Il presidente Luis Guillermo Solís ha annunciato venerdì 18, che il Costarica non concederà più visti temporanei ai migranti cubani che arrivano nel suo territorio e quelli che cercheranno d’entrare illegalmente saranno deportati.
“Gli ultimi visti saranno quelli corrispondenti alla lista di venerdì 28”, ha segnalato Solis.
Il presidente ha precisato che conserveranno il loro status i più di 5000 cubani che hanno il permesso di rimanere in territorio costaricense e che il governo è impegnato a continuare a cercare una soluzione per far raggiungere loro la destinazione desiderata, il territorio degli Stati Untiti, dove si mantengono in vigore leggi e politiche selettive, che promuovo questo flusso migratorio illegale.
Il Costarica ha preso la decisione dopo che non è stato stabilito alcuno accordo collettivo nel Sistema d’Integrazione Centroamericana (SICA), che ha realizzato una riunione dei Capi di Stato e di Governo esattamente venerdì 18, per trasferire la presidenza pro tempore dell’organismo all’Honduras.
Solís ha anche annunciato che il suo governo ha sospeso la partecipazione ai meccanismi politici del SICA, ma ha chiarito che la misura non implica un’uscita totale dal Sistema Integrazione Centroamericana.
Il mandatario ha lamentato che la proposta presentata nella riunione assunta da El Salvador sia stata respinta da vari paesi membri dell’organismo ed ha ribadito che la soluzione del problema dev’essere collettiva.
“La crisi è il risultato della politica e delle leggi degli Stati Uniti che costituiscono una fonte d’attrazione per questa migrazione illegale”, ha detto, ed ha chiarito che nonostante questi risultati negativi il suo paese continuerà a realizzare gestioni diplomatiche nel piano bilaterale, per trovare una via d’uscita.
Solís ha detto che nel contesto attuale, la Costa Rica non può continuare a ricevere persone ed ha bloccato la lista delle concessioni dei visti temporanei per i cubani.
Da più di un mese coloro che arrivavano in territorio costaricense ricevevano un permesso temporaneo di sette giorni per transitare nel paese.
Ma vedendo l’impossibilità di continuare il loro cammino via terra, di fronte alla posizione sovrana del Nicaragua di non permettere il passaggio nel suo territorio, i cubani si sono agglomerati ed è stato necessario lo stabilimento di una ventina di luoghi d’alloggio.
Sino ad ora le gestioni per trovare una soluzione a questa complessa situazione sono state negative.
Solís ha spiegato che nè il Messico, né gli Stati Uniti accettano l’entrata di cittadini nel loro paese senza un visto e per questo è impossibile l’opzione di usare voli diretti in una di queste due nazioni.
Gli USA mantengono però la politica dei “piedi asciutti, piedi bagnati”, che con la Legge di Ajuste Cubano, garantiscono la residenza a tutti i cubani . e solo ai cubani – che raggiungono il territorio statunitense senza badare alla via usata e questo costituisce uno stimolo all’immigrazione illegale.
Nemmeno le gestioni di San José con terzi paesi nella rotta, come Guatemala e Belice hanno dato risultati.
Solís ha chiesto che non continuino ad arrivare persone nel territorio del suo paese perché non si permetterà più la loro entrata e che coloro che lo faranno illegalmente saranno deportati nel loro paese d’origine.
Il Costarica applicherà il più alto rigore con le reti di trafficanti di persone che ottengono ricavi alti quasi come con il traffico di droga.
Panamá, dove si trovano circa 2000 cubani,è stato avvisato della decisione e l’Ecuador, un altro dei paesi utilizzato come ponte per andare negli USA ha preso la decisione di stabilire il requisito del visto ai cubani, come forma per frenare l’emigrazione illegale.
Rispetto al dialogo sostenuto durante la sua recente visita a L’Avana, Solís ha puntualizzato che Cuba ha ratificato l’impegno d’accettare il ritorno di coloro che volontariamente lo desiderano, l’impegno di un’emigrazione legale e sicura in accordo con le leggi nazionali e la disposizione a collaborare alla ricerca di una soluzione integrale al problema.