Venezuela: storia di una foto di un attentato terroristico

di Pascual Serrano – Publico

Questa domenica si sono svolte le elezioni per l’Assemblea Nazionale Costituente in Venezuela. Tra le numerose azioni violente dell’opposizione che ha tentato di boicottare le votazioni si segnala una bomba fatta detonare al passaggio di alcuni membri della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) a Caracas. Un’esplosione che ha provocato il ferimento di sette agenti e che nessuno avrebbe esitato nel descriverlo come attentato terroristico in qualunque parte del mondo.


Ma i media spagnoli, in piena campagna contro il governo Maduro, fino al punto di occultare le azioni terroristiche dei manifestanti oppositori, inclusi gli omicidi di simpatizzanti del governo che sono stati bruciati vivi, convertono la spettacolare foto dell’attentato in un’accusa di repressione contro il governo.

È il mondo al contrario, dove il governo che convoca elezioni viene accusato di essere dittatoriale e la foto di un attentato terroristico compiuto ai suoi danni viene presentata in prima pagina come prova di repressione governativa.

Osserviamo alcuni esempi sulla stampa spagnola:

                       

La didascalia della foto ignora il fatto che si tratti di un attentato contro la polizia dove sono rimasti feriti sette agenti, limitandosi a dire semplicemente che erano in transito.

«Poliziotti motociclisti passano accanto un’esplosione a Caracas»

Gli agenti di polizia di un governo legittimo subiscono un attacco bomba e la stampa spagnola utilizza la foto per parlare di «violenza e repressione» del governo, «bagno di sangue» provocato dal presidente, affermare che le elezioni sono «golpiste» e «scatenano la violenza». E la polizia non ha subito un attentato, ma è semplicemente transitata nei pressi di un’esplosione. Siamo arrivati al punto che avvicinarsi a un’edicola equivale ad allontanarsi dalla verità su ciò che accade nel mondo.

(Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

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