Un ordine esecutivo della Casa Bianca considera il Venezuela *un’emergenza nazionale per la minaccia particolare e straordinaria alla sua sicurezza*.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha esteso ieri, giovedì 3 marzo, per un altro anno, la dichiarazione di emergenza nazionale, sostenendo che il Venezuela erode i diritti umani e perseguita i dirigenti politici.
In una lettera ai leader della Camera dei Rappresentanti e del Senato, Obama ha segnalato che *è necessario continuare l’emergenza nazionale dichiarata nell’ordine esecutivo numero 13.692, rispetto alla situazione in Venezuela*, che il mandatario aveva ordinato nel marzo del 2015.
Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il 10 dicembre del 2014 le sanzioni e Obama ha emesso il decreto il 9 marzo del 2015.
Secondo gli USA, i funzionari venezuelani sono stati vincolati ad azioni di violazioni dei diritti umani precisamente per fermare le proteste golpiste registrate tra febbraio e maggio del 2014, del piano “La Salida” (in allusione all’allontanamento “la salida” di Nicolás Maduro dalla presidenza), piano per il quale sono morte 43 persone, in maggioranza per spari alla nuca alla testa.
Come risposta a quelle azioni vandaliche è stato installato il Comitato delle Vittime delle Guarimbas, che hanno esposto davanti al mondo le loro storie, dato che i media di comunicazione sociali le hanno taciute.
Il governo degli Stati Uniti, basandosi sulle sue condizioni di potenza, si caratterizza per la sua intromissione nei temi dei paesi del mondo e nel caso del Venezuela ha mantenuto una politica ostile da quando il presidente Hugo Chávez giunse al potere per stabilire la Rivoluzione socialista, attualmente guidata da Nicolás Maduro.