“Siamo venuti con la nostra morale, con la nostra etica, a riconoscere questi risultati negativi. Lo accettiamo. Hanno vinto la Costituzione e la democrazia”, ha affermato Nicolás Maduro Moros, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, quando ha conosciuto, alla mezzanotte di domenica 6, i risultati delle elezioni parlamentari in questo paese, comunicati dalla presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Tibisay Lucena.
Dal salone Ayacucho, i presidente ha affermato che vittoria nel futuro tornerà per i cammini della Rivoluzione Bolivariana.
La coalizione degli avversari chiamata Mesa de la Unidad Democrática (MUD) ha vinto ieri 99 dei 167 scanni parlamentari in disputa, ed anche se restano ancora incarichi da aggiudicare in sette Stati del paese, ha conquistato la maggioranza dei seggi dell’Assemblea Nazionale che governerà il Venezuela sino al 2020.
Alla votazione ha partecipato il 74.25% dei votanti aventi diritto, che hanno definito il predominio dei deputati della destra al disopra dei rappresentanti dell’Alleanza Gran Polo Patriottico, che ha ottenuto 46 scanni nell’ente legislativo.
Maduro ha detto che è eroico questo risultato dopo una guerra selvaggia nell’ ordine economico contro il Venezuela ed ha sottolineato che: “Il nostro riconoscimento dei risultati era garantito ed abbiamo sempre saputo che stavamo andando contro corrente; non abbiamo nascosto la faccia, non la nascondiamo e siamo qui a faccia scoperta!”
Il presidente ha aggiunto che la Rivoluzione Bolivariana ha agito in modo pulito. “Abbiamo perso una battaglia ma la lotta per il socialismo e per una nuova società comincia adesso. È tempo di rinascimento”, ha dichiarato ancora.
La domenica è trascorsa in un clima di tranquillità che ha permesso lo svolgimento del suffragio in tutto il paese, includendo i 23 municipi della frontiera con la Colombia dichiarati in stato d’eccezione costituzionale.
La nuova Assemblea Nazionale inizierà il suo esercizio di governo nel gennaio del 2016 e, come ha detto il presidente Maduro, il rafforzamento di un’economia produttiva e non parassitaria, così come la continuità delle politiche di beneficio sociale, saranno punti prioritari nel dialogo di lavoro tra l’ esecutivo e la legislatura eletta.