da Misión Verdad https://misionverdad.com
Completando l’opera di smantellamento da parte di questo pulpito del rapporto della “Missione Indipendente” per la Determinazione dei Fatti in Venezuela, in questa occasione effettueremo una revisione critica delle fonti utilizzate dal rapporto.
Naturalmente, le falle di questa relazione si basano, in parte, sulla parzialità e sulla vaghezza palesi delle fonti. Il fatto è che, senza alcuna obiettività nella raccolta dei dati, né alcuna indagine in loco che renda chiaro lo scritto, l’obiettivo del rapporto è puramente politico in vista delle elezioni parlamentari di dicembre in Venezuela.
Nel preambolo del rapporto, la Missione afferma addirittura di aver avuto difficoltà nell’indagine, “dolendosi profondamente” di non aver svolto l’indagine in Venezuela.
Stando così le cose, è necessario interrogarsi sull’origine delle informazioni presentate come valide. Considerando i livelli istituzionali in cui la relazione è stata gestita, avrebbe dovuto essere fatta con grande competenza, ma non è stato così.
La politicizzazione del rapporto e della sua presentazione è servita da catalizzatore ai diversi attori politici internazionali per giustificarsi e coprirsi le spalle assumendo posizioni di rifiuto rispetto alle citate elezioni, dato che le minacce dell’attuale amministrazione statunitense non accennano a cessare.
LE FONTI PRINCIPALI SONO ONG
Sebbene la Missione specifichi al punto 10 di aver utilizzato informazioni di dominio pubblico per effettuare la ricerca, compresi i social network, sono le Organizzazioni Non Governative (ONG) le principali fonti utilizzate.
Il Comitato dei Parenti delle Vittime del Caracazo (COFAVIC), che all’inizio si dedicava ad attività di denuncia del massacro, appare come la fonte principale nelle affermazioni del rapporto, presumibilmente per confermare alcuni casi.
È risaputo che il COFAVIC è una delle ONG venezuelane che hanno ricevuto finanziamenti dalla Fondazione tedesca Konrad Adenauer e dall’USAID, e che tra le sue attività c’è quella di gestire i finanziamenti a organizzazioni non governative che si occupano di diritti umani e che rispondano, in qualche modo, al Dipartimento di Stato americano.
Oltre a ciò, si aggiunge una partnership di lunga data con Human Rights Watch (HRW), all’interno della quale il COFAVIC fornisce rapporti su questo tema.
In questa serie di incongruenze spicca il Centro per la Giustizia e la Pace (CEPAZ), un’altra ONG vicina a settori dell’opposizione e che, nel 2018, ha ricevuto finanziamenti dall’Unione Europea per rafforzare le organizzazioni nel campo dei diritti umani.
Entrambe si sono generalmente concentrate sul fornire informazioni utili per i loro interessi in materia di diritti umani, ignorando o respingendo completamente casi come quello di Orlando Figuera, un giovane ucciso nel 2017 durante le violente proteste contro il governo venezuelano.
A questa raccolta di accuse non supportate hanno partecipato anche altre ONG – che agiscono come facciata per il finanziamento da parte di enti esterni per destabilizzare il paese – e cioè:
- L’Osservatorio Venezuelano sulla Conflittualità Sociale (OVCS), ha fornito alla Missione la sua documentazione delle proteste, classificate come “politiche”, ignorando completamente tutti gli incitamenti alla violenza e i danni al patrimonio nazionale generati dalle guarimbas.
- La Missione ha anche raccolto dati sull’Operazione di Liberazione del Popolo (OLP) dal sito web dell’Associazione Civile Controllo Cittadini, diretta da Rocío San Miguel, i cui legami con il Dipartimento di Stato americano sono ben noti. A partire dai dati di Controllo Cittadini vengono documentate le presunte “violazioni dei diritti umani”, in alcuni casi preservando l’anonimato. Salta all’occhio il semplicismo di questa metodologia online.
- Appare anche l’ONG Espacio Público, diretta da Carlos Correa, noto per la sua partecipazione ad attività di “aiuto umanitario”, e tuttora sotto inchiesta per appropriazione indebita di fondi in quell’operazione. Non vengono fatti commenti nel rapporto sulle irregolarità in questa materia, essendo il deputato José Brito quello che conduce l’inchiesta con documenti che dimostrano che Espacio Público ha ricevuto da USAID denaro destinato a “scopi umanitari” e che documenti declassificati dal governo degli Stati Uniti nell’anno 2015 mostrano che questa ONG è finanziata dalla Pan-American Development Foundation (PADF), che riceve fondi da USAID e Freedom House.
Inoltre, in ogni caso descritto, non si ritrovano per caso le azioni antidemocratiche in cui sono stati coinvolti sia Leopoldo López che Freddy Guevara, per citare due personaggi della lunga lista dei golpisti? Viene fatto riferimento solo agli arresti di politici, cioè viene fabbricata una copertura vittimistica che li metterebbe al di sopra delle leggi venezuelane.
E, cosa non meno importante, per quanto riguarda la grazia del presidente nessuna fonte fornisce i video dei detenuti, i quali sono molto probanti che non sia stata effettivamente eseguita alcuna tortura.
CRISTOPHER FIGUERA: UN’ALTRA “FONTE” CHIAVE DEL RAPPORTO
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha dichiarato che dopo la tentata sollevazione militare del 2019, l’ex direttore del SEBIN Cristopher Figuera era stato cooptato dalla CIA e lavorava come talpa negli incarichi assegnati.
Non poteva mancare in questo rapporto. Figuera è stato uno di coloro che sono stati ascoltati dalla Missione. Senza prove, ogni segnalazione è stata fatta al limite delle ripetute calunnie, concentrandosi sulle torture e i maltrattamenti del SEBIN. Per la Missione ogni parola era “coerente e plausibile”, ma dove sono le prove?
Figuera è stato intervistato più volte: dalla sua fuga negli Stati Uniti non è cambiato nulla. In ogni intervista, infatti, egli afferma di essere stato a conoscenza delle presunte torture e che era il presidente Maduro a istruire quelle procedure, garantendo assoluta credibilità alle opinioni di Figuera.
Ancora una volta, gli Stati Uniti e i loro alleati stanno avviando un altro attacco in questa guerra multiforme che il Venezuela sta affrontando, questa volta muovendo le proprie pedine nel sistema multilaterale per continuare a fare pressioni in questo cruciale ultimo trimestre dell’anno.
Nel libro Overthrow di Stephen Kinzer viene fatta un’interessante ricapitolazione della metodologia di sfinimento messa in atto dalla CIA.
In linea di principio, l’autore segnala una serie di strumenti simili al momento di fare pressione per distruggere politicamente i governi legittimi sotto attacco.
Uno degli strumenti fondamentali consiste nel giustificare un intervento in base a principi morali e urgenti costruiti su premesse o informazioni false. E non importa chi fornisce le informazioni o la loro veridicità, poiché esistono meccanismi per imporre la plausibilità di tali argomenti.
Su questa base, Kinzer sottolinea che l’argomento più potente è: “L’abbiamo fatto per liberare il popolo oppresso”, sostenendo che viene in gran parte ignorata la situazione del Paese da affrontare, ma che non è questo il punto che conta.
Non molto diversamente, per il caso in questione la scusa che utilizzerei è: “Lo facciamo per i diritti umani”.