Fabrizio Verde http://www.lantidiplomatico.it
Brogli e menzogne. Questo il filo rosso che lega l’insana alleanza tra l’opposizione golpista venezuelana ed il Partito Democratico.
In occasione del plebiscito illegale e non previsto dalla Costituzione celebrato nella giornata di domenica dalla MUD si sono visti brogli macroscopici, che forse al lettore italiano ricorderanno qualcosa: le primarie del Partito Democratico. La competizioni elettorali interne del partito di Renzi puntualmente segnate da brogli.
Tornando al Venezuela, basta effettuare qualche semplice operazione matematica per smontare la già deludente cifra – per la MUD – di votanti.
Uno dei leader dell’opposizione, Henrique Capriles, aveva dichiarato che «la proiezione sulla partecipazione per il 16 luglio è di 11 milioni di persone».
Un esempio di irregolarità?
Una persona è riuscita a votare ben 17 volte in seggi diversi. In una conferenza stampa con i responsabili del processo elettorale organizzato dall’opposizione, un giornalista ha chiesto se questo fosse possibile. La risposta di uno dei responsabili, Benjamin Scharifker, è stata affermativa.
In realtà, nonostante i comprovati brogli, il dato sulla partecipazione si è attestato a 7.186.170 elettori, che rappresentano appena il 37.3% del corpo elettorale.
L’ex presidente del Consiglio Nazionale Elettorale, Jorge Rodríguez, ha spiegato che il numero reale dei votanti è stato di 2.395.390 persone, perché l’opposizione ha moltiplicato per tre i voti delle persone a cui ha sommato i 930.000 voti nulli.
Forse basta solo questo dato a squalificare un plebiscito illegale che ha l’unico scopo di giungere alla formazione di un governo parallelo e impedire l’installazione dell’Assemblea Nazionale Costituente, voluta da Maduro per superare con la pace e il dialogo le tensioni create dall’opposizione golpista.
Il plebiscito della MUD, viste anche le analogie, ha lo stesso valore delle primarie farlocche organizzate dal Partito Democratico.
Quanto sta accadendo in Venezuela è uno scenario visto e rivisto nella storia recente. Ex Jugoslavia, Iraq, Libia, Siria. Anche se il parallelo forse più corretto è quello con l’Ucraina del colpo di stato del febbraio del 2014.
A Caracas, come a Kiev, le premesse del golpe sono state prodotte dalle corporazioni mediatiche e il fascismo storico (in Ucraina sono neo-nazisti dichiarati, in Venezuela sono “guerriglieri di Dio” che combattono con i scudi crociati come al tempo delle crociate e danno alle fiamme chavisti e neri) si è presto mischiato con il fascismo moderno, quello delle corporazioni finanziarie che in nome della produttività, competitività e flessibilità distruggono diritti sociali, Welfare e libertà. Olio di ricino tradizionale e olio di ricino moderno (austerità): il cocktail più micidiale di oggi è un pericolo non solo per Ucraina e Venezuela, ma per tutto il mondo.
L’obiettivo in Venezuela è chiaro: trasformare il paese in una nuova Siria e prendere possesso delle riserve di petrolio e oro più grandi al mondo.
Il PD (e purtroppo il nostro governo a quanto pare) come in Ucraina sono dalla parte del fascismo finanziario e di quello storico. Intanto l’Italia, paese allo sbando, discute in Parlamento di un ‘golpe’ organizzato da Maduro con l’Assemblea Costituente (sic!) mentre vengono tessute le lodi del golpista Leopoldo Lopez, sulla cui coscienza pesano i 43 morti causati nel 2014 dal piano eversivo ‘La Salida’.