Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato l’espulsione dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID), accusata di cospirare contro il suo governo.
"Non mancano
alcune
istituzioni
dell’ambasciata
degli Stati
Uniti che
continuano a
cospirare in
questo
processo,
contro il
popolo e il
Governo
nazionale, e
per questo
approfitto
del 1º
Maggio per
informare
che abbiamo
deciso
d’espellere
la USAID
dalla
Bolivia. Se
ne va la
USAID dalla
Bolivia”, ha
detto il
presidente
nella
manifestazione
per il
Giorno
Internazionale
dei
Lavoratori.
Morales
aveva già
valutato una
possibile
espulsione
dell’Agenzia
lo scorso 18
aprile,
quando aveva
condannato
un discorso
del capo
della
diplomazia
degli USA ,
John Kerry,
che ha
definito
l’America
Latina “ il
cortile
posteriore
del suo
paese”.
“Respingiamo
queste
dichiarazioni
che sono
irrispettose,
perchè non
riconoscono
la realtà
dei popoli
dell’America
Latina”,
aveva detto
quel giorno
Morales, che
ora ha
ricordato
che la sua
nazione ha
smesso
d’essere “il
cortile
dietro
casa”,
grazie alla
liberazione
economica,
la
nazionalizzazione
degli
idrocarburi
e la lotta
dei
movimenti
sociali.
Morales ha
accusato la
USAID
d’ingerenza
politica nei
sindacati
contadini e
in altre
organizzazioni
sociali, per
destabilizzare
il suo
governo,
come faceva
prima
l’ambasciata
degli USA.
Questo è il
terzo invito
ad
abbandonare
il paese
realizzato
da Morales
da quando è
giunto al
potere nel
2005.
Nel 2008
aveva
espulso
l’ambasciatore
Philip
Goldberg,
accusato di
cospirare
con
l’opposizione
e nel
novembre
dello stesso
anno aveva
chiesto la
ritirata
degli agenti
anti droga
degli Stati
Uniti per
presunto
spionaggio.
La USAID
operava in
Bolivia dal
1964 e
contava con
una delle
infrastrutture,
una flotta
di
automobili e
uno
spiegamento
di agenti
più grande
di tutte le
istituzioni
esistenti in
Bolivia,
nazionali o
straniere.
Come parte
della
manifestazione
per il Primo
Maggio,
nella
centrale
Plaza
Murillo
della
capitale del
paese, La
Paz, Morales
ha
annunciato
l’approvazione
di un gruppo
di leggi
sociali, con
la
successione
dei
contratti
minerari e
un decreto
per fissare
un aumento
dei salari
dell’8%.