L’attuale eredità di Radio Swan

Jorge Wejebe Cobo

L’isola Swan, appartenente al territorio dell’Honduras, per la sua vicinanza alle Grandi Antille, perse il suo fascino nel 1960 come luogo paradisiaco nel Mar dei Caraibi, quando i soldati USA arrivarono alle sue coste, guidando macchinari pesanti per rimuovere la vegetazione vergine per costruire una pista di atterraggio, edifici ed un molo.

Quegli intrusi avevano la missione di garantire il funzionamento di una stazione radio della CIA, diretta contro Cuba sotto il nome di “Radio Swan” e “Radio Americas”, che operò dal maggio 1960 al 1968 con tali denominazioni.

È così che prese impulso la guerra radiale della Central Intelligence Agency yankee, in conformità con il primo piano di azioni segrete contro Cuba, approvato dall’allora presidente Dwight Eisenhower, che contemplava, tra gli altri obiettivi, di creare un’opposizione interna ed erodere il sostegno popolare alla Rivoluzione con una campagna di propaganda, l’apertura della stazione e la preparazione dell’invasione di Playa Girón.

Per dirigere Radio Swan, l’allora direttore della CIA, Allen Dulles, scelse l’ufficiale David Atlee Phillips, 38 anni, con un passato di spicco in compiti di propaganda durante il rovesciamento, nel 1954, del presidente nazionalista guatemalteco Jacobo Arbenz.

Il direttore della compagnia aveva sede nella stazione di Miami, da dove ha coordinato le prestazioni della stazione, che fungeva da ripetitore di falsi uffici preparati dal personale dell’agenzia, e che il piccolo team di annunciatori ha risposto disciplinato, senza alcuna linea analisi editoriale o propria. Fu anche usato per trasmettere istruzioni alle bande di rivolta di Cuba e alle organizzazioni terroristiche.

Durante i giorni dell’invasione di Playa Girón, la stazione stabilì un record di menzogne difficili da superare, trasmettendo la presunta presa da parte degli invasori dell’allora Isola dei Pini e del Porto di Bayamo e attacchi alla spiaggia di Guanabo. Trasmise persino l’inarrestabile avanzata delle forze mercenarie nel momento stesso in cui la televisione cubana mostrava immagini degli sconfitti e demoralizzati invasori scortati dai miliziani.

Sordida Alleanza

David Atlee Phillips, tuttavia, raccolse successo creando una rete di emittenti controllate e finanziate dall’agenzia, sebbene andassero all’etere come portavoce di organizzazioni di “oppositori in esilio”, che facevano eco alle campagne promosse dal governo USAi e dai suoi organi ufficiali come The Voice of the Americas.

Ma a quanto pare, Phillps combinò la condotta della guerra radiale contro Cuba, con altre sordide missioni legate all’assassinio del presidente John F. Kennedy, complotto in cui apparve come l’ufficiale CIA incaricato dell’assistenza, come agente, del presunto assassino Lee Harvey Oswald e, addirittura, fu accusato di aver consegnato un fucile a un cecchino che sparò al presidente.

Queste accuse le fece un alleato della CIA, Sam Giancana, ex capo della mafia di Chicago, partecipante alle cospirazioni tra l’agenzia ed il crimine organizzato, per rovesciare e assassinare il dirigente Fidel Castro, e che era coinvolto fino al collo nell’assassinio di Dallas.

Giancana fu assassinato, nel 1975, a casa sua negli USA. da un assassino sconosciuto, che evitò la sua comparizione davanti alla cosiddetta commissione Chuech, che portava il nome del senatore che guidava le indagini sulle azioni illegali della CIA.

Quelle sordide alleanze tra la mafia, la centrale di intelligence yankee e la controrivoluzione cubana, presiedettero fin dall’inizio le campagne radiofoniche e mediatiche contro Cuba.

Importanti cambi si verificarono tra il 1985 ed il 1990, con la creazione della cosiddetta Radio e TV Martí, subordinate al sistema di trasmissione ufficiale USA, il che significò una spinta ai settori più reazionari e alla loro retorica fondamentalista.

Correzione impossibile

Con l’emanazione, nel 1996, della Legge Helms-Burton, la politica anticubana prese un nuovo slancio. Nel difficile contesto della scomparsa dell’URSS e della caduta del campo socialista, la mafia cubano-americana proclamò, con i suoi media a Miami, lo slogan della “licenza di uccidere” i rivoluzionari, di fronte alla presunta sconfitta del Governo Rivoluzionario, senza che questi appelli sollevassero la minima repulsione, tra le istituzioni della cosiddetta grande stampa libera USA.

Ma quando la propaganda sbaglia l’obiettivo e colpisce gli interessi USA, la storia è un’altra. Ciò è avvenuto l’anno scorso con un reportage della radio e TV sovversive, che includeva commenti antisemiti sul miliardario George Soros, principale sostegno economico e stratega delle pro USA “rivoluzioni colorate”.

Questo incidente ha provocato un audit alla linea editoriale di questi media, da un gruppo di cinque esperti assunti dall’Agenzia USA per i Media Globali, che nel 2018 ha stanziato 29 milioni di dollari per il funzionamento di tali organi.

Lo scorso maggio, i risultati della revisione sono stati divulgati e nel rapporto finale il gruppo ha concluso che, in questi media si produce tanto “cattivo giornalismo” che “propaganda inefficace”, che “non fornisce contesto e si interseca nella difesa stridente delle cause dissidenti cubane dissidente cubane di linea dura”, tra le altre forti critiche che sono arrivate a ratificare le ripetute denunce di Cuba per quasi 60 anni.

Anche gli esperti hanno contribuito ad un gruppo di proposte per raggiungere una linea informativa equilibrata, missione impossibile da raggiungere, al di là della ristrutturazione superficiale della radio e della televisione nemiche, nate sotto l’eredità di quei tempi fondativi in cui Radio Swan, oltre a rovinare l’ambiente dell’omonima isola, contaminava l’etere con le sue prime bugie.


El presente legado de Radio Swan

Jorge Wejebe Cobo

La Isla Swan, perteneciente al territorio de Honduras, por su cercanía con la Mayor de las Antillas, perdió su encanto en 1960 como lugar paradisiaco del mar Caribe, cuando a sus costas arribaron soldados estadounidenses, quienes manejando maquinaria pesada removieron la vegetación virgen para construir una pista de aviación, edificaciones y un muelle.

Aquellos intrusos tenían la misión de garantizar el funcionamiento de una emisora de radio de la cia, dirigida contra Cuba bajo los nombres de «Radio Swan» y «Radio Américas», que funcionó desde mayo de 1960 hasta 1968 bajo esas denominaciones.

Así tomó impulso la guerra radial de la Agencia Central de Inteligencia yanqui, de acuerdo con el primer plan de acciones encubiertas contra Cuba, aprobado por el entonces presidente Dwight Eisenhower, que contemplaba, entre otros objetivos, crear una oposición interna y erosionar el apoyo popular a la Revolución con una campaña de propaganda, la apertura de la emisora y la preparación de la invasión de Playa Girón.

Para dirigir Radio Swan, el entonces director de la cia, Allen Dulles, escogió al oficial David Atlee Phillips, de 38 años, con un pasado destacado en tareas de propaganda durante el derrocamiento en 1954 del presidente nacionalista guatemalteco Jacobo Arbenz.

El directivo de la cia se radicó en la Estación cia de Miami, desde donde coordinaba el desempeño de la emisora, que funcionaba como repetidora de falsos despachos elaborados por personal de la agencia, y que el pequeño equipo de locutores replicaba disciplinadamente, sin ninguna línea editorial ni análisis propios. Además fue usada para transmitir en clave instrucciones a las bandas de alzados en Cuba y organizaciones terroristas.

Durante los días de la invasión a Playa Girón, la estación estableció un récord de mentiras difícil de superar, al transmitir la presunta toma por los invasores de la entonces Isla de Pinos y el Puerto de Bayamo y ataques a la playa de Guanabo. Incluso transmitió el avance imparable de las fuerzas mercenarias en el propio momento en que la televisión cubana mostraba imágenes de los derrotados y desmoralizados invasores escoltados por los milicianos.

Sórdida alianza

David Atlee Phillips, no obstante, cosechó el éxito al crear una red de emisoras controladas y sufragadas por la agencia, aunque salían al éter como voceras de organizaciones «opositoras en el exilio», que coreaban las campañas promovidas por el Gobierno estadounidense y sus órganos oficiales como La Voz de las Américas.

Pero al parecer, Phillps simultaneó la conducción de la guerra radial contra Cuba, con otras sórdidas misiones relacionadas con el asesinato del presidente John F. Kennedy, trama en la cual apareció como el oficial de la cia encargado de atender como agente al presunto magnicida Lee Harvey Oswald E, inclusive, se le achacó el haber entregado un fusil a un francotirador que disparó contra el mandatario.

Esas acusaciones las realizó un aliado de la Agencia Central de Inteligencia, Sam Giancama, exjefe de la mafia en Chicago, participante en las conspiraciones entre la agencia y el crimen organizado, para derrocar y asesinar al líder Fidel Castro, y quien estaba envuelto hasta el cuello en el magnicidio de Dallas.

Giancama fue baleado en 1975 en su domicilio en ee. uu. por un asesino desconocido, quien evitó su comparecencia ante la llamada comisión Church, la cual llevaba el nombre del senador que dirigía la investigación sobre las acciones ilegales de la cia.

Esas sórdidas alianzas entre la mafia, la central de inteligencia yanqui y la contrarrevolución cubana, presidieron desde el inicio las campañas radiales y mediáticas contra Cuba.

Cambios importantes ocurrieron entre 1985 y 1990, con la creación de las mal llamadas Radio y TV Martí, subordinadas al sistema de transmisiones oficiales de Estados Unidos, lo que significó un espaldarazo a los sectores más reaccionarios y a su retórica fundamentalista.

Corrección imposible

Con la promulgación en 1996 de la Ley Helms-Burton, la política anticubana tomó un renovado impulso. En el difícil contexto de la desaparición de la URSS y la caída del campo socialista, la mafia cubano-americana proclamó, por sus medios de Miami, la consigna de «licencia para matar» a los revolucionarios, ante la presunta derrota del Gobierno Revolucionario, sin que esos llamados levantaran la menor repulsa, entre las instituciones de la denominada gran prensa libre en EE.UU.

Pero cuando la propaganda equivoca el blanco y afecta los intereses estadounidenses, la historia es otra. Así ocurrió el pasado año con un reportaje de la radio y tv subversivas, que incluyó comentarios antisemitas sobre el multimillonario George Soros, principal apoyo económico y estratega de las pronorteamericanas «revoluciones de colores».

Este incidente provocó una auditoría a la línea editorial de esos medios, por un panel de cinco expertos contratados por la Agencia de Estados Unidos para Medios Globales, que en 2018 adjudicó 29 millones de dólares para el funcionamiento de esos órganos.

En mayo pasado se divulgaron los resultados de la revisión y en el informe final el panel concluyó que, en esos medios se produce tanto «mal periodismo», como «propaganda ineficaz», que «no proporciona contexto y se cruza en la defensa estridente de las causas disidentes cubanas de línea dura», entre otras fuertes críticas que vinieron a ratificar las reiteradas denuncias de Cuba a lo largo de casi 60 años.

También los expertos aportaron un grupo de propuestas para lograr una línea informativa equilibrada, misión imposible de alcanzar, más allá de remodelaciones superficiales de la radio y televisión enemigas, nacidas bajo el legado de aquellos tiempos fundacionales cuando Radio Swan, además de arruinar el entorno de la homónima Isla, contaminaba el éter con sus primeras mentiras.

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