Lula è un prigioniero politico?
Il processo giudiziario, in Brasile, contro il leader del Partito dei Lavoratori, Luiz Inácio Lula Da Silva, s’inscrive nel quadro dell’attacco della destra internazionale e delle oligarchie nazionali contro i governi progressisti in America Latina.
Il caso Lula ha avuto come preambolo il colpo di stato parlamentare-giudiziario contro la presidentessa Dilma Rousseff, che ha commesso il “peccato” di avviare un processo contro la estesa corruzione nella classe politica brasiliana.
I corrotti si proteggono
Quella classe politica si è alleata al putrefatto sistema giudiziario per rimuovere dalla prima magistratura Dilma sotto l’accusa di violare le norme fiscali per truccare le finanze del paese.
Quello stesso forum parlamentare ha bloccato le indagini contro il presidente di fatto, Michel Temer, quando è stato accusato di guidare una “organizzazione criminale” per saccheggiare il bilancio del paese per 190 milioni di dollari.
L’indagine fa parte di una gigantesca saga corrotta che ha macchiato i principali partiti brasiliani. Temer ha corrotto i membri della Camera dei Deputati con l’approvazione di bilanci milionari per i loro rispettivi stati.
Il colpo di stato contro Dilma è stata una “giocata intermedia” per raggiungere il suo obiettivo principale: imprigionare Lula per rimuoverlo dalla competizione elettorale del 2018.
A questo proposito, i leader della sinistra continentale hanno sottolineato:
“La testimonianza di un corrotto non può essere prova di nulla. Lula da Silva è un prigioniero politico. Tutti lo sanno, sebbene alcuni lo giustifichino per il loro odio. La vendetta delle borghesie ci riporta indietro di decenni. I suoi partiti più potenti: il mediatico ed il giudiziario”, ha denunciato l’ex presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, sul suo account Twitter.
Da parte sua, il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha detto che una “elezione senza Lula è frode” per le elezioni presidenziali del prossimo ottobre, in cui l’ex presidente è il favorito indiscusso, ed ha sentenziato che la sua condanna alla “reclusione senza un giusto processo e senza prove è un crimine”.
“Il Brasile soffre il peggior colpo contro la sua democrazia. Mobilitati i popoli dell’America Latina denunciano il più grave attentato di ingiustizia perpetrato dalla destra pro-imperialista agli occhi del mondo”, ha aggiunto il presidente boliviano su Twitter.
La Cancelleria cubana ha detto che “Con l’incarcerare Lula si aspira ad invertire i progressi e le conquiste sociali dei governi del Partito dei Lavoratori, tra cui l’aver tolto dalla povertà milioni di brasiliani”, ha denunciato la Cancelleria cubana in un comunicato.
L’8 giugno Lula ha lanciato la sua pre-candidatura. In una emotiva lettera letta da Dilma Rousseff, il leader del PT ha ribadito la sua innocenza e l’impegno nei confronti della sua candidatura. In quel momento, venne formulata una proposta di un giudice del Tribunale Federale, secondo cui Lula potrebbe ottenere la libertà se rinunciasse ad essere candidato. È una proposta che conferma che si tratta di un prigioniero politico.
Un preso político en Brasil: Luiz Inácio Lula da Silva
¿Es Lula un preso político?
El proceso judicial en Brasil contra el líder del Partido de los Trabajadores Luiz Inácio Lula Da Silva se inscribe en el marco de la arremetida de de derecha internacional y las oligarquías nacionales contra los gobiernos progresistas en América Latina.
El caso Lula tuvo como preámbulo el golpe parlamentario- judicial contra la presidenta Dilma Rousseff, quien cometió el ¨pecado¨ de iniciar un proceso contra la corrupción extendida en la clase política brasileña.
Los corruptos se protegen
Esa clase política se alió con el putrefacto sistema judicial para sacar de la primera magistratura a Dilma bajo la acusación de violar las normas fiscales para maquillar las finanzas del país.
Ese mismo foro parlamentario bloqueo la investigación contra el mandatario de facto Michel Temer cuando fue acusado de liderar una “organización criminal” para expoliar el presupuesto del país por 190 millones de dólares.
La investigación forma parte de una gigantesca saga corrupta que ha salpicado a los principales partidos brasileños. Temer sobornó a los miembros de la Cámara de Diputados con la aprobación de millonarios presupuestos para sus respectivos estados.
El Golpe de Estado contra Dilma fue una ¨jugada intermedia¨ para conseguir su objetivo principal: encarcelar a Lula para sacarlo de la contienda electoral de 2018.
Al respecto, líderes de la izquierda continental han señalado: “El testimonio de un corrupto no puede ser prueba de nada. Lula da Silva es un preso político. Todos lo saben, aunque algunos lo justifiquen por su odio. La venganza de las burguesías nos está retrocediendo décadas. Sus partidos más poderosos: el mediático y el judicial”, denunció el expresidente de Ecuador, Rafael Correa, en su cuenta de Twitter.
Por su parte, el presidente de Bolivia, Evo Morales, destacó que una “elección sin Lula es fraude”, por los comicios presidenciales de octubre próximo, en los que el ex mandatario es el favorito indiscutido, y sentenció que su condena de “cárcel sin juicio justo y sin pruebas es delito”.
“Brasil sufre el peor golpe contra su democracia. Movilizados los pueblos de Latinoamérica denuncian el más grave atentado de injusticia perpetrado por derecha pro imperialista ante los ojos del mundo”, agregó el presidente boliviano en Twitter.
La Cancillería cubana apuntó “Al encarcelar a Lula se aspira a revertir los progresos y conquistas sociales de los gobiernos del Partido de los Trabajadores, entre ellos el haber sacado de la pobreza a millones de brasileños”, denunció la Cancillería cubana en un comunicado.
El pasado 8 de junio Lula lanzó su precandidatura. En emotiva carta leída por Dilma Rousseff, el líder del PT reiteró su inocencia y el compromiso de su candidatura. En ese momento surgió una propuesta de un juez del Supremo Tribunal Federal, según la cual Lula podría obtener su libertad si renunciaba a ser candidato. Es una propuesta que confirma que se trata de un preso político.