L’economia cubana: attualizzando il 2016 ed un primo sguardo al 2017
José Luis Rodríguez http://www.cubadebate.cu
Dopo la caduta dell’economia nel 2016, dove il PIL diminuì dello 0,9%, l’economia cubana ha frenato il declino ed ha ottenuto una crescita dell’1,1%, durante la prima metà del 2017, risultato che marca il compimento dell’obiettivo essenziale previsto per l’anno, che è stato riprendere la via della crescita economica.
Un breve resoconto di quanto è accaduto negli ultimi due anni mostra che, dopo un 2015 in cui l’economia cubana crebbe del 4,4%, nel corso del 2016 si produsse una contrazione di circa l’1% del PIL, a causa di una serie di fattori negativi, tra i quali si evidenziano -sostanzialmente- la caduta delle forniture di petrolio dal Venezuela così come la riduzione dei prezzi e anche del volume di un gruppo di esportazioni, a cui si unirono gli effetti di fattori climatici avversi come la siccità e le perdite causate dall’uragano Matthew.
In effetti, secondo stime internazionali, la fornitura di petrolio venezuelano cadde da circa 109300 barili al giorno (B/D), nel 2015, ad una media stimata di 87550 B/D nel 2016 con una diminuzione del 27% [1]. Il calo delle importazioni fu parzialmente compensato dagli acquisti in Algeria ed, in seguito, in Russia. Allo stesso tempo, la produzione cubana di petrolio equivalente cadde a 3 milioni 690 TM lo scorso anno, come risultato della tendenza alla discesa che si viene manifestando già da alcuni anni, dovuto all’esaurimento di diversi pozzi.
La congiuntura energetica obbligò ad un adeguamento dei livelli di attività del paese alla fine del primo semestre dello scorso anno. Alle difficoltà anteriori si aggiunsero le conseguenze dell’uragano Matthew, che colpì l’estremità orientale dell’isola, con perdite inizialmente calcolate a 1484 milioni di pesos e danni a 42338 case.
L’elemento di miglior performance, l’anno scorso, fu il turismo poiché il numero di visitatori crebbe del 13%, raggiungendo 4.035.577, che si stima registrarono ingressi lordi che si approssimarono ai 3000 milioni di $.
II
Considerando la sua importanza, un’analisi della performance dell’economia cubana, nella prima metà del 2017, deve tener in considerazione -in primo luogo- il peso dei fattori esterni sui risultati ottenuti.
Tra i fattori esterni che incidono nell’evoluzione dell’economia cubana si evidenziano le esportazioni di beni e servizi.
Già dal 2015 si registrò una diminuzione del 31% nel totale dei beni esportati, colpiti dalla caduta dei prezzi e anche dalla riduzione dei volumi fisici di un gruppo di prodotti. Nel 2016 si calcola, nuovamente, una diminuzione stimata nelle esportazioni di beni del 13,7% e, per il 2017, si pronostica una leggera ripresa dell’8,3%. Anche nel saldo dei servizi si stima una maggior riduzioni che raggiungerà un 28,6% tra il 2014 ed il 2017. [2] A questo proposito va notato che già nell’AEC 2015 si registrava un calo delle esportazioni totali (beni e servizi) del 16,1% e secondo le stime EIU, per il 2016, si stimò una cifra simile ed un calo del 5,1% aggiuntivo quest’anno.
Dettagliando alcuni delle nostre fondamentali entrate d’esportazione, nel caso del nichel i prezzi medi, del 2016, hanno mostrato una ricaduta a livello del mercato mondiale, pari ad una decrescita del -21,1% nel corso dell’anno. Durante la prima metà del 2017 questi prezzi sono tornati a scendere del 7,3%, dove questi movimenti sono legati agli aumenti delle scorte a livello mondiale e l’incorporazione o uscita dal mercato dei principali produttori come Indonesia o Filippine. Tuttavia, secondo la Banca Mondiale, [3] il prezzo medio della TM di nichel raggiungerà 10500 $ nel 2017, anche se, a fine del primo semestre, il prezzo era a 9278 $. Per il periodo 2018/2021 il prezzo medio stimato è di 11903 $, un 13,4% in più rispetto alle previsioni di quest’anno, ma sarà inferiore a quello realizzato tra il 2014 ed il 2015, quando raggiunse 14378 $.
Inoltre, tali ricavi si sono visti colpiti da una ridotta produzione, nel 2016/2017, a causa di difficoltà negli impianti di produzione. [4] Per quest’anno si pronostica una produzione di nichel e cobalto intorno alle 54500 TM, cifra inferiore al livello medio degli ultimi anni situato a 56000 TM. [5]
Neppure lo zucchero presenta un panorama incoraggiante.
Il prezzo medio annuale dello zucchero greggio crebbe nel 2016, congiunturalmente, un 33,3% raggiungendo i 18,20 centesimi per libbra, rispetto ai 13,60 nel 2015, ma lo stesso scese, puntualmente, nei primi 6 mesi del 2017 del 33,4%, posizionandosi a 13.68 centesimi solo alla fine di giugno, anche se le previsioni della Banca Mondiale per l’anno è di 18.20 centesimi. Si prevede anche che questo prezzo rimarrà lo stesso, come media, fino al 2020, diminuendo di nuovo, leggermente, nel 2021.
Nella situazione del prezzo ha attualmente inciso un raccolto superiore in Brasile e negli altri grandi produttori, che si sono rivolti verso la produzione dello zucchero grezzo di canna, prima destinata alla produzione di etanolo a causa dei bassi prezzi del petrolio.
Inoltre, la raccolta di zucchero a Cuba è scesa, nel 2016, al di sotto del piano, raggiungendo circa 1 milione 500 mila TM di zucchero e la raccolta del 2017, nuovamente non ha realizzato il piano -che prevedeva raggiungere i 2 milioni 100 mila TM- anche se è cresciuta di circa il 20% sino intorno al 1 milione 800 mila MT. [6]
Per quanto riguarda le esportazioni di derivati del petrolio il prezzo medio del marcatore WTI, del 2016, si situò a 43.30 $ al barile e solo si pronostica che aumenti come media a 55,00 nel 2017, con un incremento del 27%. Tuttavia, alla fine del primo semestre di quest’anno il prezzo del petrolio era a 46.04 $ al barile, scendendo del 14,7% negli ultimi 6 mesi. Al riguardo vale anche la pena ricordare che nel piano del 2016 fu progettato esportare 558 mila TM del valore di 228 milioni di $, mentre nel 2014 si vendettero 532 mila TM del valore di 734 milioni, vale a dire, in due anni gli ingressi per le esportazione di derivati pianificata discese di un 68,9%. [7] Per il 2017 non possiamo aspettarci un sostanziale recupero delle spedizioni di petrolio venezuelano, per cui non si prevedono significative esportazioni di derivati per quest’anno.
Per quanto riguarda l’esportazione di servizi in materia di turismo, lo stesso mostra il migliore comportamento tra i diversi settori dell’economia.
Per il 2017 si era prevista una crescita del 4%, ciò che porterebbe il numero di turisti a circa 4,2 milioni. Tuttavia, il numero di visitatori era cresciuto di circa il 22,5% alla fine del primo semestre dell’anno, raggiungendo 2 milioni 620 mila turisti, ciò che suppone un significativo incremento dei ricavi in questo periodo, potendo avvicinarsi alla cifra di 4 milioni e 700 mila visitatori al mantenersi una crescita del 16,5% per l’anno, con ciò superando il piano dell’11,9%. Logicamente questa crescita suppone una maggiore tensione in tutti i servizi di supporto e nelle forniture per servire un maggior numero di visitatori.
I ricavi associati direttamente al turismo sono stati 1500 milioni di $, nel primo semestre, e si prevede di raggiungere i 2755 milioni a fine anno ai ritmi previsti nel numero di visitatori. [8]
Per quanto riguarda i servizi -comprendendo l’esportazione di servizi di forza lavoro qualificata- stimati del saldo di servizi esportati del EIU si calcola un calo dello stesso di circa l’11,8% nel 2016 e dell’8,5% nel 2017. In tal modo, nel 2017 i risultati sarebbero inferiori del 30,4% rispetto all’anno 2013, considerato quello di maggiori ingressi. Questo declino rappresenta in termini assoluti 2920 milioni di meno in quattro anni. [9]
Se si prende in considerazione che gli ingressi del turismo sono cresciuti in questo periodo, la riduzione è probabilmente dovuto ad una contrazione negli ingressi per servizi che si offrono al Venezuela, a causa della situazione economica del paese. Allo stesso modo si profila la prevista riduzione dei contratti di assistenza sanitaria che esistono con il governo del Brasile, data la situazione politica in quel paese e le dichiarazioni dello stesso governo al riguardo.
La economía cubana: actualizando el 2016 y una primera mirada al 2017 (I)
Por: José Luis Rodríguez
Luego de la caída de la economía en el 2016, en la que el PIB disminuyó un 0,9%, la economía cubana ha frenado el descenso y ha logrado un crecimiento de 1,1% durante el primer semestre del 2017, resultado que marca el cumplimiento del objetivo esencial previsto para el año, que ha sido retomar la vía del crecimiento económico.
Un breve recuento de lo ocurrido en los últimos dos años, muestra que luego de un 2015 en el que la economía cubana creció un 4,4%, durante el 2016 se produjo una contracción cercana al 1% en el PIB, debido a un conjunto de factores adversos, entre los que cabe destacar -fundamentalmente- la caída del suministro de petróleo por parte de Venezuela, así como la reducción en los precios y también en el volumen de un grupo de exportaciones, a lo que se unieron los efectos de factores climáticos negativos, como la sequía y las pérdidas provocadas por el huracán Matthew.
En efecto, según estimados internacionales, el suministro de petróleo venezolano cayó de unos 109 300 barriles diarios (B/D) en el 2015, a un promedio estimado en 87 550 B/D durante el 2016 para una disminución del 27% [1]. La caída de la importación fue compensada parcialmente por compras en Argelia y posteriormente en Rusia. Al propio tiempo, la producción cubana de petróleo equivalente bajó a 3 millones 690 TM el pasado año, como consecuencia de la tendencia al descenso que se viene manifestando hace ya algunos años, debido al agotamiento de varios pozos.
La coyuntura energética obligó a un ajuste en los niveles de actividad del país al cierre del primer semestre del pasado año. A las dificultades anteriores se añadieron las consecuencias del huracán Matthew, que azotó el extremo oriental de la isla, con pérdidas inicialmente calculadas en 1 484 millones de pesos y afectaciones en 42 338 viviendas.
El elemento de mejor desempeño el pasado año fue el turismo, ya que el número de visitantes creció un 13%, alcanzando 4 millones 35 577, que se estima reportaron ingresos brutos que se aproximaron a los 3 000 millones de dólares.
II
Tomando en cuenta su importancia, un análisis del desempeño de la economía cubana en el primer semestre del 2017 debe tomar en consideración –en primer lugar- el peso de los factores externos en los resultados obtenidos.
Entre los factores externos que inciden en la evolución de la economía cubana, se destacan las exportaciones de bienes y servicios.
Ya desde el año 2015 se registró una disminución del 31% en el total de los bienes exportados, afectados por la caída en los precios y también por la reducción de los volúmenes físicos de un grupo de productos. En el 2016 se calcula nuevamente una disminución estimada en las exportaciones de bienes del 13,7% y para el 2017 se pronostica una ligera recuperación del 8,3%. También en el saldo de servicios se estima una reducción mayor que alcanzará un 28,6% entre el 2014 y el 2017.[2] Al respecto cabe apuntar que ya en el AEC 2015 se reportaba una caída de las exportaciones totales (bienes y servicios) del 16,1% y según estimados del EIU, para 2016 se estimó una cifra similar y una caída del 5,1% adicional en el presente año.
Detallando algunos de nuestros rubros fundamentales de exportación, en el caso del níquel los precios promedio del año 2016 mostraron una recaída a nivel del mercado mundial, que totalizó con un decrecimiento del -21,1% durante el año. Durante el primer semestre del 2017 estos precios volvieron a descender un 7,3%, donde estos movimientos tienen que ver con los incrementos de las existencias a nivel mundial y la incorporación o salida del mercado de productores principales como Indonesia o Filipinas. No obstante, según el Banco Mundial,[3] el precio promedio de la TM de níquel alcanzará 10 500 USD en el 2017, aunque al cierre del primer semestre, ese precio estaba en 9 278 USD. Para el período 2018/2021 el precio promedio estimado es de 11 903 dólares, un 13,4% superior al pronóstico de este año, pero será inferior al logrado entre 2014 y 2015, cuando llegó a 14 378 USD.
Adicionalmente estos ingresos se han visto afectados por una producción reducida en 2016/2017 por dificultades en las plantas productoras.[4] Para el presente año se pronostica una producción de níquel más cobalto en torno a 54 500 TM, cifra inferior al nivel promedio de los últimos años situado en 56 000 TM. [5]
El azúcar presenta tampoco presenta un panorama alentador.
El precio promedio anual del azúcar crudo aumentó en el 2016 coyunturalmente un 33,3%, alcanzando 18,20 centavos por libra frente a 13,60 en 2015, pero el mismo bajo puntualmente en los 6 primeros meses del 2017 un 33.4%, situándose en 13,68 centavos solamente al cierre de junio, aunque el pronóstico del Banco Mundial para el año es de 18,20 centavos. También se pronostica que este precio permanecerá igual como promedio hasta el 2020, declinando de nuevo ligeramente en el 2021.
En la situación del precio actualmente ha incidido una cosecha superior en Brasil y otros grandes productores, que han volcado hacia la producción del azúcar crudo la caña, antes destinada a la producción de etanol, debido a los bajos precios del petróleo.
Adicionalmente, la zafra en Cuba cayó en el 2016 por debajo del plan, situándose en un millón 500 mil TM de azúcar aproximadamente y en la zafra del 2017 nuevamente se incumplió el plan –que preveía llegar a 2 millones 100 mil TM-, aunque se creció en torno al 20% hasta alrededor de 1 millón 800 mil TM. [6]
En lo referido a las exportaciones de derivados del petróleo el precio promedio del marcador WTI del 2016 se situó en 43,30 USD por barril y solo se pronostica que aumente como promedio a 55,00 en el 2017, para un incremento de un 27,0%. No obstante, al cierre del primer semestre de este año el precio del petróleo estaba en 46.04 USD por barril, cayendo un 14,7% en estos 6 meses. Al respecto también vale la pena recordar que en el plan del 2016 se planeó exportar 558 mil TM por valor de 228 millones de dólares, mientras que en el 2014 se vendieron 532 mil TM por valor de 734 millones, es decir, en dos años los ingresos por la exportación de derivados planificada descendió un 68,9%. [7] Para el 2017 no cabe esperar una recuperación sustancial de los envíos de petróleo venezolano, por lo que no se avizoran exportaciones significativas de derivados el presente año.
En cuanto a la exportación de servicios en lo referido al turismo, el mismo muestra el mejor comportamiento entre los diferentes sectores de la economía.
Para el 2017 se había previsto un crecimiento del 4%, lo que llevaría el número de turistas a unos 4,2 millones. Sin embargo, el número de visitantes había crecido en torno al 22,5% al cierre del primer semestre del año, alcanzando 2 millones 620 mil turistas, lo que supone un incremento significativo de ingresos en este período, pudiendo acercarse a la cifra de 4 millones 700 mil visitantes de mantenerse un crecimiento de 16,5% para el año, lo cual supera el plan en 11,9%. Lógicamente este crecimiento supone una mayor tensión en todos los servicios de apoyo y en los suministros para atender a un mayor número de visitantes.
Los ingresos asociados directamente al turismo fueron de 1 500 millones de dólares en el primer semestre y se espera llegar a 2 755 millones al cierre del año a los ritmos pronosticados en el número de visitantes.[8]
En cuanto a los servicios –incluyendo la exportación de servicios de fuerza de trabajo calificada- estimados del saldo de servicios exportados del EIU calculan un descenso del mismo en torno al 11,8% en el 2016 y del 8,5% en el 2017. De tal modo, en el 2017 los resultados serían 30,4% inferiores al año 2013, considerado el de mayores ingresos. Este descenso representa en términos absolutos 2 920 millones menos en cuatro años. [9]
Si se toma en cuenta que los ingresos del turismo han crecido en este período, la reducción probablemente obedezca a una contracción en los ingresos por servicios que se brindan a Venezuela, producto de la situación económica del país. Igualmente se perfila la reducción prevista de los contratos de asistencia médica que existen con el gobierno de Brasil, dada la situación política en ese país y declaraciones del propio gobierno al respecto.
(Continuará)
[1] Ver Precio Petróleo (2017)
[2] Ver EIU (2017) y ONEI (2016)
[3] Ver WB (2017)
[4] La producción de níquel + cobalto del 2015 solo llegó a 53 798 TM, cifra que refleja una tendencia descendente desde el 2012 del 20,9%. Ver ONEI (2017)
[5] REUTERS (2017).
[6] Ver Granma (2017)
[7] Ver Murillo (2015).
[8] Ver Marrero (2017)
[9] Ver EIU (2017).
Bibliografía:
-Cabrisas, Ricardo (2017) “Economía cubana crece en el primer semestre alrededor del 1,1%” en Cubadebate, julio 14 del 2017 en www.cubadebate.cu
-Cabrisas, Ricardo (2017a) “Comportamiento del plan de la economía 2017. Primer semestre” Granma, 15 de julio del 2017.
-Cabrisas, Ricardo (2016) “Tras tenso 2016 Cuba aspira a crecer un dos por ciento en 2017” Cubadebate, diciembre 27 de 2016 en www.cubadebate.cu
-Economist Intelligence Unit (EIU) (2017) “Country Report Cuba” May 2017 en www.eiu.com
– GRANMA (2017) “Deudas y potencialidades del sector azucarero” julio 11 del 2017, p. 3.
-La Patilla (2016) “Argelia enviará petróleo a Cuba tras caída de los suministros de Venezuela” Septiembre 8 2016 en www.lapatilla.com
-Marrero, Manuel (2017) “Información brindada a la Comisión de Atención a los Servicios de la ANPP” transmisión de la TVCUBAVISION, el 12 de julio del 2017.
-Murillo, Marino (2015) “Intervención de Marino Murillo en la ANPP el 29 de diciembre de 2015” Transmisión por el canal de TV CUBAVISION el 30 de diciembre de 2015.
-ONEI (2016) “Anuario Estadístico de Cuba 2015” La Habana 2016 en www.onei.cu
-ONEI (2017) “Anuario Estadístico de Cuba 2016” La Habana, 2017 en www.onei.cu
– Precio Petróleo Net (2017) “ Naciones Unidas: “Las exportaciones cubanas de productos refinados de petróleo cayeron alrededor de un 97% entre 2013 y 2016” mayo 9 del 2017 en www.preciopetroleo.net
-REUTERS (2017) “Cuba estima que producirá 54 500 toneladas de sulfuro de níquel y cobalto en 2017” julio 15 del 2017 en www.lta.reuters.com
– World Bank (WB) (2017) “Commodity Price Forecast” April 2017 en www.pubdocs.worldbank.org