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Michel Temer sarà il presidente fino al 2018 in uno scenario di forti proteste a causa delle sue politiche neoliberiste
Colpo di stato portato a termine in Brasile. La presidente eletta Dilma Rousseff viene ritenuta colpevole dal Senato con il voto a favore della destituzione di 61 senatori, contro i 30 che hanno voto contro, come riporta teleSUR.
Il voto finale sul giudizio politico è stato diviso in due turni, uno per decidere la destituzione e un altro sull’inabilitazione politica per un periodo di 8 anni. Quest’ultimo voto ha visto 42 senatori votare a favore dell’inabilitazione, mentre 36 hanno votato contro e 3 si sono astenuti. Dunque, Dilma non è stata inabilitata perché vi era bisogno dei due terzi dei voti (54) per approvare la misura.
Dilma Rousseff fu sospesa dalle sue funzioni il 12 di maggio perché il Senato decise di metterla sotto giudizio per una presunta manipolazione dei conti pubblici.
L’impeachment contro Dilma Rousseff è stato definito da vari osservatori un ‘golpe blando’, tra essi il premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel. «I golpe blandi – spiega il pacifista argentino – sono stati già attuati nel continente in paesi come Honduras (contro Manuel Zelaya) e Paraguay (contro Fernando Lugo).
Adesso la stessa metodologia, che non necessita delle forze armate, viene utilizzata qui in Brasile».
L’avvocato difensore di Dilma Rousseff, José Eduardo Cardozo, ha definito il processo «una farsa» e un golpe contro la democrazia. Durante il processo sono emerse alcune registrazioni dove viene rivelato che il processo di impeachment è stato imbastito contro la ormai ex presidente del Brasile, al solo scopo di fermare le investigazioni riguardanti lo scandalo sulla corruzione nella compagnia statale Petrobras.
«Dobbiamo risolvere questa merda. È necessario cambiare il governo per fermare questa emorragia», a causa di questa intercettazione dovette rassegnare le proprie dimissioni l’allora ministro per la Pianificazione, Romero Jucá. La commissione del Senato incaricata di giudicare Dilma Rousseff ha rifiutato di includere questa registrazione tra le prove acquisite, considerando i fatti «alieni all’oggetto del processo».
Con il colpo di stato portato a termine, il governo golpista di Michel Temer potrà portare avanti il suo programma neoliberista e volto alla disintegrazione di quell’unità regionale di cui il Brasile era una delle colonne portanti.
Dilma Rousseff: lotterò instancabilmente per ristabilire la democrazia
La presidentessa destituita del Brasile, Dilma Rousseff, ha fatto un appello oggi in una conferenza stampa all’unità ed all’intendimento di tutti i cittadini senza importare la loro adesione politica, ed assicurò che lotterà instancabilmente per ristabilire la democrazia nella nazione.
“Esco dalla presidenza, so che non tradii né commisi nessun atto illecito. Esco con dignità caricando nel petto lo stesso amore per i brasiliani e le brasiliane (…) e la stessa volontà di lavorare per la nazione”, ricalcò l’ex mandataria.
Rousseff ha insistito sul fatto che con la sua destituzione 61 senatori sostituirono la determinazione dei 54 milioni di elettori che la votarono per il suo secondo mandato nel 2014, e precisò che non vuole essere nel posto di quelli che si credono vincitori. “La storia sarà implacabile con loro, come già è accaduto in decadi passate.”
“Dobbiamo stare uniti, perché c’è qui un’altra retrocessione, un’altra agenda conservatrice e non ci fermeremo”, ha detto Rousseff.
“È il secondo golpe di Stato che affronto nella vita. Il primo fu il militare (1964) che mi colpì quando ero una giovane militante; il secondo è stato il parlamentare che mi abbatte dall’incarico per il quale sono stata scelta”, ricordò Rousseff.
“Oggi il Senato prese una decisione che entra nella storia delle grandi ingiustizie: scelsero rompere la Costituzione; decisero di interrompere il mandato di una presidenta che non commise nessun crimine; condannarono ad un innocente e consumarono un golpe parlamentare”, denunciò come parte di un energico discorso.
Rousseff ha insistito che il golpe fu perpetrato da politici accusati di corruzione “che cercano di fuggire alla giustizia, dopo essere stati sconfitti nelle ultime quattro elezioni presidenziali.”
“È una frode contro la quale percorreremo tutte le istanze possibili, compiuta da forze conservatrici e reazionarie che contarono con l’appoggio dei settori della stampa”, disse.
Inoltre, commentò che il golpe colpirà indistintamente qualunque organizzazione politica democratica, i movimenti sociali e tutti quelli che lottano per i diritti, come il diritto al lavoro, alla pensione giusta, alla casa, alla terra.
“Ritorneremo, ma non solo per soddisfare i nostri desideri, bensì per culminare la nostra giornata per un Brasile sovrano.”
“Non desistano dalla lotta. Ascoltino bene: pensano che ci hanno vinto ma si sono ingannati. So che tutti lottano e lotteranno. Ci sarà la più determinata, ferma ed energica opposizione che un golpista può soffrire”, ha concluso.
con informazioni di TeleSur
Il golpe in Brasile è un’aggressione a tutti i popoli e le nazioni dell’America Latina
http://www.marx21.it da resistencia.cc
Mozione dei Partiti Comunisti e Rivoluzionari dell’America Latina e dei Caraibi
I partiti comunisti e rivoluzionari di tutta l’America Latina e dei Caraibi si sono riuniti tra il 26 e il 28 agosto a Lima, in Perù, in un incontro per analizzare l’attuale congiuntura regionale, le esperienze di governo, di lotte politiche di massa e lo scontro con l’offensiva neoliberale e conservatrice (http://www.resistencia.cc/criacao-heroica/). A conclusione dell’incontro, è stata approvata per acclamazione una mozione di solidarietà con il popolo brasiliano e di dura condanna del colpo di Stato. Del Brasile erano presenti il Partito Comunista del Brasile (PCdoB), il Partito dei Lavoratori (PT) e il Partito Comunista Brasiliano (PCB).
Mozione di solidarietà con il popolo brasiliano, la presidente Dilma Rousseff, il PT e il PCdoB
I Partiti Comunisti e Rivoluzionari riuniti a Lima, in Perù, esprimono piena solidarietà al popolo brasiliano, alla presidente legittima, Dilma Rousseff, al Partito dei Lavoratori, al Partito Comunista del Brasile e a tutte le forze progressiste del paese, nel momento in cui si sta compiendo il colpo di Stato dal carattere antidemocratico, antipopolare e antinazionale.
Questo colpo di Stato si propone di liquidare le conquiste democratiche, sociali e nazionali che il popolo brasiliano ha ottenuto con la presenza, per 13 anni, dei governi progressisti, di Lula e di Dilma. Il colpo di Stato in Brasile è parte della strategia dell’imperialismo e delle classi dominanti brasiliani tesa alla conquista del potere politico come condizione essenziale per sfruttare il popolo e saccheggiare la nazione.
Le forze golpiste, durante il governo ad interim e usurpatore degli ultimi 100 giorni, hanno messo in atto una controriforma politica, una regressione antidemocratica dello Stato brasiliano, la totale apertura al capitale finanziario internazionale, il ritorno della privatizzazione, la sottomissione ai dettami del capitale monopolistico, e si sono impegnate a promuovere l’abrogazione delle leggi che garantiscono i diritti sociali e del lavoro, e una battuta d’arresto di civiltà, con la minaccia della revoca dei diritti civili e dei diritti umani. Sul piano della politica estera, i golpisti stanno liquidando le conquiste di una politica indipendente, che garantisce l’integrazione regionale, la solidarietà e l’inserimento del Brasile nel mondo, a partire da una visione contraria all’egemonia delle grandi potenze e in difesa della pace mondiale.
Il colpo di Stato in Brasile è un’aggressione contro tutti i popoli e le nazioni amiche dell’America Latina, e per questa ragione lo condanniamo e respingiamo energicamente.