Juana Carrasco https://argencuba.wordpress.com
Una storia iniziata nel secolo scorso estende i suoi tentacoli in questo secolo, dove le armi si digitalizzano e prendono il cyberspazio per sparare proiettili, anche mortali, destinati a manipolare le menti con guanti di seta, ma con gli obiettivi finali che non variano da quegli anni brutali di cruenti colpi di stato e dittature militari: togliere di mezzo i Governi e politici, attivisti di uno sviluppo con giustizia sociale.
Quando l’azione diretta del Pentagono e le cannoniere, o dei discepoli della Scuola delle Americhe (o come si chiama adesso), non furono la via adatta per tali scopi, gli USA aprirono altre strade.
Nel novembre 1961 – fallita la loro invasione della Baia dei Porci con la sconfitta che il popolo cubano gli inflisse sulle sabbie di Playa Girón, e anche il miserabile contributo di 20000 milioni dell’Alleanza per il Progresso di John F. Kennedy – l’idea fu creare l’USAID (United States Agency International for Development – Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale) attraverso il Foreign Assistance Act (Legge di Assistenza all’Estero), del 1961.
L’Agenzia Internazionale per lo Sviluppo formava con l’acronimo AID una parola ingannevole, con pelle di pecora pronta per le buone azioni: “Aiuto”, camuffamento ideale per i veri fini di spionaggio, intraprendere azioni sporche, formare personalità e personaggi leali per eseguire gli sforzi di destabilizzazione di economie e Governi.
Cuba fu il centro primario del mirino USA, così come l’intenzione di isolarla dalla comunità dei paesi vicini dalla quale, però, poi sarebbero venuti altre fonti di attenzione nella regione, e si estesero, secondo gli interessi strategici di Washington, a praticamente tutto il mondo. Gli USA ampliarono la loro azione “amichevole” al resto del pianeta: che una carestia in questo o quel paese o regione dell’Africa; che un disastro naturale in Asia; che un’epidemia in chissà quale punto della geografia planetaria e lì c’era il timbro di una mano “amica”, mascherando i veri scopi.
La realtà era ed è ben diversa, l’USAID ha una lunga storia come braccio operativo della Central Intelligence Agency (CIA), e i suoi contratti sono collegamenti per la sovversione.
Ricordiamo un pò della storia del nostro continente: nel 1970, i guerriglieri Tupamaros rapirono e giustiziarono Dan Mitrione, un funzionario dell’USAID in Uruguay che lavorava per la CIA e aveva come funzione principale addestrare la polizia speciale uruguaiana e anche quella brasiliana in tattiche di tortura in cui lui era un maestro.
Quel brutale incidente di Dan Mitrione, porse allo scoperto il sordido ruolo degli USA con le dittature del Cono Sud, fece sì che nel 1974 si emendasse il Foreign Assistance Act e si proibisse l’assistenza alla polizia e – almeno sulla carta – finisse il coinvolgimento (USAID) nei programmi di Sicurezza Pubblica in America Latina, che insieme con la guerra in Vietnam, fece parte della strategia anticomunista del Governo USA.
Ma ci sono molti esempi di attività analoghe nei quasi 55 anni di esistenza dell’ USAID, anche se sono stati rivestiti in compiti sociali umanitari.
Lo scorso aprile, il Wayne Madsen Report, un sito web di questa giornalista investigativa di Washington, che ha denunciato in articoli e libri non poche delle storie “politicamente scorrette” e “politicamente imbarazzanti” delle azioni ufficiali del Governo USA, pubblicava un lungo elenco delle operazioni segrete dell’USAID come braccio della CIA contro paesi tanto dissimili come Indonesia, Pakistan, Venezuela e Bolivia, a proposito delle rivelazioni dell’agenzia Associated Press (AP) su ZunZuneo, contro Cuba, il programma sovversivo per incoraggiare, soprattutto, i giovani dell’isola alla rivolta.
Sempre presenti sono i progetti che finanziano la cosiddetta “società civile” mediante una “miscellanea di contrattisti stranieri” o domestici come la Development Alternatives, Inc. (DAI) e la Creative Associates, Inc. (CAI), i cui dipendenti e denari appaiono in numerose operazioni della silenziosa USAID, disposti contro paesi che vanno da Cuba alla Palestina, passando per Filippine, Europa orientale, molte nazioni africane e anche dell’America Latina.
Alcuni esempi
“Mentre l’USAID si muoveva in Indonesia, nel 1965 (quella del dittatore Suharto), suoi contractor volavano in Air America, una compagnia aerea della CIA, che lanciava armi e raccoglieva droghe in Laos o contrabbando in Thailandia e Vietnam del Sud” afferma il Wayne Madsen Report.
Negli anni ’80 i dipendenti dell’USAID distribuivano un ‘aiuto non letale’ ai mujaheddin afghani rifugiati in Pakistan ed è stata anche utilizzata per l’acquisto di armi dei musulmani radicali che cercavano di spodestare l’uomo forte del Pakistan, Muhammad Zia-ul Haq.
Agì anche fomentando un’opposizione politica contro il presidente Jean-Bertrand Aristide ad Haiti. attraverso il Progetto Democrazia, negli anni ’90, e conclusero con un colpo di stato che hanno ripetuto nell’attuale secolo.
Nel 2002, l’USAID era presente in Palestina mediante la DAI, che richiedeva dettagliate informazioni personali dei membri delle ONG che ricevevano fondi USA, e le informazioni, che includevano opinioni politiche personali dei membri delle organizzazioni, finivano alla CIA e al Mossad (servizio dell’intelligence sionista), in modo da poter fare pressione sulle ONG per favorire le politiche di USA ed Israele.
Inoltre, centinaia di migliaia di dollari sono stati incanalati come «aiuto» ai gruppi che cercavano di minare il Governo del presidente Daniel Ortega, in Nicaragua tra il 1979 e il 1989.
Durante i dieci anni del presidente Alberto Fujimori in Perù, il suo capo dell’intelligence, Vladimiro Montesinos, ricevette fondi della CIA/USAID per la repressione, nelle zone rurali, dove agiva Sendero Luminoso ed il movimento guerrigliero Tupac Amaru.
L’USAID è stata collegata a un bel pò di affari sporchi e corrotti dove il denaro dai contribuenti USA, presumibilmente destinati ad aiuti umanitari ed alimentari o servizi medici a paesi poveri, scompare in virtuali “buchi neri”.
Altre volte, l’ingerenza sovrasta tutto, come è accaduto nel 2009, quando la stampa pakistana ha riferito che l’USAID stava fornendo assistenza educativa diretta a studenti, ignorando il Ministero della Pubblica Istruzione di quel paese, al fine di “formare” quadri dipendenti e grati all’impero.
Uno dei contraenti preferiti dell’USAID è la Chemonics International, avviata nel 1976 dal conservatore repubblicano Gerald Murphy, che nel 1993 ha detto al quotidiano ‘The New York Times’: “Ho sempre voluto fare due cose: una, avere una mia propria CIA, e due aiutare la gente”. Chemonics ha ricevuto mezzo milione di dollari per sostenere le missioni sul campo dell’USAID in Nepal, dove fornì propaganda a favore degli USA per essere diffusa nelle stazioni radiofoniche del paese che occupa il tetto del mondo.
Dalla sua sede nel Ronald Reagan Building a Washington, l’USAID ha sviluppato innumerevoli piani d’ingerenze e di spionaggio come la sovvenzione di programmi di Assistenza nella Formazione per le Investigazioni Criminali Internazionali (ICITAP), da cui ne consegue che la CIA ha ottenuto le impronte digitali della popolazione in Albania, Kazakistan, Senegal, Nigeria, Gabon, Gambia, Madagascar, Uganda, Tanzania, e le isole indonesiane di Giava e di Sumatra.
Bolivia espelle, Venezuela lotta
Il 1 maggio 2013, il presidente Evo Morales ha annunciato l’espulsione dell’USAID, accusandola di agire, con la CIA, per destabilizzare la Bolivia e fomentare un colpo di stato. Da oltre 50 anni l’Agenzia era stata presente nel paese andino, e con l’arrivo del primo Presidente indigeno e il suo programma di governo volto al benessere del suo popolo ed alla trasformazione economica e sviluppo tecnologico e scientifico del suo paese, venivano meno le politiche di privatizzazione e diffusa appropriazione delle ricchezze minerarie e naturali.
I piani sovversivi non si fecero attendere e sono stati diretti, in primo luogo, alla rivolta e tentativi di secessione dei dipartimenti più sviluppati e ricchi del paese; sconfitti questi tentativi si rivolsero, in gran parte, a affrontare coloro che sono state le basi popolari del Movimento al Socialismo: sindacati ed organizzazioni indigene con il Governo di Evo.
Venezuela è stato un altro bersaglio speciale da che Hugo Chavez è diventato Presidente nelle urne, una prodezza che ha ripetuto in più di una dozzina di elezioni ed il popolo è tornato a ripetere con Nicolas Maduro.
L’enfasi, nel caso del Venezuela, è stata posta nel sovvertire i giovani, soprattutto gli studenti universitari, non rendendosi conto che la Rivoluzione Bolivariana ha reso questa nazione il secondo paese del continente con il maggior numero di studenti a tutti i livelli di istruzione che, inoltre, cominciò ad essere gratuita e di qualità.
Con scioperi della “fame”, incatenamento ad installazioni di organismi internazionali, marce, blocchi stradali e violente guarimbas, questi studenti sono stati utilizzati dall’oligarchia venezuelana e dagli interessi esterni (cioè gli USA) come pedine della sovversione e pretesto per poter promuovere qualsiasi ingerenza straniera – militare o civile -; pretesa che non ha avuto successo per il sostegno della maggior parte del popolo alla Rivoluzione Bolivariana e chavista, compreso il segmento più giovane di questo popolo che ora si approssima al Congresso della Gioventù del Partito Socialista Unito del Venezuela.
Sotto piani di apparente innocenza: siano borse di studio, programmi di studio, seminari di formazione pratica in materia di salute e di altri argomenti, entrano il dissenso e la sovversione.
L’unità continua ad essere scudo e spada in Venezuela, lo è in Bolivia, e anche a Cuba, la cui gioventù ha denunciato e respinto il ZunZuneo, il Piramideo e il piano dei ‘viaggiatori’ sovversivi.
USAID, la mano “amiga” que te estrangula
JUANA CARRASCO
Una historia que comenzó en el siglo pasado extiende sus tentáculos hasta esta centuria, donde las armas se digitalizan y toman el ciberespacio para disparar proyectiles, también mortales, destinados a manipular las mentes con guantes de seda, pero con objetivos finales que no varían de aquellos años brutales de cruentos golpes y dictaduras militares: sacar del camino a Gobiernos y políticos, activistas de un desarrollo con justicia social.
Cuando la acción directa del Pentágono y las cañoneras, o de los discípulos de la Escuela de las Américas (o como se llame ahora), no fueron la vía idónea para esos propósitos, Estados Unidos se abrió otros caminos.
En noviembre de 1961 —fracasada su invasión por Bahía de Cochinos con la derrota que el pueblo cubano le propinó en las arenas de Playa Girón, y también la miserable contribución de 20 000 millones de la Alianza para el Progreso de John F. Kennedy—, la idea fue crear la Usaid (United States Agency International for Development) mediante la Ley de Asistencia al Extranjero de 1961.
La Agencia Internacional para el Desarrollo formaba con sus siglas AID una palabra engañosa, con pelaje de oveja dispuesta a las buenas acciones: «Ayuda», camuflaje perfecto para los verdaderos propósitos de espiar, emprender acciones sucias, formar personajes y personajillos incondicionales para ejecutar los empeños de desestabilización de economías y Gobiernos.
Cuba fue centro primario de la mirilla estadounidense, así como su intención de aislarla del vecindario del que, sin embargo, luego saldrían otros focos de atención en la región, y se extendieron, de acuerdo con los intereses estratégicos de Washington, a prácticamente todo el mundo. EE.UU. expandió su acción «amistosa» al resto del planeta: que una hambruna en tal o más cual país o región de África; que un desastre natural en Asia; que una epidemia en quién sabe cuál punto de la geografía planetaria, y allí estaba el sello de la mano «amiga» maquillando los verdaderos propósitos.
La realidad era y es bien distinta, la Usaid tiene una larga historia como brazo actuante de la Agencia Central de Inteligencia (CIA), y sus contratos son nexos para la subversión.
Recordemos un poco de la historia de nuestro continente: en 1970, la guerrilla Tupamaro secuestró y ejecutó a Dan Mitrione, un oficial de la Usaid en Uruguay que trabajaba para la CIA y tenía como función principal entrenar a la policía especial uruguaya y también a la brasileña en tácticas de torturas en las que era maestro.
Aquel escabroso incidente de Dan Mitrione, que destapó el sórdido papel de Estados Unidos con las dictaduras del cono sur, hizo que en 1974 se enmendara la Foreign Assistance Act y se prohibiera la asistencia a la policía y —al menos en el papel— termina su involucramiento en los programas de Seguridad Pública en América Latina, que junto con la guerra en Vietnam fue parte de la estrategia anticomunista del Gobierno de Estados Unidos.
Pero no son pocos los ejemplos de actividades similares en los casi 55 años de existencia de la Usaid, aunque las haya arropado en tareas sociales humanitarias.
En abril pasado, el Wayne Madsen Report, un sitio web de ese periodista investigador de Washington que ha denunciado en artículos y libros no pocas de las historias «políticamente incorrectas» y «políticamente embarazosas» de las acciones oficiales del Gobierno de Estados Unidos, publicaba una larga lista de las acciones encubiertas de la Usaid como brazo de la CIA contra países tan disímiles como Indonesia, Paquistán, Venezuela o Bolivia, a propósito de las revelaciones de la agencia Associated Press (AP) sobre el ZunZuneo contra Cuba, el programa subversivo para incitar fundamentalmente a la población joven de la Isla a la rebelión.
Siempre presentes están los proyectos financiando a la llamada «sociedad civil», mediante una «miscelánea de contratistas foráneos» o domésticos como Development Alternatives, Inc. (DAI) y Creative Associates, Inc. (CAI), cuyos empleados y dineros aparecen en numerosas operaciones de la silenciosa Usaid, enfiladas contra países que van desde Cuba hasta Palestina, pasando por Filipinas, Europa del Este, numerosas naciones africanas y también de América Latina.
Algunos ejemplares
«Mientras Usaid se movía en Indonesia en 1965 (la del dictador Suharto), sus contratistas volaban en Air America, una aerolínea de la CIA, que lanzaba armas y recogía drogas en Laos, o contrabando en Tailandia y Vietnam del Sur», afirma el Wayne Madsen Report.
En los años 80 los empleados de la Usaid distribuían una «ayuda no letal» a los mujaidines afganos refugiados en Paquistán que se empleó también en la compra de armas de los musulmanes radicales que intentaban destituir al hombre fuerte paquistaní Muhammad Zia-ul Haq.
También actuó fomentando una oposición política contra el presidente Jean-Bertrand Aristide en Haití mediante el Proyecto Democracia, en la década de los 90, y terminaron con un golpe de Estado allí que repitieron en este siglo que corre.
En el año 2002, la Usaid estaba presente en Palestina mediante la DAI, que demandaba detallada información personal de los miembros de las ONGs que recibían fondos estadounidenses, y esa información, que incluía opiniones políticas personales de los miembros de las organizaciones, iba a parar a la CIA y al Mossad (cuerpo de inteligencia sionista) de manera que podían presionar a las ONGs para favorecer las políticas de Estados Unidos e Israel.
También, cientos de miles de dólares fueron canalizados como «ayuda» a los grupos que intentaron minar el Gobierno del presidente Daniel Ortega en Nicaragua entre 1979 y 1989.
Durante los diez años del presidente Alberto Fujimori en Perú, su jefe de inteligencia, Vladimiro Montesinos, recibía fondos CIA/Usaid para la represión en zonas campesinas donde actuaba el grupo Sendero Luminoso y el movimiento guerrillero Tupac Amaru.
La Usaid ha estado vinculada a no pocos negocios sucios y corruptos de donde el dinero de los contribuyentes estadounidenses, destinado supuestamente a la ayuda humanitaria en alimentos o servicios médicos a países pobres, desaparece en virtuales «agujeros negros».
Otras veces, la injerencia pasa por encima de todo, como sucedió en 2009, cuando la prensa paquistaní reveló que la Usaid daba asistencia educacional directa a estudiantes, desconociendo al Ministerio de Educación de ese país, con el objetivo de «formar» cuadros adictos y agradecidos al imperio.
Una de las contratistas preferidas de Usaid es Chemonics International, iniciada en 1976 por el conservador republicano Gerald Murphy, quien en 1993 le dijo al diario The New York Times: «Yo siempre he querido hacer dos cosas: una, tener mi propia CIA, y dos ayudar a la gente». Chemonics recibió medio millón de dólares para apoyar a las misiones de campo de la Usaid en Nepal, donde proveyó propaganda a favor de Estados Unidos para ser difundida en las estaciones de radio del país que ocupa el techo del mundo.
Desde su sede en el edificio Ronald Reagan de Washington, la Agencia ha desarrollado innumerables planes injerencistas y de espionaje como la subvención de programas de Asistencia en Entrenamiento para la Investigación Criminal Internacional (Icitap por sus siglas en inglés), mediante el cual se deduce que la CIA ha obtenido las huellas dactilares de la población en Albania, Kazajastán, Senegal, Nigeria, Gabón, Gambia, Madagascar, Uganda, Tanzania, y las islas indonesas de Java y Sumatra.
Bolivia expulsa, Venezuela lucha
El 1ro. de mayo de 2013, el presidente Evo Morales anunció la expulsión de la Usaid, acusándola de actuar con la CIA para desestabilizar a Bolivia y propiciar un golpe de Estado. Por más de 50 años la Agencia había estado presente en el país andino, y con la llegada del primer Presidente indígena y su programa de gobierno destinado al bienestar de su pueblo y a la transformación económica y el desarrollo tecnológico y científico de su país, se venían abajo las políticas de privatización y la extendida apropiación de las riquezas mineras y naturales.
Los planes subversivos no se hicieron esperar y han estado dirigidos, primero, al alzamiento e intento de secesión de los departamentos más desarrollados y ricos del país; y derrotados esos intentos, se encaminaron en buena parte a enfrentar a quienes han sido las bases populares del Movimiento al Socialismo: sindicatos y organizaciones indígenas con el Gobierno de Evo.
Venezuela ha sido otro blanco especial desde que Hugo Chávez ganó la Presidencia en las urnas, hazaña que repitió en más de una docena de elecciones y volvió a reeditar el pueblo con Nicolás Maduro.
El énfasis, en el caso venezolano, ha sido subvertir a los jóvenes, principalmente al estudiantado universitario, sin advertir que la Revolución Bolivariana ha convertido a esa nación en el segundo país del continente con mayor número proporcional de estudiantes en todos los niveles de la enseñanza que, por demás, comenzó a ser gratuita y de calidad.
Con huelgas de «hambre», encadenamiento a instalaciones de organismos internacionales, marchas, cierres de calles y avenidas y guarimbas violentas, esos estudiantes fueron utilizados por la oligarquía venezolana y los intereses externos (léase Estados Unidos) como peones de la subversión y pretexto para poder propiciar cualquier injerencia extranjera —civil o militar—, pretensión que no ha tenido éxito por el apoyo de la mayoría del pueblo a la Revolución Bolivariana y chavista, incluido el sector más joven de ese pueblo que ahora está abocado al Congreso de la Juventud del Partido Socialista Unido de Venezuela.
Bajo planes de aparente inocencia: ya sean becas, programas de estudio, talleres de preparación práctica en salud u otros temas, entran el disenso y la subversión.
La unidad sigue siendo escudo y espada en Venezuela, lo es en Bolivia, y también en Cuba, cuya juventud ha denunciado y rechazado el ZunZuneo, el Piramideo y el plan de «viajeros» subversivos.