Signor Presidente:
Signor Segretario Generale:
Le confermo l’appoggio di Cuba nel suo lavoro al fronte della Segreteria dell’Organizzazione delle Nazioni Unite come garante e difensore della pace internazionale.
Signori Capi di Stato e di Governo:
Distinte delegate e delegati:
Invio le più sincere condoglianze estese ai familiari dei morti e dei danneggiati e la nostra disposizione d’incrementare la cooperazione, nelle nostre modeste possibilità ai fraterni popoli e governi di Dominica e Antigua y Barbuda, piccole isole che hanno sofferto una terribile distruzione, alla Repubblica Dominicana, a Puerto Rico, Saint Martin, Sint Maarten, Isole Vergini e Anguila per il passaggio degli uragani Irma e María.
Chiamo la comunità internazionale a dare tutta la priorità e a mobilitare risorse per aiutare i piccoli Stati e i territori insulari dei Caraibi devastati.
Ricevano infiniti sentimenti di solidarietà da Cuba il popolo e il Governo messicani e in particolare i familiari delle Vittime e ai danneggiati dai due terremoti; reiteriamo la disposizione d’assistere la popolazione nel recupero dei danni con i nostri modesti sforzi.
Inviamo le nostre condoglianze al popolo degli Stati Uniti, alle famiglie dei morti e la più profonda simpatia a tutti i danneggiati dall’uragano Irma.
Signor Presidente:
Porto la testimonianza del popolo cubano che realizza uno sforzo colossale nel recupero dei severi danni alle case, all’agricoltura, al sistema elettro-energetico e altro, provocati dall’uragano Irma.
Nonostante le ingenti misure di prevenzione, includendo l’evacuazione di circa 1, 7 milioni di persone e la totale cooperazione dei cittadini, abbiamo sofferto la perdita di dieci vite umane.
I dolorosi danni ai servizi, ai beni sociali e personali, le privazioni sofferte dalle famiglie, per lunghe ore senza elettricità o rifornimento di acqua, hanno accentuato l’unità e la solidarietà del nostro nobile ed eroico popolo.
Si sono ripetute scene commoventi di addetti ai riscatti che consegnavano una bambina salvata alla mamma, di un bambino piccolo che ha raccolto dai rottami un busto di Martí, di studenti che aiutavano famiglie che non conoscevano, ufficiali delle Forze Armate e del ministero degli Interni eseguendo i lavori più duri e i dirigenti locali guidando negli impegni più difficili.
Il Presidente Raúl Castro Ruz, dalla zona più devastata, ha fatto un richiamo nel quale ha scritto: «Sono stati giorni duri per il nostro popolo, che in poche ore ha visto come quello che era stato costruito con sforzo è stato colpito da un uragano devastatore. Le immagini delle ultime ore sono eloquenti, come lo è anche lo spirito di resistenza e di vittoria del nostro popolo, che rinasce in ogni avversità».
A nome del popolo e del Governo cubani ringrazio profondamente le sentite espressioni di solidarietà e affetto di numerosi governi, parlamenti, organizzazioni internazionali e rappresentazioni della società civile.
Esprimo la più profonda gratitudine di fronte alle differenti offerte di aiuti ricevute.
Signor Presidente:
Ho una viva ed emozionata memoria dell’imponente presenza e delle idee enormemente vigenti, espresse in questa Assemblea, dal Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz.
Ringrazio a nome del nostro popolo e Governo i sentimenti di rispetto, affetto e ammirazione ricevuti da tutte le latitudini.
Signor Presidente:
Martedì scorso, (19 settembre) il Presidente Donald Trump è venuto a convincerci che uno dei suoi propositi è promuovere la prosperità delle nazioni e delle persone.
Ma nel mondo reale otto uomini possiedono congiuntamente la stessa ricchezza di 3600 milioni di esseri umani che formano la metà più povera dell’umanità (1).
In termini di fatturazione, 69 delle 100 più importanti entità del mondo sono imprese multi nazionali, non Stati (2).
Unite le dieci più importante corporazioni del mondo hanno una fatturazione superiore alle entrate pubbliche di 180 paesi sommati (3) .
Sono estremamente poveri 700 milioni di persone (4); 21 milioni sono vittime di lavori forzati (5); più di 5 milioni di bambini sono morti nel 2015 prima d’aver compiuto cinque anni per malattie prevenibili e curabili (6); 758 milioni di adulti sono analfabeti (7) .
815 milioni di persone soffrono patiscono fame cronica decine di milioni più che nel 2015. 2000 milioni non hanno cibo sufficiente . se si recuperasse il precario ritmo di diminuzione degli ultimi anni ora interrotto, 653 milioni di persone continueranno a patire la fame nel 2030 e non sarebbe sufficiente nemmeno per sradicare la fame nel 2050 (8) .
Ci sono 22,5 milioni di rifugiati (9). Si aggravano le tragedia umanitarie associate ai flussi di emigranti e il loro numero cresce in un ordine economico e politico chiaramente ingiusto.
La costruzione di muri e di barriere le leggi e le misure adottate per impedire l’ondata di rifugiati e di emigranti, hanno dimostrato d’essere crudeli e inefficaci. Proliferano politiche d’esclusione e xenofobia che violano i diritti umani di milioni di persone e non risolvono i problemi del sottosviluppo, la povertà e i conflitti, cause principali dell’emigrazione e della richiesta di rifugi.
Le spese militare toccano 1,7 milioni di dollari(10) .
Questa realtà contraddice coloro che sostengono che non ci sono risorse per far terminare la povertà. E l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile manca di metodi d’applicazione per egoismo e mancanza di volontà politica degli Stati Uniti e degli altri paesi industrializzati.
Qual è la ricetta miracolosa che ci raccomanda il Presidente Trump, in mancanza dei flussi finanziari del Piano Marshall? Chi metterà ora le risorse al suo posto? Come riconciliare tutto questo con l’idea dei presidenti Reagan, decenni fa, e Trump adesso, dell’“América First”?
Ignora e tergiversa la storia e presenta come obiettivo una chimera.
Gli indici di produzione e consumo propri del capitalismo sono insostenibili e irrazionali e conducono, inesorabilmente, alla distruzione dell’ambiente e alla fine della specie umana.
Si possono forse dimenticare le conseguenze del colonialismo, la schiavitù, il neocolonialismo e l’imperialismo?
I decenni di sanguinarie dittature militari in America Latina
Si possono presentare come esempio di un capitalismo di successo?
Qualcuno conosce ricette del capitalismo neoliberale meglio applicate di quelle che hanno distrutto le economie latino americane nel decennio degli ’80?.
È imprescindibile e irrimandabile che le Nazioni Unite lavorino per stabilire un nuovo ordine economico internazionale partecipativo, democratico, equo e inclusivo e una nuova architettura finanziaria, che considerino i diritti, le necessità e le particolarità dei paesi in via di sviluppo e le asimmetrie esistenti nelle finanze e nel commercio mondiale, risultato di secoli di sfruttamento e saccheggio.
I paesi industrializzati hanno il dovere morale, la responsabilità storica e possiedono i mezzi finanziari e tecnologici sufficienti per questo.
Non ci sarà la prosperità che si annuncia nemmeno per i ricchi, senza fermare il cambio climatico.
Cuba lamenta la decisione del Governo degli Stati Uniti, il principale responsabile storico dei gas con effetto serra, d’aver ritirato il paese dall’Accordo di Parigi.
Nel 2016, per il terzo anno consecutivo, sono stati battuti i records di aumento della temperatura media globale, e e questo conferma il cambio climatico come una minaccia per la sopravvivenza dell’umanità e lo sviluppo sostenibile dei nostri popoli.
Reiteriamo la nostra solidarietà con i piccoli paesi insulari in via di sviluppo, soprattutto nei Caraibi e nel Pacifico, che sono i più danneggiati, per il cambio climatico, noi che reclamiamo un trattamento giusto, speciale e differenziato.
Appoggiamo anche l’attenzione prioritaria ai paesi dell’Africa Subsahariana.
Signor Presidente:
Il governo degli Stati Uniti è venuto a dirci che, con la prosperità, gli altri due bei pilastri dell’ordine mondiale sono la sovranità e la sicurezza.
È responsabilità di tutti preservare l’esistenza dell’essere umano di fronte alla minaccia delle armi nucleari. Un importante apporto all’ottenimento di questo obiettivo è stata la storica adozione e la firma nella cornice di questa Assemblea del Trattato sulla proibizione delle Armi Nucleari che proibisce l’uso e la minaccia di queste armi che hanno la capacità d’annichilire la specie umana.
Gli Stati Uniti si sono opposti tenacemente a questo trattato. Hanno annunciato che utilizzeranno 700.000 milioni di dollari in spese militari e sviluppano una dottrina nucleare e militare estremamente aggressiva, basata nella minaccia dell’uso della forza e il suo impiego.
Gli Stati membri della NATO attentano contro la pace e la sicurezza internazionali e il Diritto Internazionale, promuovendo interventi militari e guerre non convenzionali contro Stati sovrani.
Come aveva segnalato il Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz e cito : «Cessi la filosofia della spoliazione e cesserà la filosofia della guerra».
Risulta quotidiana l’imposizione illegale di misure coercitive unilaterali e l’uso di strumenti finanziari, giudiziari, culturali e della comunicazione per la destabilizzazione di governi e la negazione del diritto di libera determinazione per i loro popoli.
Cresce la militarizzazione con l’uso segreto di tecnologie dell’informazione e le comunicazioni per attaccare gli altri Stati, mentre vari paesi sviluppati si oppongono fermamente all’adozione di trattati internazionali che regolino la cooperazione, per ottenere un ciber spazio sicuro.
Il Presidente statunitense manipola i concetti di sovranità e sicurezza a suo esclusivo beneficio e a detrimento di tutti, includendo i suoi alleati.
Il tentativo d’utilizzare la minaccia militare e la forza per fermare la tendenza mondiale irreversibile al multipolarismo e al policentrismo provocherà gravi pericoli per la pace e la sicurezza internazionali che devono essere difese e preservate con la mobilitazione internazionale.
I principi d’uguaglianza sovrana rispetto all’integrità territoriale e alla non ingerenza nei temi interni degli Stati, si devono rispettare.
La Carta delle Nazioni Unite e il Diritto Internazionale non ammettono una reinterpretazione.
La riforma delle Nazioni Unite si deve proporre come obiettivo essenziale che questa risponda alle necessità urgenti dei popoli e delle grandi maggioranze sfavorite. Il multilateralismo debe’essere protetto e rinforzato di fronte agli interessi imperialisti di dominio e di egemonia.
La democratizzazione del Consiglio di Sicurezza, sia nella sua composizione che nei suoi metodi di lavoro è un obiettivo che non si può rimandare.
Il rafforzamento dell’Assemblea Generale e il recupero delle funzioni che le sono state usurpate risulta imprescindible.
Signor Presidente:
Il “patriottismo” che s’invoca nel discorso degli Stati Uniti è una perversione dell’umanismo, dell’amore e la lealtà per la Patria, e dell’arricchimento e la difesa della cultura nazionale e universale.
Incarna una visione d’eccezionalità, di supremazia, d’ignorante intolleranza di fronte alla diversità dei modelli politici, economici, sociali e culturali.
Nei paesi sviluppati s’aggrava la perdita di legittimità dei sistemi e dei partiti politici e s’incrementa l’astensionismo elettorale.
La corruzione, legale o illegale, presenta metastasi com’è il caso estremo dei chiamati “interessi speciali”, o pagamenti di corporazioni in cambio di benefici, nel paese in cui si spende più denaro nelle campagne e dove in modo paradossale si può essere eletti con meno voti popolari di un altro candidato o governare con un appoggio infimo degli elettori.
L’uso della scienza e della tecnologia, crescente e insolito, serve per esercitare egemonia, mutilare le culture nazionali e manipolare la condotta umana, come nel caso dell’uso politico e pubblicitario delle dette “ big data”, o psicometria. Sette consorzi occidentali controllano in modo ferreo quello che si legge, vede e ascolta nel pianeta, e prevale il monopolio delle tecnologie, il governo delle reti digitali è dittatoriale e discriminatorio e nonostante le apparenze la breccia digitale tra paesi ricchi e paesi poveri cresce.
Si tagliano le opportunità e si violano in modo flagrante e sistematico diritti umani di giovani, emigranti e lavoratori.
L’altro ieri il Vicepresidente degli Stati Uniti, Michael Pence ha affermato nel Consiglio di Sicurezza, con un’assurda mancanza di conoscenza delle sue funzioni e la pretesa di stabilire nuove prerogative, che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe modificare la composizone i metodi del Consiglio dei Diritti Umani, che “non merita il suo nome”, ha detto, “perchè una chiara maggioranza dei suoi membri non realizza nemmeno gli standard di base dei diritti umani”, fine della citazione. Suppongo che il Sr. Pence non include nel caso il suo stesso paese, che lo meriterebbe per il suo indice di violazioni sistematiche dei diritti umani, come l’uso della tortura, la detenzione e la privazione arbitraria della libertà, come avviene nella Base Navale di Guantánamo, l’assassinio di afroamericani da parte della polizia, la morte di civili innocenti per colpa delle sue truppe, la xenofobia e la repressione degli emigranti, includendo i minorenni, e la sua scarsa adesione agli strumenti internazionali.
Signor Presidente:
Riaffermiamo la nostra più ferma condanna contro il terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni e respingiamo le doppie morali nel loro scontro.
L’indispensabile ricerca immediata di una soluzione giusta e duratura del conflitto in Medio Oriente si basa nell’esercizio del diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione e a disporre di un Stato libero e indipendente,con le frontiere precedenti il 1967, e con la sua capitale in Gerusalemme Orientale.
La questione del Sahara Occidentale necessita uno sforzo di conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite, per garantire al popolo saharaui l’esercizio dell’autodeterminazione e si rispetti il suo legittimo diritto di vivere in pace nel suo territorio.
Cuba riafferma il suo appoggio alla ricerca di una soluzione pacifica e negoziata alla guerra in Siria , senza ingerenze esterne e con il pieno rispetto della sua sovranità e integrità territoriali.
Si accentuano i pericoli per la pace e la sicurezza internazionali, derivati dalla crescita della presenza della NATO alle frontiere con la Russia.
Reiteriamo la nostra contrarietà alle sanzioni unilaterali e ingiuste imposte a questo paese.
Domandiamo che si rispetti il detto accordo nucleare con la Repubblica Islamica dell’Iran
Condanniamo la minaccia di distruggere totalmente la Repubblica Popolare Democratica della Corea, dove vivono 25 milioni di esseri umani.
La guerra non è un’opzione nella Penisola Coreana, minaccerebbe l’esistenza di centinaia di milioni di persone in questo e nei paesi vicini e condurrebbe a una conflagrazione nucleare con conseguenze imprevedibili.
Solo con il dialogo e i negoziati si può ottenere una soluzione politica duratura che deve considerare le preoccupazioni legittime di tutte le parti coinvolte. Appoggiamo la denuclearizzazione totale della Penisola Coreana, senza ingerenza straniera, con totale rispetto dell’uguaglianza sovrana e dell’integrità territoriale degli Stati e con l’assoluto rispetto del principio del non uso, nè della minaccia dell’uso della forza.
Signor Presidente:
Le nuove minacce si dirigono oggi contro la pace e la stabilità in America Latina e nei Caraibi, con evidente macanza di rispetto del “Proclama come Zona di Pace”, firmato a L’Avana dai Capi di Stato e di Governo della nostra regione, nel gennaio del 2014, in occasione del II Vertice della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC).
Reiteriamo quello che ha sostenuto il Presidente Raúl Castro Ruz a proposito della Repubblica Bolivariana del Venezuela lo scorso 14 luglio, e cito: «L’aggressione e la violenza golpista contro il Venezuela danneggiano tutta “Nuestra América” e apportano benefici solamente agli interessi di coloro che s’impegnano per dividerci, per esercitare il loro dominio sui nostri popoli, senza che gli importi generare conflitti con conseguenze incalcolabili in questa regione, come quelli che vediamo in differenti luoghi del mondo». «Avvertiamo oggi – aveva ha detto ancora – che coloro che pretendono di far crollare per vie inconstituzionali, violente e golpiste la Rivoluzione Bolivariana e Chavista assumeranno una seria responsabilità di fronte alla storia»”, fine della citazione.
Respingiamo energicamente le minacce militari contro il Venezuela, l’ordine Esecutivo che lo definisce come una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e le sanzioni unilaterali, ingiuste e arbitrarie applicate da questi.
Reiteriamo la nostra assoluta solidarietà con il popolo e il Governo bolivariani e chavisti, e con la loro unione civico-militare guidata dal presidente costituzionale Nicolás Maduro Moros.
Denunciamo e condanniamo l’iniziativa Nica Act, promossa nel Congresso degli Stati Uniti con un atteggiamento d’ingerenza che vuole imporre un blocco economico al popolo e al governo del Nicaragua, al quale reiteriamo il nostro sostegno.
Esprimiamo la nostra solidarietà all’ex Presidente Luiz Inácio Lula da
Silva, vittima di una persecuzione politica per impedire la sua candidatura alle elezioni dirette, con una non idoneità giudiziaria. Lula, la presidente Dilma Rousseff, il Partito dei Lavoratori e il popolo brasiliano avranno sempre Cuba al loro fianco.
Riaffermiamo il nostro impegno storico con la libera determinazione e l’indipendenza del popolo di Puerto Rico.
Appoggiamo il legittimo reclamo argentino di sovranità sulle Isole Malvine, Sandwich del Sud e Georges del Sud.
Cuba continuerà a contribuire in tutto il possibile alla richiesta delle parti con gli sforzi per ottenere una pace stabile e duratura in Colombia.
Siamo sempre impegnati nel condividere le nostre modeste realizzazioni con i popoli del sud, includendo l’impegno dei 40.000 cooperanti che in 64 paesi oggi lottano per la vita e la salute degli esseri umani.(11)
Signor Presidente:
Il 16 giugno scorso il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la politica del suo governo verso Cuba, che costituisce un passo indietro nelle relazioni bilaterali e corrode le basi stabilite due anni fa per avanzare in una relazione di nuovo tipo tra i nostri paesi, nella quale primeggiavano il rispetto e l’uguaglianza.
Il governo statunitense ha deciso d’indurire il blocco economico, commerciale e finanziario, imponendo nuovi ostacoli alle limitate possibilità che avevano le sue imprese per commerciare e investire in Cuba, con restrizioni addizionali ai suoi cittadini per viaggiare nel nostro paese.
Queste decisioni ignorano l’appoggio di ampli settori statunitensi, includendo la maggioranza dell’emigrazione cubana, all’eliminazione del blocco e alla normalità delle relazioni.
Soddisfano solamente gli interessi di un gruppo d’origine cubana nel sud della Florida, sempre più isolato e minoritario, che insiste nel voler danneggiare Cuba e il nostro popolo per aver scelto di difendere a qualsiasi costo il diritto d’essere libero, indipendente e sovrano.
Reiteriamo oggi la denuncia delle misure d’indurimento del blocco e riaffermiamo che qualsiasi strategia che cercherà di distruggere la Rivoluzione Cubana fallirà.
Ugualmente respingiamo la manipolazione del tema dei diritti umani contro Cuba che ha molti motivi d’orgoglio per le conquiste realizzate e non deve ricevere lezioni né dagli Stati Uniti, nè da nessuno.
Esprimiamo in questa occasione la più energica condanna alle dichiarazioni senza rispetto , offensive e d’ingerenza contro Cuba e il governo cubano, realizzate tre giorni fa in questa tribuna dal presidente Donald Trump. Le ricordiamo che gli Stati Uniti, dove si commettono fragranti violazioni dei diritti umani che suscitano profonde preoccupazioni nella comunità internazionale, non hanno la minima autorità morale per giudicare il mio paese.
Riaffermiamo che Cuba non accetterà mai condizioni nè imposizioni e non rinuncerà mai ai suoi principi.
In relazione con i discussi incidente che avrebbero danneggiato dei funzionari statunitensi a L’ Avana, affermiamo categoricamente che
il governo cubano realizza con tutto il rigore e la serietà i suoi obblighi con la Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche in quel che si riferisce alla Protezione dell’integrità di tutti i diplomatici senza eccezioni, includendo quelli degli Stati Uniti e che Cuba non ha mai perpetrato, né perpetrerà azioni di questa natura, nè ha mai permesso o permetterà che il suo territorio sia utilizzato da terzi con questo proposito.
Le autorità cubane, in accordo con i risultati preliminari dell’investigazione, prioritaria e con una forte componente tecnica, che si sta sviluppando per indicazione del più alto livello del nostro governo che ha considerato i dati apportati dalle autorità degli Stati Uniti, sino al momento non contano con alcuna prova che confermi le cause o l’origine dei problemi di salute riportati dai diplomatici statunitensi e dai loro familiari. L’investigazione per chiarire questo tema è sempre in corso e per portarla a termine sarà essenziale la cooperazione effettiva delle autorità degli Stati Uniti, Sarebbe lamentevole politicizzare un tema della natura descritta.
Come ha detto il Presidente Raúl Castro Ruz, Cuba ha la volontà di continuare a negoziare i temi bilaterali pendenti con gli Stati Uniti sulla base dell’uguaglianza e l’assoluto rispetto della sovranità e l’indipendenza del nostro paese e proseguire il dialogo rispettoso e la cooperazione in temi d’interesse comune con il governo statunitense.
Cuba e gli Stati Uniti possono cooperare e convivere, rispettando le differenze e promuovendo tutto quello che è benefico per i due paesi, ma non si deve pensare che per questo Cuba realizzerà concessioni inerenti la sua sovranità, e independenza.
Signor Presidente:
Il popolo cubano non smetterà il suo legittimo reclamo per la fine e l’eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario e continuerà a denunciare l’indurimento di questa politica.
Il1º novembre Cuba presenterà ancora una volta nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il Progetto di Risoluzione intitolato “Necessità di porre fine al blocco economico commerciale e finanziario imposto dal governo degli Stati Uniti contro Cuba”.
Mentre nel mondo crescono la disuguaglianza, l’opulenza di pochi e l’emarginazione di molti, il popolo cubano continuerà la sua lotta per creare una società più giusta possibile e continuerà ad avanzare con passo fermo nel cammino delle trasformazioni rivoluzionarie decise sovranamente dai cubani e dalle cubane per il perfezionamento del nostro socialismo.
Molte grazie.
Señor Presidente:
Señor Secretario General:
Le confirmo el apoyo de Cuba en su labor al frente de la Secretaría de la Organización de las Naciones Unidas como garante y defensor de la paz internacional.
Señores Jefes de Estado y de Gobierno:
Distinguidas delegadas y delegados:
Expreso sinceras condolencias, extensivas a los familiares de los fallecidos y a los damnificados, y nuestra disposición a incrementar la cooperación, dentro de nuestras modestas posibilidades; a los hermanos pueblos y gobiernos de Dominica y Antigua y Barbuda, pequeñas islas que sufrieron terrible destrucción; a República Dominicana, Puerto Rico, Saint Martin, Sint Maarten, Islas Vírgenes y Anguila debido a los huracanes Irma y María.
Llamo a la comunidad internacional a dar toda la prioridad y movilizar recursos para ayudar a los pequeños estados y territorios insulares del Caribe devastados.
Reciba entrañables sentimientos de solidaridad de Cuba, el pueblo y gobierno mexicanos, en especial los familiares de las víctimas y los damnificados por ambos terremotos, a quienes reiteramos la disposición de asistir a la población y la recuperación de los daños con nuestros modestos esfuerzos.
Hacemos llegar nuestro pesar al pueblo de los Estados Unidos, sentidas condolencias a las familias de los fallecidos, y honda simpatía a todos los afectados por el huracán Irma.
Señor Presidente:
Traigo el testimonio del pueblo cubano que realiza un colosal esfuerzo en la recuperación de los severos daños en las viviendas, la agricultura, el sistema electro-energético y otros provocados por el huracán Irma. Pese a ingentes medidas de prevención, incluida la evacuación de más de 1,7 millones de personas y la total cooperación de los ciudadanos, sufrimos diez fallecimientos.
Los dolorosos daños a servicios y las pérdidas de bienes sociales y personales, las privaciones ocasionadas a las familias por largas horas sin electricidad o abasto de agua, acentuaron la unidad y solidaridad de nuestro noble y heroico pueblo.
Se han repetido conmovedoras escenas de rescatistas entregando una niña salvada a su mamá, un pequeño recogiendo de las ruinas un busto de Martí, estudiantes ayudando a familias que no conocían, efectivos de las Fuerzas Armadas y el Ministerio del Interior haciendo los trabajos más duros, dirigentes locales encabezando las tareas más difíciles.
El Presidente Raúl Castro Ruz, desde la zona más devastada, emitió un llamamiento en el que escribió: “han sido días duros para nuestro pueblo, que en solo pocas horas ha visto cómo lo construido con esfuerzo es golpeado por un devastador huracán. Las imágenes de las últimas horas son elocuentes, como también lo es el espíritu de resistencia y victoria de +nuestro pueblo que renace con cada adversidad”.
A nombre del pueblo y gobierno cubanos, agradezco profundamente las sentidas muestras de solidaridad y afecto de numerosos gobiernos, parlamentos, organizaciones internacionales y representantes de la sociedad civil.
Expreso honda gratitud ante los diversos ofrecimientos de ayuda recibidos.
Señor Presidente:
Guardo viva y emocionada memoria de la imponente presencia y de las ideas enormemente vigentes, expresadas en esta Asamblea, por el Comandante en Jefe de la Revolución Cubana Fidel Castro Ruz.
Agradezco, a nombre de nuestro pueblo y gobierno, los sentimientos de respeto, afecto y admiración recibidos de todas las latitudes.
Señor Presidente:
El pasado martes, el Presidente Donald Trump vino a convencernos de que uno de sus propósitos es promover la prosperidad de las naciones y de las personas.
Pero en el mundo real, ocho hombres poseen, en conjunto, la misma riqueza que los 3 mil 600 millones de seres humanos que integran la mitad más pobre de la humanidad (1).
En términos de facturación, 69 de las 100 mayores entidades del mundo son empresas trasnacionales, no Estados (2) .Juntas, las diez mayores corporaciones del mundo tienen una facturación superior a los ingresos públicos de 180 países sumados (3) .
Son extremadamente pobres 700 millones de personas (4) ; 21 millones son víctimas de trabajo forzoso (5); 5+ millones de niños murieron en 2015 antes de cumplir cinco años, por enfermedades prevenibles o curables (6) ; 758 millones de adultos son analfabetos (7) .
Ochocientos quince millones de personas padecen hambre crónica, decenas de millones más que en 2015. Dos mil millones están subalimentadas. De recuperarse el precario ritmo de disminución de los últimos años, ahora interrumpido, 653 millones de personas seguirán hambrientas en 2030 y no sería suficiente para erradicar el hambre en el 2050 (8) .
Hay 22,5 millones de refugiados (9) . Se agravan las tragedias humanitarias asociadas a los flujos de migrantes y su número crece en un orden económico y político internacional claramente injusto.
La construcción de muros y barreras, las leyes y medidas adoptadas para impedir las oleadas de refugiados y migrantes, han demostrado ser crueles e ineficaces. Proliferan políticas excluyentes y xenófobas que violan los derechos humanos de millones de personas y no resuelven los problemas del subdesarrollo, la pobreza y los conflictos, causas principales de la migración y la solicitud de refugio.
Los gastos militares ascienden a 1,7 millones de millones de dólares (10) . Esa realidad contradice a quienes alegan que no hay recursos para acabar con la pobreza.
Pero la Agenda 2030 para el Desarrollo Sostenible carece de medios de aplicación, por egoísmo y falta de voluntad política de los Estados Unidos y otros países industrializados.
¿Cuál es la receta milagrosa que nos recomienda el Presidente Trump, a falta de los flujos financieros del Plan Marshall? ¿Quiénes pondrán ahora los recursos para ello? ¿Cómo puede esto reconciliarse con la idea de los Presidentes Reagan hace décadas y Trump ahora, de “América First”?
Ignora y tergiversa la historia y presenta como objetivo una quimera. Los patrones de producción y consumo propios del capitalismo son insostenibles e irracionales y conducen, inexorablemente, a la destrucción del medioambiente y al fin de la especie humana.
¿Acaso pueden olvidarse las consecuencias del colonialismo, la esclavitud, el neocolonialismo y el imperialismo?
¿Las décadas de sanguinarias dictaduras militares en América Latina pueden presentarse como ejemplo de un capitalismo exitoso?
¿Alguien conoce recetas de capitalismo neoliberal mejor aplicadas que las que destruyeron las economías latinoamericanas en la década de los 80 ?
Es imprescindible e impostergable que las Naciones Unidas trabajen por establecer un nuevo orden económico internacional participativo, democrático, equitativo e incluyente, y una nueva arquitectura financiera que tomen en cuenta los derechos, necesidades y particularidades de los países en desarrollo y las asimetrías existentes en las finanzas y el comercio mundial, resultado de siglos de explotación y saqueo.
Los países industrializados tienen el deber moral, la responsabilidad histórica y cuentan con los medios financieros y tecnológicos suficientes para ello.
Ni siquiera para los ricos, habrá la prosperidad que se anuncia, sin detener el cambio climático.
Cuba lamenta la decisión del Gobierno de los Estados Unidos, el principal emisor histórico de gases de efecto invernadero, de retirar a su país del Acuerdo de París.
En el 2016, por tercer año consecutivo, se batieron los récords de aumento de la temperatura media global, lo que confirma al cambio climático como una amenaza a la supervivencia de la humanidad y al desarrollo sostenible de nuestros pueblos.
Reiteramos nuestra solidaridad con los pequeños países insulares en desarrollo, especialmente del Caribe y el Pacífico, que son los más afectados por el cambio climático, para quienes reclamamos un trato justo, especial y diferenciado.
Apoyamos también la atención prioritaria a los países de África Subsahariana.
Señor Presidente:
El gobierno de Estados Unidos ha venido a decirnos que, junto a la prosperidad, los otros dos “bellos pilares” del orden mundial son la soberanía y la seguridad.
Es responsabilidad de todos preservar la existencia del ser humano frente a la amenaza de las armas nucleares. Un importante aporte al logro de ese objetivo significó la histórica adopción y firma en el marco de esta Asamblea, del Tratado sobre la Prohibición de las Armas Nucleares, que proscribe tanto el uso como la amenaza del uso de esas armas, que tienen la capacidad de aniquilar la especie humana.
Estados Unidos se opuso tenazmente a ese tratado. Anunció que empleará 700 mil millones de dólares en gastos militares y desarrolla una doctrina nuclear y militar extremadamente agresiva, basada en la amenaza del uso de la fuerza y en el empleo de esta.
Estados miembros de la OTAN atentan contra la paz y la seguridad internacionales y el Derecho Internacional promoviendo intervenciones militares y guerras no convencionales contra Estados soberanos.
Como señaló el Comandante en Jefe de la Revolución Cubana, Fidel Castro Ruz y cito : “cese la filosofía del despojo y cesará la filosofía de la guerra”.
Resulta cotidiana la imposición ilegal de medidas coercitivas unilaterales y el uso de herramientas financieras, judiciales, culturales y comunicacionales para la desestabilización de gobiernos y la negación del derecho de libre determinación a sus pueblos.
Crece la militarización y el uso encubierto de las tecnologías de la información y las comunicaciones para atacar a otros Estados, mientras varios países desarrollados se oponen férreamente a la adopción de tratados internacionales que regulen la cooperación para lograr un ciberespacio seguro.
El Presidente estadounidense manipula los conceptos de soberanía y seguridad en su exclusivo beneficio y en detrimento de todos, incluidos sus aliados.
La tentativa de utilizar la amenaza militar y la fuerza para detener la tendencia mundial irreversible al multipolarismo y policentrismo provocará graves peligros para la paz y la seguridad internacionales que deben ser defendidas y preservadas mediante la movilización internacional.
Los principios de igualdad soberana, respeto a la integridad territorial y no injerencia en los asuntos internos de los Estados, deben ser respetados. La Carta de las Naciones Unidas y el Derecho Internacional no admiten ser reinterpretados.
La reforma de las Naciones Unidas debe proponerse como objetivo esencial que esta responda a las necesidades acuciantes de los pueblos y las grandes mayorías desfavorecidas. El multilateralismo debe ser protegido y reforzado frente a los intereses imperialistas de dominación y hegemonía.
La democratización del Consejo de Seguridad, tanto en su composición como en sus métodos de trabajo, es un objetivo impostergable.
El fortalecimiento de la Asamblea General y la recuperación de las funciones que le han sido usurpadas, resulta imprescindible.
Señor Presidente:
El “patriotismo” que se invoca en el discurso de los Estados Unidos es una perversión del humanismo, el amor y la lealtad a la Patria, y del enriquecimiento y defensa de la cultura nacional y universal. Encarna una visión excepcionalista y supremacista de ignorante intolerancia frente a la diversidad de modelos políticos, económicos, sociales y culturales.
En los países desarrollados se agrava la pérdida de legitimidad de los sistemas y partidos políticos y se incrementa el abstencionismo electoral. La corrupción legal o ilegal hace metástasis como es el caso extremo de los llamados “intereses especiales” o pagos de corporaciones a cambio de beneficios, en el país en que más dinero se gasta en campañas y donde paradójicamente se puede ser elegido con menos votos populares que otro candidato o gobernar con un apoyo ínfimo de los electores.
Es creciente e insólito el uso de la ciencia y la tecnología para ejercer hegemonía, mutilar las culturas nacionales y manipular la conducta humana, como en el caso del uso político y publicitario de las llamadas “big data” o psicometría. Siete consorcios occidentales controlan férreamente lo que se lee, ve o escucha en el planeta, prevalece el monopolio de las tecnologías, la gobernanza de las redes digitales es dictatorial y discriminatoria y, pese a las apariencias, la brecha digital entre países ricos y pobres crece.
Se recortan las oportunidades y violan flagrante y sistemáticamente los derechos humanos de jóvenes, migrantes y trabajadores.
Anteayer, el Vicepresidente de los Estados Unidos Michael Pence afirmó en el Consejo de Seguridad, con absurdo desconocimiento de sus funciones y la pretensión de establecer nuevas prerrogativas, que el Consejo de Seguridad debería modificar la composición y los métodos del Consejo de Derechos Humanos “que no merece su nombre”, según dijo, “porque una clara mayoría de sus miembros no cumplen siquiera los más básicos estándares de derechos humanos”, fin de la cita. Supongo que el Sr. Pence no incluye en el caso a su propio país, que lo merecería por su patrón de violaciones sistemáticas de derechos humanos como el uso de la tortura, la detención y la privación de libertad arbitrarias, como ocurre en la Base Naval de Guantánamo, el asesinato de afroamericanos por policías, la muerte de civiles inocentes por sus tropas, la xenofobia y represión de inmigrantes, incluso menores y su escasa adhesión a instrumentos internacionales.
Señor Presidente:
Reafirmamos nuestra más firme condena contra el terrorismo, en todas sus formas y manifestaciones; y rechazamos los dobles raseros en su enfrentamiento.
La impostergable búsqueda de una solución justa y duradera al conflicto del Medio Oriente, se sustenta en el ejercicio del derecho inalienable del pueblo palestino a la autodeterminación, y a disponer de un Estado libre e independiente, dentro de las fronteras anteriores a 1967, con su capital en Jerusalén Oriental.
La cuestión del Sahara Occidental requiere un esfuerzo de conformidad con las resoluciones de Naciones Unidas, de modo que se garantice al pueblo saharaui el ejercicio de la autodeterminación y se respete su legítimo derecho a vivir en paz en su territorio.
Cuba reafirma su apoyo a la búsqueda de una solución pacífica y negociada a la guerra en Siria, sin injerencia externa y con pleno respeto a su soberanía e integridad territorial.
Se acrecientan los peligros a la paz y la seguridad internacionales derivados de la ampliación de la presencia de la OTAN en las fronteras de Rusia. Reiteramos nuestro rechazo a las sanciones unilaterales e injustas impuestas a ese país.
Demandamos que se respete el denominado acuerdo nuclear con la República Islámica de Irán.
Rechazamos la amenaza de destruir totalmente la República Popular Democrática de Corea, donde viven 25 millones de seres humanos. La guerra no es una opción en la Península Coreana, amenazaría la existencia de cientos de millones de personas en esta y en los países vecinos y conduciría a una conflagración nuclear de consecuencias impredecibles. Solo a través del diálogo y las negociaciones se puede lograr una solución política duradera, que debe tener en cuenta las preocupaciones legítimas de todas las partes involucradas. Apoyamos la desnuclearización total de la Península Coreana, sin injerencia extranjera, con total respeto a la igualdad soberana e integridad territorial de los Estados y con estricto apego al principio del no uso, ni la amenaza del uso de la fuerza.
Señor Presidente:
Nuevas amenazas se ciernen hoy contra la paz y la estabilidad en América Latina y el Caribe, en abierto irrespeto a la “Proclama como Zona de Paz”, firmada en La Habana por los Jefes de Estado y de Gobierno de nuestra región, en enero de 2014, en ocasión de la II Cumbre de la Comunidad de Estados de América Latina y el Caribe (CELAC).
Reiteramos lo expresado por el Presidente Raúl Castro Ruz sobre la República Bolivariana de Venezuela el pasado 14 de julio y cito:
“La agresión y la violencia golpista contra Venezuela dañan a toda «Nuestra América» y solo benefician los intereses de quienes se empeñan en dividirnos para ejercer su dominación sobre nuestros pueblos, sin que les importe generar conflictos de consecuencias incalculables en esta región, como los que estamos presenciando en diferentes lugares del mundo”.
“Alertamos hoy – dijo entonces – que quienes pretenden derrocar por vías inconstitucionales, violentas y golpistas a la Revolución Bolivariana y Chavista asumirán una seria responsabilidad ante la historia”, fin de la cita.
Rechazamos enérgicamente la amenaza militar contra Venezuela, la orden ejecutiva que la califica como una amenaza a la seguridad nacional de los Estados Unidos y las sanciones unilaterales, injustas y arbitrarias aplicadas por este.
Reiteramos nuestra inquebrantable solidaridad con el pueblo y el gobierno bolivarianos y chavistas, y con su unión cívico-militar que lidera el presidente constitucional Nicolás Maduro Moros.
Denunciamos y condenamos la iniciativa Nica Act, promovida en el Congreso de los Estados Unidos en una actitud injerencista que persigue imponer un bloqueo económico al pueblo y gobierno de Nicaragua, a quienes reiteramos nuestro respaldo.
Expresamos nuestra solidaridad con el ex Presidente Luiz Inácio Lula da Silva, víctima de persecución política para impedir su candidatura a elecciones directas mediante una inhabilitación judicial. Lula, la presidenta Dilma Rousseff, el Partido de los Trabajadores y el pueblo brasileño tendrán siempre a Cuba de su lado.
Reafirmamos nuestro compromiso histórico con la libre determinación y la independencia del pueblo de Puerto Rico.
Apoyamos el legítimo reclamo argentino de soberanía sobre las Islas Malvinas, Sandwich del Sur y Georgias del Sur.
Cuba continuará contribuyendo en todo lo posible, a solicitud de las partes, con los esfuerzos para lograr una paz estable y duradera en Colombia.
Seguimos comprometidos en compartir nuestras modestas realizaciones con los pueblos del Sur, incluido el empeño de los 40 mil cooperantes que en 64 países hoy luchan por la vida y la salud de los seres humanos.(11)
Señor Presidente:
El 16 de junio pasado, el presidente de los Estados Unidos, Donald Trump, anunció la política de su gobierno hacia Cuba, que constituye un retroceso en las relaciones bilaterales y socava las bases establecidas hace dos años para avanzar en una relación de nuevo tipo entre nuestros países, en la que prime el respeto, el respeto y la igualdad.
El gobierno estadounidense ha decidido endurecer el bloqueo económico, comercial y financiero, imponiendo nuevos obstáculos a las limitadas posibilidades que tenía su empresariado para comerciar e invertir en Cuba y restricciones adicionales a sus ciudadanos para viajar a nuestro país.
Esas decisiones ignoran el apoyo de amplios sectores estadounidenses, incluyendo la mayoría de la emigración cubana, al levantamiento del bloqueo y la normalización de las relaciones. Satisfacen solo los intereses de un grupo de origen cubano del sur de Florida, cada vez más aislado y minoritario, que insiste en dañar a Cuba y a nuestro pueblo por haber elegido defender, a cualquier precio, el derecho a ser libre, independiente y soberano.
Reiteramos hoy la denuncia a las medidas de endurecimiento del bloqueo y reafirmamos que cualquier estrategia que pretenda destruir a la Revolución Cubana fracasará.
De igual forma, rechazamos la manipulación del tema de los derechos humanos contra Cuba, que tiene mucho de qué enorgullecerse por los logros alcanzados y no tiene que recibir lecciones de los Estados Unidos ni de nadie.
Expresamos en esta ocasión la más enérgica condena a las declaraciones irrespetuosas, ofensivas e injerencistas contra Cuba y el gobierno cubano, realizadas hace tres días en esta tribuna por el presidente Donald Trump. Le recordamos que los Estados Unidos, donde se cometen flagrantes violaciones de los derechos humanos que suscitan profunda preocupación en la comunidad internacional, no tienen la más mínima autoridad moral para juzgar a mi país. Reafirmamos que Cuba nunca aceptará, jamás, condicionamientos ni imposiciones, ni renunciará a sus principios.
En relación con los alegados incidentes que habrían afectado a funcionarios estadounidenses en La Habana, afirmamos categóricamente que el gobierno cubano cumple con todo rigor y seriedad sus obligaciones con la Convención de Viena sobre Relaciones Diplomáticas en lo referido a la protección de la integridad de todos los diplomáticos sin excepción, incluyendo los de los Estados Unidos; y que Cuba jamás ha perpetrado ni perpetrará acciones de esta naturaleza; ni ha permitido ni permitirá que su territorio sea utilizado por terceros con ese propósito.
Las autoridades cubanas, de acuerdo con los resultados preliminares de la investigación prioritaria y con alto componente técnico que están desarrollando por indicación del más alto nivel de nuestro gobierno, y que ha tomado en consideración datos aportados por las autoridades de los Estados Unidos, hasta el momento no cuentan, no cuentan, con evidencia alguna que confirme las causas ni el origen de las afecciones a la salud que han sido reportadas por los diplomáticos estadounidenses y sus familiares. La investigación para esclarecer este asunto sigue en curso y para llevarla a término será esencial la cooperación efectiva de las autoridades estadounidenses. Sería lamentable que se politice un asunto de la naturaleza descrita.
Como ha expresado el Presidente Raúl Castro Ruz, Cuba tiene la voluntad de continuar negociando los asuntos bilaterales pendientes con los Estados Unidos, sobre la base de la igualdad y el absoluto respeto a la soberanía y la independencia de nuestro país, y de proseguir el diálogo respetuoso y la cooperación en temas de interés común con el gobierno estadounidense.
Cuba y los Estados Unidos pueden cooperar y convivir, respetando las diferencias y promoviendo todo aquello que beneficie a ambos países y pueblos, pero no debe esperarse que para ello Cuba realice concesiones inherentes a su soberanía e independencia.
Señor Presidente:
El pueblo cubano no cesará en su legítimo reclamo por el levantamiento y total eliminación del bloqueo económico, comercial y financiero y seguirá denunciando el recrudecimiento de esa política. El 1º de noviembre, Cuba presentará una vez más ante la Asamblea General de las Naciones Unidas, el proyecto de resolución titulado “Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por el Gobierno de los Estados Unidos contra Cuba”.
Mientras en el mundo crece la desigualdad, la opulencia de unos pocos y la marginación de muchos, pero el pueblo cubano continuará su lucha por alcanzar la sociedad más justa posible. Seguiremos avanzando con paso firme en el camino de trasformaciones revolucionarias decidido soberanamente por cubanas y cubanos para el perfeccionamiento de nuestro socialismo.
Muchas gracias.