Il presidente interino della Camera dei deputati del Brasile, Wlaldir Maranhao ha annullato ieri, lunedì 9 maggio, il processo di votazione contro la presidente, Dilma Rousseff, realizzata lo scorso 17 aprile, ha informato la corrispondente di TeleSUR in Brasile, Adriana Robreño.
Robreño ha precisato che il processo non è stato annullato definitivamente ed ha spiegato che la decisione indica che la documentazione contro la presidente deve ritornare alla Camera dei Deputati per eseguire una nuova votazione.
Inoltre la corrispondente ha indicato che la sospensione dei voti dà un nuovo scenario di speranza per gli alleati della presidente e per il movimento sociale, e che avalla quello che la Roussef ha spiegato durante tutto il processo, cioè che non ha commesso crimini e che è vittima di un colpo di Stato.
Ieri sono iniziati i dibattiti per chiarire, ma non nell’assemblea generale della Camera. Si prevede che Maranhao convochi cinque sessioni per iniziare un nuovo processo di votazione.
La decisione presa risponde alla domanda dell’avvocato della difesa della Rousseff, Eduardo Cardozo, che ha sottolineato questa azione per mancanza di prove per giudicare la mandataria.
La corrispondente assicura che il presente scenario che si vive in Brasile dopo la decisione dell’annullamento della votazione è un fatto che i movimenti sociali e i seguaci della presidente aspettavano vivamente dalla scorsa settimana quando Maranhao aveva segnalato che “il paese si poteva sorprendere per le possibili decisioni che prenderemo nei prossimi giorni”,