Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America ha annunciato l’imposizione di sanzioni contro il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, per una presunta «rottura dell’ordine costituzionale» causata dalle elezioni per l’Assemblea Nazionale Costituente, dove oltre 8 milioni di venezuelani si sono recati alle urne.
Le sanzioni consistono nel congelamento di presunti «beni» del presidente venezuelano negli Stati Uniti e nel divieto per i cittadini statunitensi di fare affari con Maduro.
Il dirigente bolivariano in merito alle sanzioni imposte dal governo Trump, ha dichiarato che esprimono «impotenza, disperazione e odio», e che non lo «intimidito» assolutamente. Con questa azione, Trump «commette il più grande errore della sua vita».
«Sono un presidente libero, indipendente e anche antimperialista (…). Non obbedisco a ordini impartiti da governi stranieri – ha spiegato Maduro – si tratta di una reazione iraconda perché il popolo e il presidente venezuelano hanno disobbedito ai loro ordini». Evidentemente il governo nordamericano preferisce governi più ‘docili’, come quello peruviano, il cui presidente arrivò a definirsi alla stregua di un «dolce cagnolino» dell’impero.
Infine, Maduro ha dato il ‘benvenuto’ alle sanzioni «perché sono intenzionato a difendere i diritti del Venezuela e le sue risorse naturali».