Edmundo García – https://lapupilainsomne.wordpress.com
Per essere un cubanologo a Miami, in primo luogo lei ha bisogno di essere un grande disconoscente di Cuba. Tanto più a lungo sta senza avere contatto diretto con l’isola e il suo popolo, molto meglio; non importa sapere che Cuba sia l’obiettivo dichiarato della cubanologia, perché è solo un trucco che si basa su menzogne e allucinazioni.
Per essere un cubanologo a Miami, lei deve dire ciò che piace all’estrema destra cubano-americana, che è quella che controlla i media della città.
Il cubanologo di Miami deve essere sempre disinformato e disinformando; occupato, per prima cosa, ad impedire, dopo ad ostacolare ed in questi momenti a diffamare il processo di normalizzazione delle relazioni tra Cuba e USA.
Come si vede, gli obiettivi dei cubanologi di Miami si sono ridotti. Dal cercare d’impedire le relazioni, sono passati ad accontentarsi di ostacolarle e ora gli è solo rimasto la consolazione di calunniarle. Non so se un giorno si rassegneranno, perché tutto quello che hanno conservato è il fanatismo e lo scalpicciare nell’irrealtà, rimanendo soli e respinti sul lato opposto della storia.
Una delle campagne con cui i cubanologi di Miami hanno cercato di sabotare l’immagine di Cuba, affinché si rovinassero i negoziati che dopo il 17 dicembre 2014 l’opinione pubblica internazionale ha conosciuto in tutta la sua dimensione, si relazionò alla nave, della Corea del Nord, Chong Chon Gang, fermata a Panama nel luglio 2013, la quale portava lo zucchero e un lotto di armi provenienti da Cuba. Attrezzatura obsoleta da essere sottoposta a riparazione, e che il Ministero degli Esteri di Cuba ha descritto, in dettaglio in una dichiarazione ufficiale, il 16 luglio 2013. Diceva la nota del Ministero degli Esteri cubano: “nella citata nave, si trasportavano 240 tonnellate di armamenti difensivo obsoleto – due complessi missilistici anti-aerei Volga e Pechora, nove missili smontati e pezzi, due aerei MiG-21 Bis e 15 motori di questo tipo di velivolo, tutto ciò fabbricato a metà del secolo scorso, per essere riparato e restituito al nostro paese”.
I cubanologi non hanno preso atto di questo e hanno scatenato una campagna che è durata mesi. Nei media, di Miami, si diceva che i Mig potevano essere sistemati per trasportare bombe atomiche e che i Volga e Pechora potevano trasportare testate nucleari.
Nel suo ruolo di cubanologo, Eli Cesar, membro della brigata mercenaria 2506, ha detto che fonti ufficiali panamensi gli avevano assicurato che nel Chong Chon Gang c’erano più armi rispetto a quelle dichiarate da Cuba; mentre l’avvocato Larry Palomares, insieme all’ex ambasciatore Willie Cochez, dichiarava alla stampa che questo aveva a che fare con il patto Kennedy-Krusciov. Ma il cubanologo che più ha delirato, in qui giorni, è stato Juan Tamayo, giornalista del Nuovo Herald ora in pensione, che è arrivato persino a menzionar prove di una presunta alleanza militare offensiva tra Cuba e Corea del Nord, prese da un cosiddetto rapporto segreto che, in realtà, si trovava nel web “38norh.org“, di pubblico accesso.
Come sappiamo, quella campagna anti cubana non ha avuto successo; al contrario, Cuba ha mantenuto e aumentato il suo prestigio internazionale.
Ma le campagne dei cubanologi non si sono fermate. Nel marzo di quest’anno 2015, dopo essere stato annunciato l’avvio del processo di normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli USA, ma ancora senza essere state aperte le ambasciate di Washington DC e L’Avana, è avvenuta a Cartagena delle Indie, in Colombia, la registrazione della nave cinese con bandiera di Hong Kong, Da Xia Dan, che, come parte del suo carico, trasportava materiale militare la cui documentazione indicava che era destinato a Cuba.
La propaganda anti cubana a partire da questo evento è stata meno intensa che la sceneggiata montata con la Chong Chon Gang, forse per la frustrazione della destra davanti alle dichiarazioni dei presidenti di USA e Cuba, pochi mesi prima. Tuttavia, i cubanologi pretendevano che in virtù di quello che nominarono alleanza militare, ora tra Cuba e Cina, gli USA avrebbero dovuto lasciare l’isola nella ingiuriosa lista di sponsor del terrorismo e ritrarsi dall’apertura delle ambasciate. Nonostante i capricci, a maggio Cuba è stata rimossa da tale elenco, dove mai doveva stare; e nei mesi di luglio e agosto, i due paesi hanno aperto le loro ambasciate.
E ora arriva l’ultima scenata dei cubanologi di Miami.
Mercoledì 14 ottobre l’Istituto di Studi Cubani e Cubano-americani (ICCAS), che viene promosso come parte dell’Università di Miami, ma che è, nella vita reale, un piccolo gruppo di chiacchieroni anti-cubani ospitati nella Casa Bacardi di Brescia Ave, ha fatto circolare una e-mail in cui affermava aver ricevuto informazioni che il Ministro delle FAR, Leopoldo Cintra Frias, aveva visitato la Siria, recentemente (non fornivano data), niente più e niente di meno, che per sostenere con truppe di terra e carri armati i raid aerei russi.
E dove porta tutto questo? Poi all’affermazione gratuita che questo sarebbe prova che Cuba preferisce stare con i nemici degli USA, e a causa di questa presunta ingratitudine il Presidente Obama deve rivedere la sua politica verso l’isola.
La notizia dell’ ICCAS non sopravvive un paio d’ore. In primo luogo, perché, nonostante alcune incomprensioni iniziali, la Russia sta combattendo lo stesso nemico che affrontano gli USA, i terroristi ISIS, ragione per cui l’influente giornale The New York Times ha chiesto al presidente Obama di vedere la Russia come un alleato in questo obiettivo.
In secondo luogo, perché nessuno può credere seriamente che un paese vada a preparare un’operazione di comando a migliaia di chilometri dal suo territorio, ed inviare a capo di tale azione il Ministro delle Forze Armate.
Nonostante tutta questa irrazionalità, o forse proprio per questa, la destra ha dato credito alle speculazioni dell’ICCAS. Ieri, il direttore del tristemente celebre istituto, Jaime Suchlicki, è stato intervistato dalla catena Fox soprattutto per ottenere dichiarazioni contro il presidente Obama. Ciò che Fox non si aspetta è che Suchlicki dicesse: “Se si conferma questa informazione sulla presenza di truppe cubane in Siria ora, starebbe ad indicare che il generale Raul Castro è più interessato al sostegno dei suoi alleati, Russia e Siria, che nella continuazione della normalizzazione delle relazioni con gli USA”. Il presentatore e sicuramente buona parte del pubblico sono rimasti attoniti, pensando “Bene signor Suchlicki, se lo si è invitato alla televisione nazionale è proprio perché crediamo che la sua informazione fosse confermata” .
Ciò che la Fox non sa, né il pubblico nord americano è che Jaime Suchlicki è un cubanologo, ma di Miami, dove il meno che ci vuole per apparire nei media è la credibilità. Così è che mentre l’attenzione sull’ “informazione” decadeva, il presentatore Juan Manuel Cao del Canale 41 di Miami la seguiva commentando, la notte scorsa, come la “grande notizia” dell’anno.
Questa, come molte altre, è una notizia senza sviluppo né conferma; anche per gestire un tema così delicato, la mal chiamata Radio Martí non fece una ricerca su Wikipedia. La stessa stazione, dopo aver detto che il Pentagono ha confermato a Fox la presenza militare cubana in Siria, non ha specificato quale funzionario del Pentagono ha reso questa conferma, o che tipo di “truppe” Cuba avrebbe lì. Questo sì, il media anti-cubano ha dovuto ammettere, e cito, che “il Dipartimento di Stato ha detto ai giornalisti che loro non hanno avuto rapporti che corroborino la storia”. Forse quello che ha detto il non identificato funzionario è che è vero che il ICCAS fece la favola. Questa, e molte altre.
¿Qué hace falta para ser un cubanólogo en Miami?
Por Edmundo García
Para ser un cubanólogo en Miami en primer lugar usted necesita ser un gran desconocedor de Cuba. Mientras más tiempo lleve sin tener contacto directo con la isla y su pueblo mejor; no importa que saber de Cuba sea el objetivo declarado de la cubanología, porque solo es un truco que se basa en mentiras y alucinaciones. Para ser un cubanólogo en Miami usted debe decir lo que le gusta a la extrema derecha cubanoamericana, que es la que controla los medios de la ciudad.
El cubanólogo de Miami debe estar siempre desinformado y desinformando; ocupado primero en impedir, después en entorpecer y en estos momentos en difamar el proceso de normalización de relaciones entre Cuba y Estados Unidos.
Como puede apreciarse, las metas de los cubanólogos miamenses se han contraído. De tratar de impedir las relaciones, pasaron a conformarse con entorpecerlas y ahora solo les queda el consuelo de calumniarlas. No sé si algún día llegarán a resignarse, porque lo único que han conservado es el fanatismo y el pataleo en la irrealidad, quedándose solos y rechazados en el lado opuesto de la historia.
Una de las campañas con que los cubanólogos de Miami trataron de torpedear la imagen de Cuba para que se malograran las negociaciones que después del 17 de diciembre de 2014 la opinión pública internacional ha conocido en toda su magnitud, se relacionó con el barco norcoreano Chong Chon Gang, detenido en Panamá en julio del 2013, el cual llevaba azúcar y un lote de armas procedentes de Cuba. Equipo obsoleto para ser sometido a reparación, y que el MINREX cubano describió en detalles en declaración oficial del 16 de julio de 2013. Decía la nota de la cancillería cubana: “en la citada nave, se transportaban 240 toneladas métricas de armamento defensivo obsoleto -dos complejos coheteriles antiaéreos Volga y Pechora, nueve cohetes en partes y piezas, dos aviones Mig-21 Bis y 15 motores de este tipo de avión, todo ello fabricado a mediados del siglo pasado-, para ser reparado y devuelto a nuestro país”.
Los cubanólogos no tomaron nota de lo dicho y desataron una campaña que duró meses. En los medios de Miami se decía que los Migs podían ajustarse para portar bombas atómicas y que los Volga y Pechora podían llevar ojivas nucleares.
En función de cubanólogo Eli César, miembro de la brigada mercenaria 2506, dijo que fuentes oficiales panameñas le habían asegurado que en el Chong Chon Gang iban más armas que las declaradas por Cuba; mientras el abogado Larry Palomares, enyuntado con el ex embajador Willie Cochez, declaraba a la prensa que esto tenía que ver con el pacto Kennedy-Kruschov. Pero el cubanólogo que más deliró por esas fechas fue Juan Tamayo, periodista de El Nuevo Herald hoy retirado, que llegó a citar pruebas de una supuesta alianza militar ofensiva entre Cuba y Corea del Norte, sacada de un llamado informe secreto que en realidad estaba en la web “38norh.org”, de acceso general.
Como se sabe esa campaña anticubana no fructificó; todo lo contrario, Cuba conservó y acrecentó su prestigio internacional.
Pero las campañas de los cubanólogos no se detuvieron. En marzo de este año 2015, ya anunciado el inicio del proceso de normalización de relaciones entre Cuba y Estados Unidos, pero aún sin abrir las correspondientes embajadas en Washington DC y La Habana, se produjo en Cartagena de Indias, Colombia, el registro del buque chino con bandera de Hong Kong Da Dan Xia, que como parte de su carga transportaba material militar cuya documentación indicaba que iba destinado a Cuba.
La propaganda anticubana a partir de este suceso fue de menor intensidad que la alharaca montada con el Chong Chon Gang, quizás por la frustración de la derecha ante las declaraciones hechas por los presidentes de Estados Unidos y Cuba pocos meses antes. No obstante, los cubanólogos exigían que en virtud de lo que llamaron alianza militar, ahora entre Cuba y China, los Estados Unidos debieran dejar a la isla en la injuriosa lista de patrocinadores del terrorismo y retractarse de la apertura de embajadas. A pesar de la perreta, en mayo Cuba fue sacada de esa lista donde nunca debió estar; y en julio y agosto los dos países inauguraron sus embajadas.
Y ahora viene la más reciente pataleta de los cubanólogos de Miami.
Ayer miércoles 14 de octubre el Instituto de Estudios Cubanos y Cubanoamericanos (ICCAS), que se promueve como parte de la Universidad de Miami pero que es en la vida real un grupito de conversadores anticubanos hospedados en la Casa Bacardí de Brescia Ave, circuló un correo electrónico en el que aseguraba haber recibido la información de que el Ministro de las FAR Leopoldo Cintra Frías había visitado Siria recientemente (no dan fecha), nada más y nada menos que para apoyar por tierra con tropas y tanques las incursiones aéreas de Rusia.
¿Y a dónde lleva todo esto? Pues a la afirmación gratuita de que eso sería prueba de que Cuba prefiere llevarse con los enemigos de Estados Unidos, y que debido a esa supuesta ingratitud el Presidente Obama debe revisar su política hacia la isla.
Esta noticia del ICCAS no sobrevive unas horas. En primer lugar porque a pesar de algunos desentendimientos iniciales, Rusia está combatiendo al mismo enemigo que enfrenta Estados Unidos, los terroristas de ISIS, razón por la que el influyente periódico The New York Times le ha pedido al presidente Obama que vea a Rusia como aliada en ese objetivo.
En segundo lugar, porque nadie puede creer seriamente que un país va a preparar una operación comando a miles de kilómetros de su territorio, y enviar al frente de esa acción al Ministro de sus Fuerzas Armadas.
A pesar de toda esa irracionalidad, o quizás precisamente por eso, la derecha ha dado crédito a las especulaciones del ICCAS. Ayer mismo el director del tristemente célebre instituto, Jaime Suchlicki, fue entrevistado por la cadena Fox sobre todo para sacarle declaraciones contra el presidente Obama. Lo que no esperaba Fox es que Suchlicki dijera: “Si se confirma esta información sobre la presencia de tropas cubanas en Siria ahora, indicaría que el general Raúl Castro está más interesado en el apoyo de sus aliados, Rusia y Siria, que en la continuación de normalizar las relaciones con los EE.UU.” El presentador y seguramente buena parte del público se quedaron atónitos, como pensando: “Bueno señor Suchlicki, si se le ha invitado a la televisión nacional es justamente porque creímos que su información estaba confirmada”.
Lo que no sabe Fox, ni el público norteamericano, es que Jaime Suchlicki es un cubanólogo, pero de Miami, donde lo menos que hace falta para comparecer en los medios es la credibilidad. Por eso es que mientras la atención sobre la “información” decaía, el presentador Juan Manuel Cao del canal 41 de Miami la seguía comentando anoche como la “gran noticia” del año.
Esta, como tantas otras, es una noticia sin desarrollo ni confirmación; incluso para manejar un tema tan delicado, la mal llamada Radio Martí no pasó de una búsqueda en Wikipedia. La misma emisora, después de decir que el Pentágono confirmó a Fox la presencia de militares cubanos en Siria, no precisó qué funcionario del Pentágono hizo tal confirmación, ni qué tipo de “tropas” Cuba tendría allí. Eso sí, el medio anticubano tuvo que admitir, y cito, que el “Departamento de Estado afirmó a la prensa que ellos no poseen informes que corroboren la historia.” Quizás lo que aseguró el inidentificado funcionario es que es verdad que el ICCAS hizo el cuento. Ese, y muchos otros.