La condanna del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba è uno dei temi più citati dai mandatari del mondo nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Più di 30 nazioni hanno richiamato gli Stati Uniti perché eliminino questa politica e resta ancora una giornata prima della conclusione del segmento di Alto Livello della ONU, ha informato domenica 24 Prensa Latina.
A nome dei loro paesi hanno chiesto la fine del blocco i ministri delle Relazioni Estere delle Bahamas, Darren Henfield; Lao, Saleumxay Kommasith; Repubblica Popolare Democratica di Corea, Ri Yong Ho; Suriname, Yidiz Pollack-Beigle; Granada, Elvin Nimrod e Giamaica, Kamina Johnson-Smith.
Lo hanno fatto anche i cancellieri di San Cristóbal y Nieves, Mark Anthony Brantley; Chad, Hissein Brahim Taha; Tanzania, Augustine Philip Mahiga; Níger, Ibrahim Yacoubou; Trinidad y Tobago, Dennis Moses e Burundi, Alain Aimé Nyamitwe.
Pollack-Beigle ha ricordato nel forum che il mondo intero condanna le sanzioni applicate a Cuba da 11 successive amministrazioni nella Casa Bianca.
«L’anno scorso non c’è stata una nazione che ha votato contro la risoluzione per porre fine alle misure unilaterali, che hanno dimostrato d’essere improduttive da ogni angolo», ha affermato la funzionaria del Suriname, che ha definito il blocco “una violazione del diritto internazionale, della sovranità e della libera determinazione”.
Poi nel podio dell’Assemblea Generale della ONU, Mark Anthony Brantley ha difeso il diritto del popolo cubano di vivere una vita degna e in pace, mentre Dennis Moses ha avvertito che il blocco statunitense pone in pericolo lo sviluppo sostenibile dell’Isola grande delle Antille.
Hissein Brahim Taha ha considerato che è ingiusto e controproducente che si mantenga questo assedio da cinque decenni dopo il ristabilimento delle relazioni bilaterali tra L’Avana e Washington.
Johnson-Smith ha segnalato l’ingiustizia che rappresentano le sanzioni statunitensi, che hanno ristretto la capacità di partecipazione al commercio legittimo di un popolo lavoratore, di poter viaggiare e realizzare transazioni finanziarie internazionali.
Nelle quattro giornate di dibattito ad Alto Livello, una ventina di capi di Stato o di Governo e ministri delle Relazioni Estere, hanno parlato a favore dell’ eliminazione del blocco.