Con più di 330 interventi e un vasto consenso sulle incongruenze dell’ipotesi de un attacco acustico contro i diplomatici statunitensi in Cuba, è terminata a prima giornata del Forum online a cui hanno partecipato scienziati ed esperti di differenti settori scientifici.
Il sito web della Rete Cubana della Scienza ha accolto il dibattito che continuerà oggi dalle 10:00 a.m. ora cubana.
In accordo con la versione di Washington, il suo personale diplomatico a L’Avana ha presentato sintomi provocati da «attacchi sonici».
I danneggiati riportano d’aver sentito rumori nelle loro residenze e i seguenti «sintomi»: nausea, cefalea, disturbi dell’equilibrio, perdita dell’udito, dolore facciale e addominale, disturbi della memoria e commozione cerebrale.
Il dibattito del Forum online ha avuto al centro tre domande di base:
I sintomi descritti possono essere conseguenza di agenti sonici?
Altre malattie potrebbero avere provocato tali sintomi?
Esiste la probabilità di cause d’origine psicosociale?
Il Dr. Manuel Jorge Villar Kuscevic, specialista di II Grado in Otorinolaringoiatria e Professore Ausiliare, ha risposto a una domanda inviata da Gramma per via digitale , sulle registrazioni dei presunti sintomi dannosi che che sono state filtrate alla stampa statunitense.
Villar, che è a capo del Servizio di Otorinolaringoiatria e Chirurgia della Testa e del Collo dell’Ospedale «Enrique Cabrera», ha spiegato il processo di ricezione e analisi delle mostre offerte dalle autorità statunitensi ai cubani.
Secondo lo specialista questo Comitato ha avuto accesso a diverse registrazioni consegnate dal governo statunitense, delle quali se ne è filtrata una sola».
«Posso dire responsabilmente che la mostra di maggior intensità ha raggiunto i 74,6 decibels (DB), e questo non è nocivo per la salute umana», ha assicurato lo specialista, membro del Comitato degli Esperti.
«Nessuna delle 14 mostre consegnate dalle autorità statunitensi a quelle dell’Isola indicava d’essere dannosa per le persone», ha aggiunto Villar Kuscevic.
«Queste mostre contengono rumori ambientali e il suono ben noto di un grillo cubano».
Il dottore in Scienze Fisiche, investigatore e professore titolare dell’Istituto di Igiene, Epidemiologia e Microbiologia, dottor Carlos Barceló Pérez, ha precisato a Granma i tipi di suoni che devono essere registrati per generare danni come quelli descritti.
Ha spiegato che le perdite dell’udito vincolate all’esposizione e a suoni possono essere temporanee o permanenti.
«Con livelli d’intensità di suoni moderati come può essere il rumore del traffico, c’è un perdita dell’acutezza uditiva che, quando termina lo stimolo sonoro, cioè quando smette il traffico, si recupera lentamente nel tempo».
«Ma, ha aggiunto, ci sono perdite permanenti che hanno a che vedere con la detta ipoacustica neurosensoriale, che è un problema dell’igiene dell’occupazione, ossia quando una persona è esposta a livelli sonori del’ordine di 85 o più decibels per molti anni – per esempio dieci anni – allora soffre di una perdita della sensibilità uditiva».
«Un’altra forma è quando istantaneamente uno è esposto a un suono improvviso, quello che chiamiamo rumore d’impulso, un’esplosione. Questo può rompere il timpano e per tanto non c’è trasmissione meccanica del suono all’udito medio e il cervello smette di decodificare la sensazione di udire.
Queste sono le cause che possono portare alla perdita permanente della soglia uditiva», ha aggiunto Barceló.
«In generale i livelli moderati tra 60 e 80 decibels producono perdite transitorie della soglia uditiva, tra i vari effetti anche psicosomatici e non specifici, come l’aumento della frequenza cardiaca, ma che in generale si recuperano quando smette l’esposizione al suono. I danni permanenti appaiono solo di fronte ad alte dosi d’esposizione al disopra di 85 decibels per lungo tempo o traumi acustici in frequenza di suoni d’impatto, come colpi, esplosioni…
Lo specialista, che ha avuto l’opportunità d’analizzare le registrazioni di suono consegnate dalla parte statunitense, ha detto che non ha incontrato suoni d’impulso in nessuna parte. ma si sono sentiti solo suoni continui e fluttuanti a livelli d’intensità moderati, che non hanno superato gli 80 decibels e che questo permette di concludere che non possono avere provocato danni permanenti alla salute delle persone esposte.
Rispetto ad uno dei sintomi più inverosimili riportati dalla parte statunitense e associato agli incidente acustici il noto neurologo cubano, Dr.C. Nelson Gómez Viera, ha spiegato che la commozione cerebrale, (chiamata anche lesione cerebrale minore) è un quadro neurologico che sorge come risultato di un trauma cranico o di un processo di accelerazione o disaccelerazione brusca del cranio.
Questo tipo di malattia si vede maggiormente tra gli atleti e le vittime di incidenti del transito, ha spiegato.
«Realmente una delle caratteristiche più visibili della commozione cerebrale è la perdita della coscienza e nei casi in cui questo non avviene la persona resta come stordita», ha indicato Gómez Viera, che è a capo del centro di Neurologia dell’Ospedale Hermanos Ameijeiras.
«Perchè un’arma sonica possa produrre una commozione cerebrale dovrebbe comportarsi come un’onda di shock, e non è questo il caso».
Inoltre il dottore in scienze mediche ha detto che se questo fosse vero, i danni non sarebbero solo cerebrali ma riguarderebbero anche altre parti dell’organismo e questo non è stato descritto in nessuno dei casi.
Inoltre questi disturbi riguarderebbero tutti coloro che stavano attorno al paziente. E non sarebbero individuali», ha specificato.
Il membro del Comitato degli Esperti Daniel Stolik Kovygrod, dottore in Scienze Fisiche con più di 50 anni d’esperienza e presidente della Cattedra Onorifica «Fisica e Musica» dell’Università de L’Avana, si è riferito alla possibilità maneggiata da alcuni media di comunicazione, rispetto al possibile uso di onde elettromagnetiche per perpetrare i citati attacchi alla salute.
«Quello che giunge all’udito, quello che l’uomo può percepire, è un’onda sonora, una fluttuazione della pressione atmosferica», ha detto.
L’udito non riceve, non è capace di percepire e trasformare le onde elettro magnetiche».
Di fronte a un commento sul possibile ruolo dello stress nel caso dei diplomatici statunitensi, il Dottore in Psicologia e Professore Titolare Dionisio Zaldívar Pérez, ha risposto che: «È noto che quando una persona affronta situazioni di conflitto che le generano tensioni o sentimenti di minaccia, o pericolo, si sviluppa un processo di stress che si accompagna a distinti sintomi.
«Tutto questo dipende, in ultima istanza, della valutazione che il soggetto fa della situazione e la sua risposta può essere indotta per contagio ad altre persone vicine che condividono un ambiente comune, uguali aspettative o timori. ».
Per Zaldívar, potremmo essere in presenza di un evento da stress collettivo.
«È un’ipotesi possibile ha detto che potrebbe spiegarci quello che succede con i presunti attacchi. L’esperto ha segnalato che ci troviamo di fronte a un insieme di sintomi che sono variabili e instabili, che si possono presentare in diverse malattie e situazioni ma che si diagnosticano sempre quando sono stati esclusi tutti gli studi delle evidenze fisiche e cliniche che potrebbero spiegare questo fenomeno».
«Succede che una persona può essere danneggiata da un evento determinato, che lo dimensiona, distorce o esagera, e produce una risposta emozionale di questo tipo. Le persone che condividono con questa uno spazio sociale comune, credenze o aspettative, possono reagire in questa maniera».
«La letteratura presenta molti fatti di questo tipo, ha riferito l’esperto, come nel caso del tsunami in Giappone nel 2011, quando uno studente ha detto di sentirsi le mani gonfie e la testa perduta e immediatamente altri 20 studenti hanno avuto gli estesi sintomi. Sono stati investigati e non risultarono evidenze fisiche per spiegarlo».
«Esempi simili e frequenti sono registrati», ha detto.
«Son molti i casi documentati nella letteratura scientifica, che parlano del fatto che si sono contagiati sintomi o comportamenti come questo, con una persona che ha dato inizio a una situazione determinata. Questo avviene in situazioni tese, viste dalla persona come minacciose, che producono questa risposta di stress che quindi contagia altre persone vicine».
«Ci sono molteplici esempi che spiegano che questo realmente è plausibile, ha aggiunto Zaldívar, dove un gruppo è sottoposto a una certa tensione e uno di loro interpreta un fatto come pericoloso, l’emozione che accompagna questa percezione può essere contagiata al resto dei membri del gruppo che possono presentare la stessa sintomatologia.
La Dra. Yamile González Sánchez, specialista in II Grado in Igiene e in Epidemiologia, ha segnalato che: «Sarebbe utile investigare la storia lavorativa di tutti i funzionari, prima dell’impegno nell’Isola, così si potrebbe valutare il livello di stress accumulato di ognuno dei funzionari o la presenza precedente di altre malattie».
«NON CONOSCONO CUBA NÈ LA SUA RIVOLUZIONE»
Navigatori di distinte latitudini hanno avuto la possibilità di scambiare criteri e fare domande al Comitato degli Esperti cubani che ha studiato il caso nei dettagli.
Il gruppo è formato da specialisti nei rami della fisica, ingegneria in telecomunicazioni, medicina interna, neurologia, neurofisiologia, otorinolaringoiatria, audiologia, epidemiologia, salute ambientale, entomologia, psicologia e sociologia.
«Come mai non si sono mai state presentate alle autorità cubane le prove mediche che secondo loro sono state realizzate negli Stati Uniti ?», è stato indicato nel Forum da Iván Sergio Reyes Salazar, specialista in Medicina Interna. «Sono tutte domande che facciamo quotidianamente perché vorremmo leggere le opinioni degli esperti».
Reyes Salazar mette in dubbio le vere intenzioni di Washington.
«Secondo noi questa è una cosa orchestrata dall’amministrazione del signor Trump per cominciare la scalata di misure che ha preso già contro il nostro paese. Ma nonostante questo noi cubani andiamo avanti. Sempre con la verità e il nostro orgoglio d’essere cubani» ha concluso.
«Questo sgradevole fatto che intorpidisce i passi avanti delle relazioni tra i due paesi è solo un altro esempio della scarsa conoscenza che ha l’attuale amministrazione degli Stati Uniti sulla realtà cubana. Usano formule passate di moda, non conoscono nemmeno al minimo livello la preparazione e la realtà che vive un popolo di lavoratori, solidale, educato da Fidel e dal Che», ha riferito il navigatore Lázaro Rodríguez Bello che ha risaltato il paradosso dei presunti attacchi sonici: « Che senso avrebbe per Cuba attaccare i diplomatici di un paese con il quale si stanno ristabilendo le relazioni?
Quale tecnologia futurista è necessaria per provocare danni effettivi nelle persone? Cuba dispone di simili tecnologie?».
«Questa e altre domande sono il prodotto di una logica semplice, ha aggiunto, del senso comune che non va abbandonato in questa storia romanzesca».
«Cuba nei suoi principi etici e di politica interna ed esterna rispetta e protegge i funzionari delle ambasciate di tutti i paesi nel nostro territorio; non esiste nessun atteggiamento, nessun comportamento d’aggressione. Tutto il contrario: si prendono misure per proteggerli anche dai loro stessi nemici»,
Ha detto Xiomara Carla, dopo aver segnalato che Washington sì che ha una lunga lista documentata di azioni contro l’Isola, includendo l’assassinio di diplomatici della maggiore delle Antille nel loro territorio.
«Adesso che si cominciava un cammino di normalità delle relazioni tra i nostri paesi, si producono fatti che a prima vista non apportano benefici ai nostri popoli, ma ne apportano sì a coloro che vivono sfruttando questo lungo conflitto e sappiamo bene chi sono: i membri della lobby dei senza patria, della destra anticubana in alleanza con la cupola imperialista, che non smettono di cercare di distruggere la Rivoluzione cubana», ha aggiunto.
Il dottor Francisco Beltrán Fernández, collaboratore delle Brigate Mediche Cubane in Ecuador, pensa che se gli Stati Uniti non sono stati capaci d’avere un’arma con queste caratteristiche, tanto meno la tiene Cuba.
«Questa azione dimostra solo chi realmente dirige la politica verso il nostro paese: la mafia cubano americana e non il presidente», ha aggiunto.
«Il cambio di politica assunto dall’amministrazione di Donald Trump forma parte della strategia dei servizi d’intelligenza americani per provocare e continuare a realizzare le loro azioni egemoniche, che hanno realizzato per più di mezzo secolo contro Cuba,facendosi scudo ora con giustificazioni senza senso», ha detto Camila Moreno.
Bessy Cutié Batista ha segnalato che tutti i cubani siamo testimoni che nella storia della Rivoluzione cubana sono state molte le menzogne del governo nordamericano contro Cuba, basate tutte in un unico pensiero: giudicare l’etica del nostro paese.
«In quale testa nasce l’idea che possiamo essere capaci delle presunte aggressioni acustiche a diplomatici statunitensi. Non esiste una prova sufficiente per dare una conclusione perché non c’è una base scientifica che l’appoggi», ha aggiunto.
I presunti attacchi acustici costituiscono una farsa per giustificare la partenza dei diplomatici dall’ambasciata degli USA a L’Avana e fare un passo indietro nel processo di normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti ».
VERIFICARE PRIMA DI ACCUSARE
«L’uso di falsi argomenti scientifici come adesso i presunti attacchi sonici, potrebbe creare un precedente nelle sfere internazionali che comprometterebbe i precetti etici della scienza in conflitti maggiori?», è stata la domanda di Granma al Dr. in Scienze Michel Valdés-Sosa, direttore del Centro di Neuroscienze di Cuba.
«Io credo di sì e inoltre ci sono evidenze recenti di come il cattivo uso dell’informazione scientifica per ignorare questa informazione scientifica, porta a decisioni sbagliate», ha detto Valdés-Sosa che ha posto l’esempio che negli Stati Uniti molto tempo fa ci fu una campagna che sosteneva che l’autismo lo provocavano le vaccinazioni e molti genitori smisero di vaccinare i figli.
Come conseguenza ritornarono malattie che erano state sradicate grazie alle vaccinazioni.
«La comunità scientifica ha lottato durante anni per chiarire l’evidenza e adesso il governo degli Stati Uniti, l’amministrazione di Donald Trump, sta riattivando questo tema e risorge l’ipotesi screditata che l’autismo lo provocano le vaccinazioni».
Nel caso dei presunti attacchi acustici non esiste una base scientifica per le dichiarazioni che sostengono che sono stati attaccati funzionari nordamericani e già vediamo le conseguenze: l`allontanamento dei due paesi, l’interruzione dei servizi consolari, la ritirata dei diplomatici statunitensi da Cuba, e l’espulsione dei diplomatici cubani.
«Questo va contro le relazioni bilaterali e anche se nelle loro dichiarazioni dicono che non ha nulla a che fare con i presunti attacchi, tutto l’ambiente che si è creato attorno a questi presunti fatti crea il clima appropriato per muoversi in questa direzione», ha aggiunto.
Poi ha precisato che non ci sono dati sicuri, non ci sono prove solide per esprimere le affermazioni che il governo nordamericano ha fatto.
«I precetti della scienza ci dicono prima di tutto che le cose vanno verificate».
A proposito dei requisiti che deve sostenere una prova per poterla considerare valida da un punto di vista scientifico, ha spiegato che questo è un criterio della comunità internazionale, che l’informazione dev’essere aperta, si parla di «open science (scienza di codice libero)».
«I dati vanno condivisi per far sì che si possano verificare, perché i dati giustificano le conclusioni che salgono da qualsiasi investigazione realizzata », ha detto.
«La seconda condizione, ha aggiunto, è che si devono apportare prove obiettive e nella medicina esistono, per confermare l’origine di possibili sintomi o problemi che si possono avere».
La terza, ha continuato, è la replica indipendente, non basarsi nei risultati di un solo laboratorio, ma di almeno due o più che possono avere accesso all’informazione primaria.
In questo caso, la possibilità che medici diversi facciano una valutazione indipendente perchè uno specialista o un laboratorio si possono sbagliare», ha segnalato.
«Dati aperti, prove obiettive e repliche indipendenti sono tre elementi accettati internazionalmente in qualsiasi investigazione.