mantenere il blocco imposto da più di 4 decenni contro Cuba e di condizionare la fine di questa politica con radicali cambiamenti nell'isola.

Bush ha fatto l'annuncio in occasione del centenario dell'instaurazione della Repubblica di Cuba, data che non e' celebrata nell'Isola perché si considera che il paese terminò d'essere una colonia spagnola per diventare una neocolonia degli Stati Uniti.

Nella loro analisi, i giornalisti hanno valutato che il discorso del presidente e' una minaccia al Congresso nordamericano, poiché Bush ha detto che vieterebbe qualsiasi iniziativa che preveda la fine del blocco a Cuba o il suo ammorbidimento.

Secondo i giornalisti, con le nuove minacce di Bush, è cominciata la caccia ai voti nello stato della Florida per aiutare  suo fratello, Jeb, nelle elezioni del prossimo novembre.

 

 

 

I cubani di Miami sono favorevoli al miglioramento dei rapporti Usa-Cuba

Washington, 16 maggio (PL) 

Un sondaggio tra 800 cubani-nordamericani di Miami Dade divulgato oggi ha svelato che la metà di questa comunità preferisce che vengano eliminate le limitazioni sui viaggi a Cuba.

L'inchiesta si é svolta su richiesta del Gruppo di Studi Cubani, un'associazione di cubani abbienti e si e' resa pubblica prima del viaggio previsto in questa città , annunciato per il prossimo di 20 maggio, del presidente George W. Bush.

In contrasto con l'immagine che la mafia di Miami pretende dare sulla supposta unanimità a favore del blocco, l'inchiesta ha svelato che il 52% degli intervistati ritiene che quella misura non dev'essere il centro della politica del governo di Washington verso l'Isola.

L'inchiesta ha rivelato, inoltre, che tra la comunità cubana di questa città, c'e' la crescente tendenza a migliorare i rapporti bilaterali malgrado la riluttanza dell'amministrazione Bush a mitigare il blocco imposto verso l'isola da oltre 40 anni.

Il presidente statunitense, nella sua politica aggressiva contro Cuba, principalmente per quel che riguarda il tema del blocco, affronta anche l'opposizione nel Congresso.

Il discorso pronunciato dall'ex presidente nordamericano J.Carter, che in dichiarazioni rilasciate all'Avana ha espresso la necessità di mettere fine al blocco e precisato che tocca al suo governo fare il primo passo, ha spinto 40 legislatori - 20 democratici e 20 repubblicani - a richiedere la fine del blocco.

Durante oltre 40 anni la nostra politica con Cuba non ha dato risultati ha affermato il repubblicano Jeff Flake, membro del comitato degli affari Esteri della camera bassa.

Ha precisato, inoltre, che gli Usa "dovrebbe alleviare l'embargo contro Cuba, facilitare le vendite di prodotti agricoli nordamericani e permettere i viaggi verso l'Isola dei cittadini del nostro paese".

Il leader della maggioranza del Senato, il democratico Tom Daschle, ha detto che e' ora di "abbattere le barriere esistenti tra Cuba e gli Usa e aprirsi al commercio".

Le dichiarazioni di Dashle sono state fatte dopo la sua colazioni di lavoro con il presidente Bush.

Intanto, la rappresentante repubblicana per il Missouri, Jo Ann Emerson, ha affermato che "gli embarghi sono probabilmente i peggiori strumenti di politica estera che gli Usa hanno", e si e' dichiarata per una profonda revisione della politica verso Cuba.

Flake e gli altri membri del cosiddetto Gruppo di Lavoro su Cuba, si sono pronunciati ieri per la fine immediata di ogni restrizione sui viaggi, le rimesse familiari di denaro e le esportazioni di prodotti agricoli e medicinali.

I 40 legislatori hanno domandato anche che la legge Helms-Burton, aggravante del blocco anticubano, scada nel 2003 senza essere più prorogata.

 

USA-CUBA

I congressisti e la stampa Usa criticano il discorso di Bush

Washington, 21 maggio (PL)

Legislatori e mezzi stampa statunitensi criticano oggi le parole del presidente nordamericano, George W.Bush, dette a Washington e a Miami, per il centenario della fondazione della Repubblica di Cuba.

Ambedue i discorsi pronunciati ieri (lunedì) da Bush sono considerati dal giornale “The New York Times” come una "sfortunata riaffermazione dell'appoggio alle sanzioni economiche e al divieto di viaggiare verso la nazione caraibica imposto oltre 40 anni fa".

Segnala il "Times", nella sua cronaca editoriale di oggi (martedì), che continua a costituire un grosso errore l'affermazione del presidente che i normali rapporti commerciali sono un compenso per le democrazie con libero mercato.

La pubblicazione rileva che c'e' un crescente sostegno nel Congresso per porre termine alle sanzioni contro Cuba e che incluso alcuni degli oppositori al governo cubano sono a favore della sospensione del blocco.

Osserva il "Times" che Mister Bush farebbe bene ad ascoltare queste richieste.

Il quotidiano “The Washington Times” considera i due discorsi di Bush come una reminiscenza dell'era dell'ex presidente Ronald Reagan e ritiene inutili i piani per mantenere le restrizioni sulla maggiore delle isole caraibiche.

Il giornale considera le parole del mandatario - pronunciate prima nella Casa Bianca e più tardi in un quartieri di Miami - come una trovata elettorale ponendo in risalto come la motivazione di tali affermazioni siano le aspirazioni repubblicane in vista delle elezioni congressuali del prossimo novembre.

Il quotidiano “The Washington Post” riconosce il crescente appoggio bipartitico nel Congresso che ha l'idea della sospensione del blocco e il forte consenso nella comunità degli uomini d'affari e degli agricoltori nordamericani.

Il presidente pretende, con i suoi discorsi ed il viaggio a Miami, di raccogliere due milioni di dollari per la campagna elettorale di suo fratello Jeb, che vuole essere riconfermato governatore della Florida, rileva il Post.

Gli oppositori del blocco alludono che ormai non e' efficiente questo provvedimento.

Il giornale “USA Today” segnala inoltre la posizione contraria al blocco da parte dell'ex presidente Carter.

La pubblicazione ricorda anche la visita, durata una settimana, svolta di recente all'Avana dall'ex politico democratico e presidente del Centro Carter.

Anche il senatore Christopher Dodd ha esternato la sua contrarietà alle parole dette ieri da Bush.

"Il pacchetto di proposte specifiche annunciate dall'amministrazione non significano niente", ha dichiarato Dodd, presidente anche del Comitato di Affari con l'Estero del Senato.

La CNN ha annunciato che il mese prossimo, il legislatore del Connecticut, avrà una serie di udienze congressuali al fine di elaborare una proposta di eliminazione del blocco contro l'Isola.

"Le parole di Bush di ieri non hanno offerto niente di nuovo per cambiare una politica ormai fallita", ha dichiarato da parte sua la senatrice democratica californiana, Barbara Boxer, specificando alla agenzia informativa che “coloro per i quali sta lottando il presidente sono le forze della regressione”.