David Ignatius Martí http://www.cubadebate.cu/
L’ufficio dell’Ispettore Generale della giunta dei Governatori per le Trasmissioni degli USA (BBG, il suo acronimo in inglese) ha appena declassificato un rapporto (link al rapporto) che, dato il suo contenuto, ha preferito catalogare come “sensibile”.
Il titolo: Ispezione all’Ufficio di Trasmissioni verso Cuba (OCB, il suo acronimo in inglese), .
Il suo obiettivo: fornire il Dipartimento di Stato ed il Congresso di una “valutazione indipendente” delle operazioni di questa istituzione incaricata della trasmissioni internazionali degli Stati Uniti, tra cui le onerose Radio e TV Martí.
Il risultato: Nell’Ufficio delle Trasmissioni verso Cuba c’è “basso morale”.
Principali risultati
Nel rapporto, reso pubblico questo 7 luglio, si riassume i risultati della verifica a cui è stata sottoposta l’OCB – tra settembre e novembre 2013 – e tra gli elementi che il rapporto cataloga come “principali risultati”, si citano alcuni che dimostrano l’intenzione sovversiva e d’ingerenza di tale mostruosità, che volutamente macchia il nome dell’eroe nazionale cubano:
“L’organismo ha ulteriormente rafforzato le sue piattaforme digitali, andando oltre il sito web, al rendere fattibile e distribuire la sua programmazione a Cuba attraverso programmi innovativi”.
S’intende per “programmi innovativi” tutta una vasta gamma di applicazioni delle nuove Tecnologie dell’Informatica e Comunicazioni, che vanno dai social network, Internet e una vasta gamma di applicazioni e programmi per telefoni cellulari.
“Il morale dei dipendenti costituisce una preoccupazione. Il team di lavoratori di questo ufficio ha dichiarato che l’attuale amministrazione non ha una comunicazione efficace ed il processo decisionale non è trasparente”.
Quindi, secondo il rapporto, i presunti portavoce della democrazia e della libertà di espressione hanno paura delle possibili rappresaglie che l’amministrazione può prendere contro di loro “nel caso realizzassero proteste”.
E’ che non ci può essere morale in un lavoro che manca di qualsiasi senso etico. Coloro che lavorano per l’ufficio, siano produttori, editori o giornalisti, sanno che mentono a parlare di Cuba e che costantemente li costringono a mentire, giusto l’oggetto sociale della OCB: mentire!
Il rapporto prosegue:
“L’OCB presenta diverse debolezze amministrative in materia di contrattazione, risorse umane, controllo finanziario delle obbligazioni fiscali, gestione di proprietà e viaggi”.
Niente di sorprendente. Vai tu a saperlo! il modo in cui si dispone dei milioni di dollari che, ogni anno, il Governo degli Stati Uniti destina alle trasmissioni anticubane.
Per illustrare, è sufficiente ricordare che – solo nel 2014 – sono stati approvati 28266000 dollari; 4 milioni in più di quanto originariamente richiesto.
Quanto di questo denaro va nelle tasche di dirigenti e funzionari? Quanto viene utilizzato per i pagamenti a mercenari digitali e blogger senza Patria? Quanto ingrossa le casse di Congressisti, personaggi e leader della mafia di Miami; indiscutibile zavorra della politica USAi verso Cuba?
Le risposte noi cubani le sappiamo; ampiamente! E da tempo, senza necessità che qualcuno affermi che si tratta di un lavoro senza morale.
Infine, l’autorità di controllo ha raccomandato all’OCB di realizzare miglioramenti per “conquistare e mantenere la credibilità dell’audience”. Questo perché qualcosa deve dire per giustificare tanto denaro, poiché gli artefici della sovversione contro Cuba sanno bene che qui non li si vede, né li si ascolta, né si leggono.
Spese sproporzionate, nessun risultato
La più rigorosa verità è che il Governo USA non controlla rigorosamente questo Ufficio perché si preoccupa delle condizioni di lavoro o del benessere dei suoi lavoratori.
Washington si assicura, questo sì, che l’OCB spenda il suo denaro in modo appropriato e adempia al compito assegnato, nel più breve tempo possibile: promuovere la sovversione a Cuba e creare le condizioni di Fattibilità e Opportunità che gli permettano di attuare nell’Isola un modello di Guerra non Convenzionale simile a quello che pone in pratica in altre latitudine del pianeta, coperto da presunte primavere e rivoluzioni colorate.
Forse il Congresso o il Dipartimento di Stato USA si domandano, perché tarda tanto l’OCB nel modificare l’ideologia e la cultura politica del popolo cubano?; Perché siamo ancora qui dopo tanti anni e molti milioni spesi?
E se qualcuno dubita del perché chiamiamo questo “aggressione”, lo invitiamo a fare riferimento allo stesso rapporto dell’ente ispettivo, che al riconoscere il fine – perché nessuno le vede – delle trasmissioni contro Cuba con l’uso di un aeromobile civile, riconosce che era “uno strumento di tattica speciale” che, di sicuro, è costato al contribuente USA – tra il 2006 e il 2013 – la non trascurabile cifra di 35670000 mila dollari.
Riconosce, inoltre, che l’Ufficio delle Trasmissioni verso Cuba mantiene buoni rapporti di lavoro con varie agenzie federali direttamente connesse alla promozione della caduta della Rivoluzione cubana, come nel caso del tristemente celebre USAID (US Agency for International Development); e persino con il Dipartimento della Difesa ed il Comando Meridionale (Sud) delle forze armate yankee.
Non è sorprendente. La Guerra non Convenzionale s’inscrive, nella dottrina USA, come uno sforzo “multi-agenzie” che prevede l’uso di “tutti gli elementi del potere nazionale degli Stati Uniti”.
Qualcos’altro. Non tutto il rapporto è pubblico. Nelle sue 34 pagine si possono osservare diverse cancellature, alcune delle quali comprendono pagine intere, il cui contenuto è negato al pubblico. Che cosa diranno?
Una conclusione parziale è immediata: se il conosciuto risulta inquietante, quanta sporcizia ci sarà in ciò che occultano.
Sia ciò che sia, una verità non si può nascondere: l’Ufficio delle trasmissioni verso Cuba è un soggetto attivo della sovversione e della guerra sporca contro Cuba, verso cui il governo USA medita e perfeziona la sua esecuzione.
E un’ultima verità: nello steso modo in cui il popolo di Cuba ha sconfitto, per anni, i ripetuti tentativi nemici di penetrare nel cielo sacro della patria con il loro segnale aggressore, faremo fronte, per il tempo necessario, ai nuovi metodi che si annunciano, per quanto sofisticati possano sembrare, nella convinzione che – più prima che poi – un’ispezione del governo USA esprima:
“Proponiamo di chiudere l’Ufficio delle Trasmissioni verso Cuba. Troppe spese e nessun risultato. Con i cubani, questo non funziona!”.
“Baja moral” en Radio y TV Martí
Por David Ignacio Martí
La oficina del Inspector General de la Junta de Gobernadores para las Transmisiones de Estados Unidos (BBG, por sus siglas en inglés) acaba de desclasificar un informe que, dado su contenido, ha preferido catalogar como “sensible”.
El título: Inspección a la Oficina de Transmisiones hacia Cuba (OCB, también por sus siglas en inglés) – descargue el informe aquí.
Su objetivo: proveer al Departamento de Estado y al Congreso norteamericano de una “evaluación independiente” de las operaciones de esa entidad, encargada de las transmisiones internacionales de Estados Unidos, incluida las onerosas Radio y TV Martí.
El resultado: En la Oficina de Transmisiones hacia Cuba hay “baja moral”.
Hallazgos claves
En el reporte, hecho público este 7 de julio, resume los resultados de la auditoría a que fue sometida la OCB –entre septiembre y noviembre de 2013– y entre los elementos que el informe cataloga como “hallazgos claves”, se citan algunos que demuestran la intención subversiva e injerencista de tal engendro, que deliberadamente mancilla el nombre del héroe nacional cubano:
“La entidad ha consolidado aún más sus plataformas digitales, al ir más allá del sitio web, hacer factible y distribuir su programación en Cuba mediante programas innovadores”.
Entiéndase por “programas innovadores”, toda una amplia gama de aplicación de las nuevas Tecnologías de la Informática y las Comunicaciones, que van desde las redes sociales, Internet y una amplia gama de aplicaciones y programas para telefonía móvil.
“La moral de los empleados constituye una preocupación. El equipo de trabajadores de esta oficina expresó que la actual administración no tiene una comunicación eficaz y el proceso de toma de decisiones no es transparente”.
Así que, según el informe, los supuestos voceros de la democracia y la libertad de expresión tienen miedo de las posibles represalias que la administración puede tomar contra ellos “en caso de realizar protestas”.
Y es que no puede haber moral en una labor que carece de todo sentido ético. Quienes trabajan para la oficina, bien sean productores, editores o periodistas, saben que mienten al hablar de Cuba y que constantemente los obligan a mentir, justo el objeto social de la OCB: ¡mentir!
Sigue el informe:
“La OCB presenta varias debilidades administrativas en cuanto a la contratación, los recursos humanos, el chequeo financiero de las obligaciones tributarias, la gestión de propiedad y los viajes”.
Nada sorprendente. ¡Vaya usted a saber! la forma en que se dispone de los millones de dólares que cada año el Gobierno de EEUU destina a las transmisiones anticubanas.
Para ilustrar, baste recordar que –sólo en 2014– fueron aprobados 28 millones 266 mil dólares; 4 millones más de lo solicitado inicialmente.
¿Cuánto de ese dinero va a parar a los bolsillos de directivos y funcionarios? ¿Cuánto se emplea para pagos a mercenarios digitales y blogueros sin Patria? ¿Cuánto engrosa las arcas de Congresistas, personeros y cabecillas de la mafia de Miami, lastre indiscutible de la política de Estados Unidos hacia Cuba?
Las respuestas las sabemos los cubanos ¡de sobra! Y desde hace tiempo, sin necesidad de que alguien afirme que se trata de una labor sin moral.
Finalmente, la auditoria recomendó a la OCB realizar mejoras para “ganar y mantener la credibilidad de la audiencia”. Esto, porque algo tiene que decir para justificar tanto dinero, pues los propios artífices de la subversión contra Cuba saben bien que aquí no se les ve, ni se les escucha, ni se les lee.
Demasiados gastos, ningún resultado
La más rigurosa verdad es que el Gobierno norteamericano no audita con rigor esta Oficina porque le preocupen las condiciones de trabajo o el bienestar de sus trabajadores.
Washington se asegura, eso sí, de que la OCB gaste apropiadamente sus dineros y cumpla con el cometido que le ha sido asignado, en el menor tiempo posible: promover la subversión en Cuba y crear las condiciones de Factibilidad y Conveniencia que le permitan implementar en la Isla un modelo de Guerra no Convencional similar al que ponen en práctica en otras latitudes del planeta, amparado en presuntas primaveras y revoluciones de colores.
Quizás se preguntan el Congreso o el Departamento de Estado de EEUU, ¿por qué tarda tanto la OCB en modificar la ideología y la cultura política del pueblo cubano?; ¿por qué seguimos aquí, después de tantos años y tantos millones gastados?
Y si alguien tiene dudas de por qué llamamos a esto “agresión”, le invitamos a remitirse al propio informe de la auditoría, que al reconocer el fin –porque nadie las veía– de las trasmisiones contra Cuba con el empleo de un avión civil, reconoce que se trató de “una herramienta de táctica especial” que, por cierto, costó al contribuyente norteamericano –entre los años 2006 y 2013– la nada despreciable cifra de 35 millones 670 mil dólares.
Reconoce, además, que la Oficina de Transmisiones hacia Cuba mantiene buenas relaciones de trabajo con varias agencias federales vinculadas directamente a promover la caída de la Revolución cubana, como son los casos de la tristemente célebre USAID (Agencia de EEUU para el Desarrollo Internacional); y hasta con el Departamento de Defensa y el Comando Meridional (Sur) de las fuerzas armadas yanquis.
Tampoco es de extrañar. La Guerra no Convencional se inscribe en la doctrina norteamericana como un esfuerzo “multiagencias”, que prevé el empleo de “todos los elementos del poderío nacional de Estados Unidos”.
Algo más. No todo el informe es público. En sus 34 páginas pueden observarse varias tachaduras, algunas de las cuales abarcan páginas completas, cuyo contenido es negado al público. ¿Qué dirán?
Una conclusión parcial es inmediata: si lo conocido resulta ominoso, cuánta suciedad habrá en lo que ocultan.
Sea lo que sea, una verdad no puede ocultar: la Oficina de Transmisiones hacia Cuba es un ente activo de la subversión y la guerra sucia contra Cuba, en pos de lo cual el Gobierno de norteamericano pondera y perfecciona su desempeño.
Y una última verdad: del mismo modo en que el pueblo de Cuba ha derrotado durante años el reiterado intento enemigo de penetrar el cielo sagrado de la patria con su señal agresora, haremos frente el tiempo que sea necesario a los nuevos métodos que se anuncian, por muy sofisticados que parezcan, en la convicción de que –más temprano que tarde– una auditoría del Gobierno norteamericano exprese:
“Proponemos cerrar la Oficina de Transmisiones hacia Cuba. Demasiados gastos y ningún resultado. ¡Con lo cubanos, esto no funciona!”.