A cura di Lorenzo Poli.
Proponiamo di seguito un articolo sulla manipolazione mediatica occidentale contro Cuba. Apparentemente può sembrare fuorviante rispetto ai temi riguardanti la Palestina, ma in realtà, esattamente come la resistenza palestinese, anche quella anti-imperialista di Cuba contro il blocco economico è: vittima dello sguardo colonialista occidentale; dell’informazione prettamente eurocentrica che rappresenta come “Paradiso liberale” mentre tutto il mondo sembra nel caos; del ribaltamento delle dinamiche oppresso-oppressore; della manipolazione di fatti ed eventi; delle notizie filtrate dalle veline e dalle agenzia stampa all’apparato e del doppio standard internazionale nell’informazione embedded.
Il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha denunciato la manipolazione e i doppi standard di consorzi internazionali come Meta, che partecipano alla campagna di disinformazione contro l’isola[1]. Nel suo profilo Twitter, il ministro degli Esteri ha sottolineato che la società madre di Facebook ha come responsabile politico un ex direttore della campagna elettorale di un senatore repubblicano anti-cubano. Ha affermato che la società privata è connotata ideologicamente a tal punto da annunciare la rimozione di account “non autentici” in Serbia, Cuba e Bolivia, presumibilmente legati a governi o partiti politici al potere per diffondere i loro contenuti.
Rodríguez ha anche sottolineato che invece di usare come argomento il pagamento irrisorio per la pubblicità, un servizio inaccessibile a Cuba a causa del blocco USA, Meta dovrebbe spiegare il proprio comportamento ideologico, consentendo campagne di denigrazione, stigmatizzazione e odio contro Cuba dalle sue sedi manageriali in Florida. Nonostante i tentativi di censurare Cuba e di rendere invisibile la verità, i cubani continueranno a difendere la Rivoluzione e “il loro sistema socialista di giustizia sociale, anche nell’arena digitale di fronte alle molestie e alle operazioni destabilizzanti”, ha scritto Rodríguez sul social network.
Dal 1959 gli USA non hanno smesso un solo giorno di fabbricare notizie false contro la Rivoluzione Cubana, come parte della sua guerra psicologica per conquistare l’opinione pubblica occidentale. È il loro vecchio metodo quando vogliono demonizzare chi non si inginocchia davanti al padrone imperiale. Il piano di azione segreta della CIA, approvato dal presidente Dwight Eisenhower il 17 marzo 1960, avviava formalmente misure sovversive per “portare alla sostituzione del regime castrista con uno più accettabile per gli Stati Uniti”. Questo piano contiene diverse linee di lavoro, tra cui la propaganda sviluppata dalla sede centrale della CIA, per attirare la lealtà dei cubani in modo reale, per dirigere e portare avanti le attività di opposizione e per fornire copertura ad altre operazioni compartimentate controllate dall’agenzia. Per raggiungere questo scopo, la CIA sviluppò un forte rapporto di collaborazione con i mezzi di stampa dell’epoca, con l’obiettivo di “avviare una potente offensiva propagandistica a favore dell’opposizione”, che formò con membri della borghesia e sostenitori del dittatore Fulgencio Batista. Finanziarono la creazione di una stazione radio clandestina installata sull’Isola del Cigno, in Honduras, per trasmettere a Cuba notizie false o distorte, che si aggiungevano alle campagne avviate da Washington da La voz de las Américas (Voce delle Americhe). Questo piano declassificato affermava:
“La CIA dovrà avere contatti diretti con un certo numero di cubani e, per proteggerli, userà accuratamente un gruppo di uomini d’affari americani come copertura, che hanno un marcato interesse per gli affari cubani e desiderano sostenere l’opposizione. Questi uomini d’affari fungeranno sia da meccanismo di finanziamento che da via d’accesso per la direzione e il sostegno alla leadership dell’opposizione in condizioni controllate. Il personale della CIA apparirà come rappresentante di questo gruppo. Per rafforzare la copertura, si prevede che saranno raccolti ingenti fondi da fonti private per sostenere l’opposizione. Centomila dollari sono già stati promessi da fonti statunitensi”.
Attraverso questo canale sono state diffuse le false accuse secondo cui il governo cubano avrebbe privato i genitori dei diritti sui loro figli, note come Operazione Peter Pan e altre menzogne simili. Sono passati sessantatré anni e gli yankee non hanno smesso di portare avanti azioni simili, nonostante abbiano accumulato tanti fallimenti. Negli ultimi decenni hanno iniziato a formare “giornalisti” in corsi tenuti all’interno della missione diplomatica all’Avana, in violazione della Convenzione di Vienna del 1963. Questi “giornalisti”, descritti come “giornalisti indipendenti”, sono guidati e pagati dal Dipartimento di Stato attraverso USAID e NED, per diffondere una falsa propaganda contro Cuba. Quello che era un segreto aperto è stato appena confermato al quotidiano britannico The Guardian da Fulton Armstrong, per anni analista della CIA, che ha dichiarato: “Molti dei cosiddetti giornalisti indipendenti a Cuba sono indirettamente finanziati dagli Stati Uniti per diffondere informazioni distorte contro il governo cubano”.
Armstrong è considerato uno dei più importanti analisti dell’intelligence statunitense per l’America Latina e possiede informazioni accurate sui piani della CIA contro Cuba, Venezuela e Nicaragua, ed è quindi una voce credibile. La cosiddetta “stampa indipendente” a Cuba è sostenuta dal budget fornito da USAID e NED, dati esposti su Internet[2]. Queste migliaia di dollari servono a finanziare i blog, i giornali digitali e altri programmi di questi “giornalisti” in realtà dipendenti da finanziamenti USA. Ogni anno i presidenti in carica alla Casa Bianca approvano non meno di 20 milioni di dollari per attività sovversive contro la Rivoluzione Cubana, ma nessuno di loro informa l’elettorato americano su come vengono utilizzati questi soldi e quali sono i risultati, visto che in 63 anni hanno arricchito parte della mafia anti-cubana di Miami e i cosiddetti “dissidenti” dell’isola, che comprano case e altri oggetti per vivere di business ed organizzare movimenti d’estrema destra per destabilizzare l’Isola caraibica attraverso golpe blandi.
Un esempio è Yoani Sánchez Cordero, diventata blogger dopo essere stata reclutata in Spagna da Carlos Alberto Montaner, terrorista e latitante dalla giustizia cubana, con l’obiettivo di attirare i giovani cubani. La tattica inedita utilizzata con lei è stata quella di premiarla con i migliori riconoscimenti internazionali, sostenuti da migliaia di euro e dollari, al fine di costruire la sua immagine in tutto il mondo per proteggerla da una presunta repressione ed evitare di essere etichettata come mercenaria. In soli tre anni Yoani ha ricevuto non meno di 264.000 euro, oltre a pagamenti per conferenze presso centri accademici, pubblicazioni e altri finanziamenti. Tra gli altri esborsi milionari effettuati dagli apparati USA c’è il mantenimento di Radio e TV Martí, nonostante il fatto che entrambe non siano né ascoltate né viste a Cuba. Lo stesso hanno fatto creando Zunzuneo per twittare e influenzare i giovani cubani, al costo di 8 milioni di dollari pagati ad appaltatori statunitensi. Non si può trascurare quanto dichiarato nel 2011 dal senatore Carl Meacham: “…Il Dipartimento di Stato ha formato giornalisti in diversi Paesi per aumentare la loro capacità di diffondere rapidamente informazioni accurate su eventi e questioni importanti. Un grande sforzo è stato investito a Cuba. [Il nostro team ha notato il crescente interesse dei funzionari del Dipartimento di Stato per l’aumento delle competenze informatiche e di alfabetizzazione di base del popolo cubano, come mezzo per metterlo in grado di operare un cambiamento positivo nella propria società”.
Un altro esborso milionario è stato destinato alla campagna sviluppata negli anni 2020, 2021 e 2022, con l’obiettivo di organizzare proteste popolari, tra cui il sit-in guidato dall’artista Tania Brugueras davanti al ministero della Cultura e gli hashtag #SOSCuba, #Patria y Vida e altri simili, che hanno portato ai disordini dell’11 luglio 2021, basati su bot creati e finanziati esternamente, che hanno raggiunto due milioni di account Twitter in sole 48 ore. I precedenti della CIA nella diffusione di false informazioni su Cuba fanno parte dell’attuale guerra psicologica di quinta generazione di cui è vittima il popolo cubano, con il marcato scopo di rompere l’unità e seminare disincanto e scoraggiamento tra i cittadini, una vecchia tattica che non ha dato risultati e ha fatto perdere loro molti soldi. José Martí non aveva torto quando diceva: “Per qualcosa di più nobile si ha la penna in mano che per infangare reputazioni degne di rispetto”.
Traduzione per InfoPal di Lorenzo Poli.
[1] https://www.prensa-latina.cu/2023/02/24/denuncian-rasero-y-manipulacion-mediatica-contra-cuba