Un dossier segreto dell’ambasciata degli Stati Uniti in Venezuela rivela dati compromettenti sull’attuale presidente dell’Assemblea Nazionale, Henry Ramos Allup.
Un articolo pubblicato dalla giornalista Eva Golinger, rivela il dossier segreto dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Venezuela, le opinioni del suo allora rappresentante, William Brownfield (2004-2007) e cita un documento declassificato datato aprile del 2006 e nel quale, William Brownfield, qualificò Ramos Allup come “grossolano, abrasivo, arrogante e pignolo”. Aggiunse che il politico di destra si era trasformato forse nel promotore più vorace dell’astensione elettorale.
Il dossier dell’ex ambasciatore in Venezuela affermò che Henry Ramos Allup ha deriso i candidati della destra per le elezioni presidenziali del 2006 e sottolineò le parole contro i politici che appellavano alla partecipazione popolare affermando che “stavano votando con il sedere scoperto.”
Eva Golinger indica che è un’ironia che il sistema e processo elettorale che Henry Ramos Allup squalificò nel 2006, sia quello che l’ha portato oggi a presiedere l’Assemblea Nazionale.
Nel documento, Brownfield criticò la dipendenza di Ramos Allup all’appoggio internazionale. L’allora ambasciatore statunitense disse: “invece di cercare i voti dei venezuelani, la principale strategia politica di Ramos Allup è chiedere aiuto della comunità internazionale.”
Inoltre Brownfield assicurò che i rappresentanti del partito Azione Democratica (AD) “hanno esplicitamente e ripetutamente richiesto fondi e favori alla nostra ambasciata. Quando un funzionario dell’ambasciata lo respinge, lo chiedono ad un altro.”
L’articolo segnala che, poco dopo aver assunto la presidenza del parlamento venezuelano, Ramos Allup violò una decisione emessa dal Tribunale Supremo di Giustizia sull’elezione di tre deputati delle stato Amazonas, facendoli giurare benché i risultati elettorali stiano in processo di revisione.
con informazioni di Russia Today e TeleSur
I venezuelani condannano le azioni di Ramos Allup
Il popolo venezuelano è accorso in tutte le piazze Bolívar della nazione, per condannare le offese del presidente dell’Assemblea Nazionale, Henry Ramos Allup, che ha ordinato di togliere le immagini di Hugo Chávez y del Libertador da tutti gli spazi del Palazzo Federale Legislativo.
Il modo di agire di Henry Ramos Allup è stato definito indegno e catalogato come una mancanza di rispetto alla popolazione.
Il sindaco del municipio Libertador, Jorge Rodríguez, nella manifestazione di ieri ha annunciato che d’ora in poi i ritratti di Simón Bolívar e del comandante Chávez adorneranno tutte le strade di Caracas.
I cittadini sono poi andati al Tribunale Supremo di Giustizia, per consegnare un ricorso contro l’oltraggio di Ramos Allup e dei deputati della destra, che hanno fatto giurare tre parlamentari dello stato Amazonas che sono accusati di frode nelle elezioni.
S’insedia nuova maggioranza
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In una seduta tumultuosa, ieri si è svolta la cerimonia d’insediamento del Parlamento in Venezuela, dopo il voto del 6 dicembre scorso che ha visto la vittoria delle forze di opposizione governative.
Henry Ramos Allup, leader del partito d’opposizione Azione Democratica, è stato eletto presidente dell’Assemblea Nazionale e altri dirigenti antichavisti sono stati nominati per gli altri incarichi della presidenza del Parlamento unicamerale grazie alla maggioranza assoluta dei seggi.
Il cambiamento politico è stato già visibile prima che iniziasse formalmente la seduta: sono sparite le gigantografie di Hugo Chavez e Simon Bolivar che campeggiavano sul palco dell’Assemblea.
Il gruppo parlamentare chavista ha abbandonato l’aula senza prestare giuramento, dopo avere denunciato una violazione del regolamento parlamentare. Ramos Allup ha concesso la parola al deputato Julio Borges per presentare i principali punti del programma della nuova maggioranza parlamentare. Per Diosdado Cabello, il numero due del governo chavista, in una seduta d’insediamento della legislatura non è ammesso pronunciare discorsi programmatici.
L’intera seduta è stata segnata da un clima di tensione: “Non ci siete più!”, gridavano gli oppositori, “Fascisti, imperialisti e assassini”, rispondevano i chavisti, mentre nei brevi interventi di dibattito sulle candidature i due blocchi si sono scambiati accuse di tradimento, violenza e corruzione. La stessa tensione si è respirata lungo le vie della capitale, Caracas, dove attivisti del partito socialista hanno manifestato in segno di protesta contro la nuova maggioranza parlamentare.
I manifestanti sono stati accolti nei pressi della stazione della metropolitana La Hoyada nel centro della città dagli slogan ‘Cambia inizia oggi’ dei sostenitori dell’opposizione governativa. La Guardia Nazionale è intervenuta per mantenere i due gruppi separati.
Intanto, il presidente Nicolas Maduro, che in un’intervista televisiva ha avvertito che difenderà con il “pugno di ferro” la democrazia e la stabilità del Paese, ha firmato un decreto che ritira al Parlamento il potere di nomina del presidente della Banca Centrale.